I titoli di oggi:
- Gaza, delegazione di paesi a maggioranza musulmana a Pechino per fermare il conflitto
- L’Apec chiude con la promessa di riformare l’Omc
- Cina, indagini a tappeto negli ospedali dopo lo scandalo del traffico di bambini
- Canada, uno dei “Due Michael” arrestati in Cina sostiene di essere stato usato per spiare la Corea del Nord
- L’Australia accusa la marina cinese di condotta “pericolosa e non professionale”
- Cina, mandato di cattura per i vertici di un’organizzazione di truffe telefoniche
- L’India ospita il Sud globale e organizza un G20 virtuale con Putin
Gaza, delegazione di paesi a maggioranza musulmana a Pechino per fermare il conflitto
Lunedì 20 e martedì 21 novembre la Cina ospita una delegazione di ministri degli Esteri di alcuni paesi a maggioranza musulmana per cercare una soluzione al conflitto tra Israele e Hamas. Come riportato dal South China Morning Post, tra i presenti ci sono il ministro degli Esteri saudita Faisal bin Farhan Al-Saud, quello egiziano Sameh Shoukry, il giordano Ayman Safadi e l’indonesiana Retno Marsudi. A rappresentare la Palestina è il ministro degli Esteri dell’Autorità Nazionale Palestinese, Riyad al-Maliki, e partecipa ai colloqui anche Hissein Brahim Taha, segretario generale dell’Organizzazione per la cooperazione islamica. Si tratta di uno dei maggiori sforzi diplomatici della Cina dall’escalation del conflitto tra Israele e Hamas, iniziata lo scorso 7 ottobre. Questi colloqui rappresentano il primo atto di un tour tra diverse capitali per ottenere il cessate il fuoco, del quale la prima tappa è significativamente proprio Pechino, che d’altronde detiene la presidenza di turno del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. “La Cina sostiene pienamente la soluzione dei due Stati”, ha detto il ministro degli Esteri Wang Yi, ponendosi in linea con l’appello arrivato dal vertice arabo-islamico che si è svolto nei giorni scorsi a Riad. Wang ha anche aggiunto che la comunità internazionale “deve agire ora e prendere misure efficaci per porre fine al disastro umanitario”.
L’Apec chiude con la promessa di riformare l’Omc
Il summit di San Francisco tra le economie dell’Asia Pacific Economic Cooperation si è concluso venerdì 17 novembre con una dichiarazione congiunta che chiede una riforma dell’Organizzazione mondiale del commercio entro il 2024. Le 21 economie del gruppo hanno dichiarato di essere al lavoro al fine di “fornire un ambiente commerciale e di investimento libero, aperto, giusto, non discriminatorio, trasparente e inclusivo”. Elemento determinante al successo di questa edizione, affermano gli osservatori, rimane il riavvio del dialogo tra Usa e Cina, frutto del summit tra Joe Biden e Xi Jinping.
Cina, indagini a tappeto negli ospedali dopo lo scandalo del traffico di bambini
La Commissione sanitaria nazionale della Repubblica popolare ha dato inizio a una serie di indagini capillari nei confronti delle strutture sanitarie sospettate di traffico di minori. I controlli sono iniziati dopo che le autorità sanitarie hanno individuato in uno dei principali ospedali dello Hubei un giro di certificati di nascita falsi e vendita di neonati. Dai tempi della politica del figlio unico sono emersi spesso casi analoghi. Le ricerche stanno portando alla rimozione di decine di professionisti coinvolti nel traffico di minori a Foshan e Nanning, mentre il governo ha già annunciato simili ispezioni nelle province del Guangdong e Guanxi, anticipando che l’indagine potrebbe essere presto estesa a tutto il territorio nazionale.
Canada, uno dei “Due Michael” arrestati in Cina sostiene di aver spiato la Corea del Nord
Nel dicembre del 2018 la Cina ha imprigionato due cittadini canadesi, Michael Spavor e Michael Kovrig, accusandoli di spionaggio. La mossa era sembrata una forma di ritorsione politica all’arresto di Meng Wanzhou, figlia del fondatore di Huawei fermata all’aeroporto di Vancouver pochi giorni prima dell’arresto dei “Due Michael”. I due sono stati poi scarcerati nel settembre 2021, poco dopo la liberazione di Meng. Il Canada ha sempre proclamato la loro innocenza ma, secondo le fonti del quotidiano canadese The Globe and Mail, Kovrig avrebbe in realtà raccolto informazioni di intelligence per il governo canadese.
Spavor era un consulente incaricato di promuovere i legami commerciali tra Canada e Corea del Nord, ed era uno dei pochi occidentali a conoscere personalmente il leader nordcoreano Kim Jong-un e alcuni ministri del governo di Pyongyang, mentre Kovrig era un diplomatico che lavorava per un programma di sicurezza del Dipartimento degli Affari Esteri di Ottawa con sede all’ambasciata canadese di Pechino. Secondo le fonti del Globe and Mail, Kovrig avrebbe approfittato del suo rapporto con Spavor per ottenere delle informazioni sulla Corea del Nord da fornire ai servizi segreti canadesi e di conseguenza anche a quelli degli altri membri dell’alleanza di intelligence Five Eyes (Stati Uniti, Australia, Nuova Zelanda e Regno Unito). Spavor – che viene descritto come un “ingenuo” – dice di non essere stato a conoscenza del ruolo di Kovrig, e chiede per questo un risarcimento milionario al governo canadese che ritiene colpevole per la sua detenzione in Cina. Ottawa continua a negare, ma per il Globe and Mail i legali di Spavor sarebbero in trattative con il Dipartimento federale di Giustizia e degli Affari Globali del Canada.
L’Australia accusa la marina cinese di condotta “pericolosa e non professionale”
Sabato il ministro della Difesa australiano, Richard Marles, ha espresso “serie preoccupazioni” alla Cina a seguito delle azioni del cacciatorpediniere DDG-139, che il 14 novembre avrebbe messo a rischio la sicurezza di alcuni sommozzatori australiani. Come riportato da Bloomberg, i sub stavano liberando lo scafo della fregata australiana HMAS Toowomba da alcune reti da pesca che si erano impigliate nelle eliche quando, secondo la ricostruzione di Canberra, la nave della marina cinese si sarebbe avvicinata con i sonar accesi, nonostante gli avvertimenti della Toowomba. Marles ha dichiarato che i sommozzatori, sottoposti agli impulsi dei sonar, hanno riportato delle lesioni lievi, denunciando la manovra della DDG-139 come “pericolosa e non professionale”. L’incontro tra le due navi è avvenuto nella zona economica esclusiva del Giappone, dove la Toowomba stava prendendo parte all’Operazione Argos, che serve a far rispettare le sanzioni delle Nazioni Unite alla Corea del Nord.
Cina, mandato di cattura per i vertici di un’organizzazione di truffe telefoniche
La polizia di Wenzhou, nella provincia dello Zhejiang, ha emesso un mandato di cattura per i quattro vertici di un’organizzazione con sede a Kokang (regione del Myanmar al confine con la Cina) accusata di aver portato avanti per diverso tempo una serie di truffe telefoniche contro cittadini cinesi. Come riportato da Caixin, il ministero della Sicurezza Pubblica ha offerto una ricompensa di 500 mila yuan (l’equivalente di 63 mila euro) per chi fornirà informazioni che possano portare all’arresto di ognuno dei leader del gruppo. Oltre che di truffa, i quattro sono sospettati di omicidio, lesioni e detenzione illegale. Negli ultimi mesi Pechino ha intensificato gli sforzi per reprimere le frodi nel settore delle telecomunicazioni, concentrandosi in particolare sulle organizzazioni criminali che operano in Myanmar.
L’India ospita il Sud globale e organizza un G20 virtuale con Putin
Venerdì 17 novembre l’India ha ospitato un nuovo meeting virtuale dedicato ai paesi di quello che viene definito “Sud globale”. All’incontro, il secondo dall’inizio del 2023, hanno preso parte diversi paesi, non solo dell’Asia. In questa occasione il premier Narendra Modi ha invitato le economie in via di sviluppo a “parlare con una sola voce per il bene globale”. Il meeting è arrivato a un giorno dalla ministeriale della Difesa Asean che ha chiesto all’unanimità un cessate il fuoco umanitario a Gaza. Nuova Delhi, al contrario, si è invece astenuta dal votare la risoluzione Onu che in ottobre chiedeva la cessazione delle ostilità. Nei prossimi giorni, peraltro, l’India ha organizzato un incontro virtuale dei leader del G20 a cui prenderà parte anche il presidente russo Vladimir Putin.
A cura di Sabrina Moles e Francesco Mattogno