I titoli di oggi:
- Gaza, Wang Yi va New York per parlare della crisi
- Cina, Giappone e Corea del Sud lavorano a un vertice trilaterale tra i leader
- Belt and road, pronta la roadmap per i prossimi dieci anni
- La Cina valuta costruzione di un tunnel sottomarino tra Russia e Crimea
- Mar cinese meridionale, Cina accusa Usa di “creare rischi per la sicurezza”
- Chip, hacker cinesi hanno rubato di progetti di NXP per oltre due anni
- Cina, “misure vincolanti” contro il gruppo Zhongzhi dopo le inadempienze
- Corea del Nord, Han Kwang-song torna sulla scena in vista dei Mondiali di calcio
Mentre prosegue lo scambio dei primi ostaggi tra Israele e Hamas, la Cina prova ad assumere una posizione più attiva nei colloqui internazionali per una risoluzione della crisi. Secondo quanto appena annunciato dai media statali, Wang Yi, membro del Politburo e ministro degli Esteri cinese, si recherà a New York per presiedere una riunione ad alto livello del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sulla questione israelo-palestinese il 29 novembre. Da quando a inizio mese la Repubblica popolare ha assunto la presidenza di turno del Consiglio, il governo cinese si è reso protagonista di diverse iniziative sul tema: prima accogliendo una delegazione dei paesi islamici, poi partecipando a un incontro virtuale dei Brics durante il quale Xi Jinping ha tenuto il primo discorso sulla crisi in Medio Oriente.
Cina, Giappone e Corea del Sud lavorano a un vertice trilaterale tra i leader
Domenica i ministri degli Esteri cinese (Wang Yi), giapponese (Yoko Kamikawa) e sudcoreano (Park Jin) si sono incontrati a Busan, in Corea del Sud, per il primo trilaterale di questo tipo dal 2019. Come riportato dal Nikkei Asia, i tre funzionari hanno discusso della possibilità di organizzare un summit trilaterale tra i rispettivi leader entro la fine del 2023, che eventualmente si dovrebbe tenere sempre in Corea del Sud. Si tratta di un’ipotesi complicata, per via dei tempi ristretti, ma il consigliere per la Sicurezza nazionale sudcoreano, Cho Tae-yong, ha detto a Yonhap che il vertice si farà, alludendo alla possibilità che possa tenersi nel 2024. Anche l’ultimo summit tra i tre leader di Cina, Giappone e Corea del Sud risale al 2019.
Nella conferenza stampa di fine incontro, la ministra degli Esteri giapponese Kamikawa ha detto che la cooperazione tra i tre paesi è “importante per la pace regionale e mondiale”. I tre ministri hanno discusso del recente lancio in orbita del satellite spia nordcoreano (con la richiesta alla Cina di esercitare la propria influenza per gestire il programma missilistico di Pyongyang) e del possibile riavvio dei colloqui per un accordo di libero scambio tra i tre paesi. Sono state poi delineate sei aree di cooperazione trilaterale, che comprendono sanità e sicurezza. Wang ha inoltre tenuto dei colloqui bilaterali sia con Kamikawa che con Park, al quale ha chiesto di non politicizzare le questioni economiche e tecnologiche, riporta Reuters.
Belt and road, pronta la roadmap per i prossimi dieci anni
Venerdì 24 novembre Pechino ha pubblicato la roadmap che detta la strategia da perseguire per i prossimi dieci anni della Belt and Road Initiative. L’ambizioso progetto di connettività lanciato da Xi Jinping nel 2013 (qui il nostro dossier per approfondire) punta ora sullo sviluppo verde e digitale, nonché sulla stabilità e la sostenibilità delle catene di approvvigionamento – elemento non scontato alla luce delle instabilità generate dalla pandemia e dalla trade war con gli Stati Uniti. Il documento, intitolato “Visione e azioni per una cooperazione di alta qualità sulla Belt and Road: prospettive più brillanti per il prossimo decennio”, cita anche l’integrazione finanziaria e tecnologica, come nel caso delle tecnologie legate alla blockchain.
La Cina valuta costruzione di un tunnel sottomarino tra Russia e Crimea
Secondo fonti del Washington Post, alcune aziende russe e cinesi hanno discusso della costruzione di un tunnel sottomarino per collegare la Russia alla Crimea, cioè la penisola sul Mar Nero che appartiene de iure all’Ucraina ma che Mosca ha invaso e poi annesso nel 2014. Il tunnel servirebbe come rotta di trasporto alternativa al Ponte di Kerch, che Kiev ha già attaccato nel corso della guerra. I servizi segreti ucraini hanno intercettato alcune mail – poi passate al WaPo, che ne ha verificato l’autenticità – tra degli imprenditori russi e i dirigenti della Chinese Railway Construction Corporation (CCRC), una delle maggiori imprese di costruzioni cinesi.
Nelle mail la statale CCRC ha mostrato il proprio interesse a partecipare al progetto purché questo restasse segreto. Secondo alcuni funzionari americani, la costruzione del tunnel comporterebbe diversi rischi, sia economici (ci vorrebbero anni per finirlo, soprattutto durante una guerra) che politici. La Cina non ha mai riconosciuto l’annessione russa della Crimea, e la partecipazione delle aziende cinesi a un progetto di questo tipo potrebbe esporle alle sanzioni di Stati Uniti e Unione Europea.
Mar Cinese Meridionale, Cina accusa Usa di “creare rischi per la sicurezza”
Domenica 26 novembre Pechino e Washington si sono scambiati una serie di accuse legate al respingimento di un’imbarcazione statunitense al largo dell’atollo delle Paracel nel Mar Cinese Meridionale, area da tempo pattugliata dalla marina cinese. Secondo quanto affermano le notizie divulgate dal Comando del teatro meridionale dell’Esercito popolare di liberazione, la marina cinese avrebbe cercato di “rintracciare, monitorare e mettere in guardia” il cacciatorpediniere americano “Hopper”, che si trovava nelle acque rivendicate dalla Repubblica popolare. La Cina ha dunque affermato che l’episodio “dimostra che gli Stati Uniti sono un vero e proprio ‘creatore di rischi per la sicurezza‘ nel Mar Cinese Meridionale“. Presto è arrivata la risposta della marina Usa: “Le rivendicazioni marittime illegali e di vasta portata nel Mar cinese meridionale rappresentano una seria minaccia alla libertà dei mari”.
Nel frattempo, Filippine e Australia hanno dato inizio a un pattugliamento congiunto di tre giorni nell’area del Mar Cinese Meridionale nel quadro degli accordi stipulati a inizio 2023. L’iniziativa avviene a pochi giorni dalle ricognizioni effettuate con la marina statunitense, in un contesto dove Manila cerca sempre di più di dimostrare alla Cina il suo impegno per “una regione pacifica, sicura e prospera, dove la sovranità e le regole e le norme concordate siano rispettate”, come affermato nella comunicazione congiunta tra il segretario alla Difesa filippino Gilberto Teodoro Jr. e il ministro alla Difesa australiano Richard Marles.
Chip, hacker cinesi hanno rubato di progetti di NXP per oltre due anni
Il gruppo di hacker cinese “Chimera” ha rubato per oltre due anni i dati interni di NXP, azienda produttrice di chip con sede nei Paesi Bassi. A sostenerlo è il quotidiano olandese NRC, secondo il quale il gruppo si sarebbe infiltrato all’interno dei network di NXP alla fine del 2017, riuscendo a restare inosservato e a rubare la proprietà intellettuale dell’azienda (compresi i progetti dei chip) fino agli inizi del 2020. L’hacking è stato scoperto grazie a un attacco simile condotto contro Transavia, una compagnia aerea sussidiaria dell’olandese KLM. Non è ancora chiaro di quanto e di cosa esattamente Chimera sia riuscito ad appropriarsi. Secondo NXP, i dati rubati sono abbastanza complessi e dunque non così facili da utilizzare per replicare i progetti dell’azienda nella produzione dei chip.
Cina, “misure vincolanti” contro il gruppo Zhongzhi dopo le inadempienze
Le autorità di pubblica sicurezza di Pechino hanno adottato “misure vincolanti” contro alcuni vertici di Zhongzhi Enterprise Group – conglomerato delle gestioni patrimoniali cinesi che controlla diverse attività dal ramo dell’estrazione di carbone, a quello della finanza o degli investimenti immobiliari – a causa di sospette attività illegali nella gestione patrimoniale del gruppo. Come riportato dal Nikkei Asia, per “misure vincolanti” si può intendere la messa in stato di sorveglianza, arresto o detenzione delle persone coinvolte. Le autorità cinesi non hanno rivelato quali siano di preciso i reati a carico di Zhongzhi, ma la scorsa settimana il gruppo aveva comunicato agli investitori di avere registrato uscite per 220 miliardi di yuan superiori alle entrate, per un passivo totale di 260 miliardi di yuan (circa 33 miliardi di euro). In particolare una delle consociate, Zhongrong International Trust, non è riuscita a pagare il proprio debito con gli investitori.
Corea del Nord, Han Kwang-song torna sulla scena in vista dei Mondiali di calcio
Era il 2020 quando il calciatore nordcoreano Han Kwang-song è stato visto in pubblico. Dello sportivo, noto per aver percorso parte della sua carriera nella serie A italiana, si era persa ogni traccia nel 2020. Ora Han è ricomparso in occasione delle qualificazioni ai Mondiali di calcio 2026 in Arabia Saudita, dove figura tra i titolari della nazionale nordcoreana – che in questa occasione ha giocato la sua prima partita all’estero dall’inizio della pandemia. Si ritiene che la sua scomparsa fosse legata alla risoluzione Onu del 2019 che chiedeva il rimpatrio dei cittadini nordcoreani all’estero per restringere ulteriormente l’ingresso di valuta estera nel paese; una dinamica che spesso avviene attraverso le rimesse di cui si appropria in buona parte il regime di Pyongyang.
A cura di Sabrina Moles e Francesco Mattogno