In Cina e Asia – Gli effetti di Covid sulla classe media cinese

In Notizie Brevi by Serena Console

L’epidemia di coronavirus ha inferto un duro colpo all’economia cinese, con ripercussioni che interessano anche chi vive in una condizione di privilegio economico. La classe media cinese sta conoscendo la fragilità del suo status, acquisito grazie al boom economico che si è registrato negli ultimi decenni. Con il lockdown e la chiusura di molte attività imprenditoriali – come quelle del settore turistico – e la conseguente perdita di posti di lavori, molti membri della classe media, in particolare gli impiegati statali, sono riusciti a superare la crisi economica grazie ai risparmi monetari accumulati negli anni. Ma c’è chi si è adattato rapidamente alla nuova normalità, tagliando spese superflue o trovando altre occupazioni lavorative. Dopo la pandemia, probabilmente la classe media cinese continuerà a mantenere lo stesso tenore di vita, risparmiando e limitando le spese futili: tale misura potrebbe incidere negativamente sullo sviluppo economico della Cina. [fonte Sixt Thone]

Shenzhen nomina i 40 personaggi chiave per la realizzazione della Zes

Le autorità della città di Shenzhen, in occasione del 40° anniversario della fondazione della zona economica speciale, hanno riconosciuto il valore e il prestigio di 40 figure chiave che hanno determinato la trasformazione di Shenzhen da un villaggio di pescatori in un fiorente centro tecnologico negli ultimi quattro decenni. A ricevere il riconoscimento sono stati imprenditori e dirigenti di aziende di diversi settori, come quello della produzione, telecomunicazioni, assistenza medica,  energia nucleare, ma anche quello della moda e dell’arte: tutti avrebbero lavorato all’attuazione delle riforme e della politica di apertura. Tra i destinatari del riconoscimento figurano nomi importanti come quello di Huo Dawei, consulente di ricerca senior di Huawei e Pony Ma, presidente di Tencent Pony Ma Huateng; chi invece non figura nella prestigiosa lista è Ren Zhengfei, fondatore e CEO di Huawei. [fonte SCMP ]

Il sistema di navigazione satellitare BeiDou nell’iPhone 12

L’iPhone 12 con sistema 5G e di navigazione satellitare BeiDou integrato è diventato un argomento di tendenza sulla piattaforma di social media cinese Sina Weibo, che in poche ore ha totalizzato oltre 6 milioni di visualizzazioni e 2.300 commenti. Alcuni utenti hanno apprezzato la decisione della società statunitense di includere finalmente il sistema BeiDou, intesa come uno sforzo per conquistare il mercato cinese. “Sembra che Apple non vedesse l’ora di commercializzare il suo telefono agli utenti cinesi”, è uno dei commenti più condivisi. I nuovi dispositivi della Apple abilitati alla tecnologia di quinta generazione arrivano in ritardo rispetto agli smartphone Android, che hanno abilitato le reti 5G già da un anno. [fonte Global Times ]

Il web cinese ironizza sui chip indiani anti-radioattivi fatti con sterco di vacca

“Lo sterco di vacca è anti-radioattivo e protegge tutti”: è questa la bizzarra idea di marketing promossa da un ente governativo, la National Cow Commission indiana, che ha lanciato una serie di prodotti a base di sterco di vacca, comprese luci e un nuovo tipo di “chip”. Senza spiegare come funziona la tecnologia, Vallabhbhai Kathiria, capo della National Cow Commission indiana, ha detto ai media locali che il “chip” potrebbe essere semplicemente posizionato all’interno della copertura protettiva di un telefono cellulare per proteggere le persone dalle radiazioni del cellulare. E, come ha affermato l’imprenditore, ci sarebbero diversi studi scientifici che sostengono la sua tesi. La sua idea di marketing ha suscitato sul web cinese l’ilarità degli utenti, alcuni dei quali hanno scherzato sul fatto che questo fosse il tentativo del Paese di promuovere il “Made in India”. L’hashtag “l’India sviluppa chip di sterco di vacca” è diventato virale sul Twitter cinese, Sina Weibo e molti utenti cinesi sostengono di non credere che sia stata una seria scoperta scientifica. [fonte Global Times]

Non si fermano le proteste in Thailandia

La Thailandia ha dichiarato lo stato di emergenza, che vieta assembramenti di più di cinque persone e la pubblicazione di notizie o messaggi nocivi per la sicurezza nazionale. Il provvedimento, scattato alle 4.00 di notte ora locale, arriva dopo che ieri manifestanti e attivisti thailandesi sono scesi nuovamente tra le strade di Bangkok per chiedere, come fanno ormai da mesi, le dimissioni del governo, una nuova Costituzione e una drastica riduzione dei poteri monarchia. Il corteo di manifestanti, riunitosi per la prima volta al Monumento alla Democrazia, prima di recarsi al Palazzo del Governo, non è stato fermato dai 15 mila agenti in tenuta antisommossa disposti dalle autorità. Nonostante i blocchi stradali imposti dalla polizia, i manifestanti antigovernativi hanno raggiunto il palazzo dell’esecutivo e hanno invocato le dimissioni del primo ministro Prayuth Chan-ocha, salito al potere dopo il colpo di Stato nel 2014. I manifestanti hanno deciso di accamparsi nella notte nei pressi del palazzo del governo che, per questo, rimarrà chiuso nella giornata di oggi. Ma tra le richieste dei manifestanti avanzate nella giornata di ieri c’è anche il rilascio dei 20 attivisti arrestati dalla polizia thailandese martedì sera mentre partecipavano a una piccola manifestazione organizzata di fronte al Monumento alla Democrazia su Ratchadamnoen Avenue, a Bangkok. Tra gli arrestati c’è anche l’attivista Jatupat “Pai” Boonpattararaksa. Mentre erano in corso le manifestazioni antigovernative, nella capitale è tornato re Maha Vajiralongkorn. Ad attenderlo c’era un folto gruppo di sostenitori realisti che ha salutato il monarca tornato dalla Baviera per partecipare a una cerimonia per la fine della Quaresima buddista. [fonte BBC The Guardian  Nationa Thailand]

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