In Cina e Asia – Guo, il big delle finanze cinesi che ha fermato l’Ipo di Ant

In Notizie Brevi by Serena Console

Al passo indietro di Jack Ma, c’è l’avanzamento del principale regolatore bancario Guo Shuqing. Il Presidente della China Banking and Insurance Regulatory Commission ha guidato le misure che hanno imposto il clamoroso stop all’Ipo da 37 miliardi di Ant, braccio finanziario di Alibaba. Secondo rumors, Guo è stato determinante nell’introduzione delle nuove misure, approvate successivamente dal presidente cinese da Xi Jinping, che ha a lungo diffidato dei magnati del settore privato perché considerati come una minaccia per il potere del Partito comunista. Infatti, il giro di vite contro Ant ha consolidato lo status di Guo come il secondo più potente funzionario delle finanze della Cina dopo il vicepremier Liu He, braccio destro del presidente di Xi. Guo, infatti, aspirerebbe a succedere Liu.Il mese scorso, la Banca popolare cinese ha stretto la morsa su Ant, emanando una nuova bozza di regole per forzare lo smantellamento dei pagamenti online della società per motivi di antitrust. Le misure sono state annunciate poche ore dopo Jack Ma è apparso in un video dopo tre mesi lontano dai riflettori pubblici. Tra qualche giorno potrebbe invece arrivare la conferma che Ant group diventerà una holding finanziaria con requisiti patrimoniali simili a quelli delle banche. Il piano concordato tra i dirigenti del colosso fintech e i regolatori cinesi prevede di inserire tutte le attività di Ant nella holding, comprese le sue offerte tecnologiche in aree come blockchain e delivery. [fonte FT, Bloomberg]

Sempre più cittadini di Hong Kong si spostano a Taiwan

Con l’introduzione della legge sulla sicurezza nazionale a Hong Kong, si sta registrando un esodo di cittadini dell’ex colonia britannica verso l’isola che Pechino considera ribelle, Taiwan. Secondo l’Agenzia nazionale per l’immigrazione di Taipei, quasi 11 mila cittadini di Hong Kong si sono trasferiti a Taiwan nel 2020, quasi il doppio rispetto all’anno precedente, durante il quale si sono registrati 5.858 ingressi di hongkonghesi. Un dato che supera quello del 2014, anno della Umbrella revolution a Hong Kong, quando ci sono state 7.506 richieste di trasferimento sull’isola. Ma secondo il quotidiano taiwanese Liberty Times, che ha citato fonti anonime, il numero di arrivi sarebbe più alto se non fosse per le restrizioni ai confini a causa della pandemia di coronavirus. Secondo le leggi sull’immigrazione del governo di Taipei, Taiwan non accetta le richieste di asilo dei migranti perché teme un potenziale flusso migratorio dalla Cina continentale. Gli abitanti di Hong Kong possono, tuttavia, richiedere di vivere sull’isola attraverso altri canali, compresi i visti per affari. [fonte HKFP]

Portaerei americana nell’indo-pacifico per rispondere alle azioni di Pechino

Nuove manovre militari potrebbero intensificare la tensione tra Washington e Pechino. Nella giornata di ieri la portaerei statunitense Uss Nimitz ha lasciato l’area del Golfo persico, dove è stata di stanza per 270 giorni, per dirigersi nella regione dell’Indo-Pacifico. Anche la scorsa settimana, un gruppo di portaerei statunitense guidato dalla USS Theodore Roosevelt è entrato nel Mar Cinese Meridionale per promuovere la “libertà dei mari”, scatenando forti reazioni da Pechino. Immediata è stata la risposta cinese. L’Esercito popolare di liberazione ha inviato più di una dozzina di aerei nella zona di difesa aerea di Taiwan, monitorando i movimenti del gruppo statunitense. La Cina sta infatti rafforzando la sua presenza militare nella regione indo-pacifica, in particolare nelle aree del Mar Cinese Meridionale e considera negativamente il dispiegamento di navi militari da parte degli Stati Uniti nella regione, considerandolo una violazione della sovranità nazionale. Gli Stati Uniti, il Giappone e l’Australia ospiteranno presto anche un’esercitazione militare presso la base dell’aeronautica militare di Andersen a Guam, con l’obiettivo di aumentare la capacità degli Usa di operare in luoghi difficili durante il combattimento. Ma soprattutto Washington ritiene che sia necessario per il paese farsi trovare preparati in caso di offensiva lanciata da Cina o Russia, operazione che potrebbe mettere a rischio le basi statunitensi all’estero. Pechino, nel frattempo, cerca di preparare al meglio l’esercito, spingendo anche sulle competenze linguistiche dei soldati. E un servizio dell’emittente statale China Global Television Network ha evidenziato il valore dell’insegnamento della lingua inglese per i soldati: sembra che durante una recente esercitazione militare su una barriera corallina nelle isole Paracel – conosciute in Cina come Isole Xisha – parte dell’esercitazione includeva l’uso dell’inglese quando si era impegnati con le truppe “nemiche”. [fonte SCMP]

Aung San Suu Kyi rischia due anni di carcere

A quattro giorni dal colpo di stato in Myanmar per mano delle forze armate birmane, la leader della Lega nazionale per la democrazie Aung San Suu Kyi è stata incriminata per la presunta importazione illegale di walkie-talkie, usati senza permesso.  Posta in arresto preventivo per 14 giorni, la leader de facto del paese rischia due anni di carcere per aver violato legge sulle importazioni e le esportazioni. Dieci ricetrasmittenti sarebbero stati rinvenuti nel corso di una perquisizione delle forze dell’ordine nell’abitazione della “Lady”. Ma non è l’unico incriminato. Anche il presidente birmano Win Mying, anch’egli arrestato durante il golpe, rischia diversi anni di carcere perché accusato di violazione della legge sulla gestione nazionale dei disastri. Nella giornata di ieri, però, i militari hanno rilasciato  387 persone arrestate durante il golpe, tra le quali molti parlamentari del partito guidato dalla premio nobel per la pace. Ma in modo differente diversi paesi commentano il golpe nel paese. Se Washington valuta l’imposizione di sanzioni contro il Myanmar, per i media di Pechino quello che è accaduto negli scorsi giorni è un “rimpasto di governo”. [fonte Nyt, Global Timesl

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