In Cina e Asia — Hacker nordcoreani rubano i segreti militari di Seul

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Hacker nordcoreani rubano i segreti militari di Seul

Gli hacker nordcoreani sarebbero riusciti a rubare ai cugini del Sud centinaia di documenti militari classificati, compreso l’Operational Plans 5015 pensato in caso di guerra contro Pyongyang insieme all’alleato statunitense. Lo ha riferito al Chosun Ilbo Rhee Cheol Hee del Democratic Party, specificando che tra i piani operativi trafugati comparivano anche le procedure da utilizzare in un attacco “di decapitazione” contro Kim Jong-un. Citando il ministero della Difesa, Rhee ha affermato che l’80% del materiale hackerate è ancora in attesa di essere identificato, ma di certo vi rientrano i piani per le esercitazioni congiunte tra Seul e Washington nonché la localizzazione precisa delle strutture militari e delle centrali elettriche. Si stima che Pyongyang abbia una task force di circa 7000 esperti di guerra cibernetica. L’annuncio del furto si innerva in un clima già oltremodo surriscaldato dall’acceso botta è risposta tra Trump e Kim Jong-un e mentre Cina e Russia invitano al dialogo. Proprio stanotte due bombardieri americani hanno sorvolato la penisola coreana in esercitazioni congiunte con Seul e Tokyo, mentre ieri Trump ha tenuto un incontro con il team sulla sicurezza nazionale per valutare le possibili risposte ad un’eventuale aggressione di Pyongyang.

Il Pcc si riunisce prima del 19esimo Congresso

A Pechino si è aperto il settimo plenum del Partito comunista, l’ultimo prima del 19esimo congresso (18 ottobre) che sancirà un massiccio turnover politico. Lo scorso anno la sesta riunione plenaria aveva visto Xi assurgere al ruolo di “core leader”. Quest’anno verterà invece sulla finalizzazione dei report sulla condotta del Partito negli ultimi 5 anni, sulla commissione disciplinare e gli emendamenti da apportare alla sua costituzione interna. Questioni che verranno poi riprese in sede congressuale. Secondo il South China Morning Post, il plenum si concluderà (in data non chiara) con l’espulsione di circa una dozzina di membri del Comitato centrale del Partito. In tutto, dal 2012 a oggi, 17 membri e 17 membri supplenti sono caduti in disgrazia nella campagna anticorruzione di Xi, più del totale di tutti gli espulsi nei quattro i precedenti Comitati. Il Congresso sancirà l’approvazione di un nuovo Comitato centrale che a sua volta avvallerà la nuova geometria del Politburo e del suo potente comitato permanete.

La Cina prepara la pubblica gogna per i debitori incalliti

Pechino si appresta a varare una blacklist a livello nazionale con lo scopo di catalogare e svergognare pubblicamente tutti i debitori inadempienti (laolai). La mossa concertata dalla Corte suprema del Popolo, dal Dipartimento della propaganda e dalla China Banking Regulatory Commission prende il via da una serie di progetti pilota avviati a livello locale nel Guangdong, Jiangsu, Henan e Sichuan. Secondo il progetto, quanti non riusciranno a ripianare una situazioni debitoria vedranno il proprio nome, ID, fotografia, indirizzo e ammontare del prestito resi pubblici attraverso vari canali, tra cui giornali, radio, televisione e schermi sui bus e gli ascensori. Entro la fine dell’anno i governi locali sono tenuti a compilare un database dei “cattivi elementi”. Come spiega la Xinhua, il progetto serve a rafforzare “l’affidabilità” a livello sociale. Secondo il massimo tribunale cinese, a giugno erano 7 milioni e mezzo gli inadempienti.

Aiuti esteri cinesi più abbondanti del previsto ma poco efficaci

La Cina è uno dei paesi più attivi negli aiuti esteri, ma solo il 23% degli oltre 350 miliardi di dollari devoluti tra il 2000 e il 2014 hanno beneficiato in maniera rilevante alla crescita economica dei paesi beneficiari. E’ quanto emerge da uno studio di AidData che identifica solo una minima parte degli oltre 4300 progetti finanziati in 140 paesi e territori come Official Development Assistance (ODA), ovvero aiuti in senso stretto, mentre la maggior parte risulta composta da prestiti non concessionari, crediti all’esportazione verso acquirenti o fornitori, o prestiti in cambio di commodities. Per avere un metro di paragone, nello stesso periodo, gli Usa hanno sborsato 394,6 miliardi di cui il 96% considerabile come ODA. L’esito della ricerca — che tuttavia non considera la generosità cinese una minaccia per gli aiuti iniettati dai paesi occidentali — arriva mentre Pechino è impegnato a riportare in vita la via della seta con un piano di investimenti infrastrutturali tra Asia, Africa ed Europa.

Myanmar: il papa si appresta a incontra Suu Kyi, i generali e i leader buddhisti

Durante la sua trasferta in Myanmar e Bangladesh (dal 6 novembre al 2 dicembre) papa Francesco incontrerà Aung San Suu Kyi, i generali birmani e anche la Sangha Maha Nayaka, l’autorità buddhista più importante del paese. Bergoglio diventerà così il primo papa a visitare il Paese dei pavoni e il secondo a recarsi in Bangladesh dopo Giovanni Paolo II. A motivare il viaggio la crisi della minoranza musulmana dei rohingya non riconosciuta da Naypyidaw. Sono oltre 500mila le persone fuggite dalla Birmania dall’inizio degli scontri tra l’esercito regolare e i ribelli rohingya dell’Arsa. Lo scorso agosto Bergoglio aveva invitato il governo birmano a riconoscere “i pieni diritti dei fratelli e delle sorelle rohingya”. In un primo tentativo pacificatore nella giornata di ieri il governo guidato da Suu Kyi ha organizzato una preghiera interreligiosa in uno stadio di Yangon alla quale hanno preso parte migliaia di persone tra cristiani, hindu, buddhisti e musulmani.