Il Pakistan ordina a Save the Children, la ong internazionale impegnata in un programma di assistenza umanitaria, di abbandonare il paese dove aveva lavorato per oltre 30 anni. Il giorno dopo la condanna a Zhou Yongkang: analisi e punti di vista. Xi Jinping e Aung San Suu Kyi a colloquio a Pechino. L’azione militare indiana in Myanmar dei giorni scorsi preoccupa il Pakistan. PAKISTAN – Via Save the Children
Il Pakistan ha ordinato a Save the Children di abbandonare il paese sulla base di accuse di attività anti-pakistane. La polizia ha posto i sigilli sulla sede di Islamabad della Ong internazionale.
Save the Children ha protestato contro la decisione. Il governo del Pakistan, riporta Bbc, aveva già collegato l’organizzazione a un programma di finte vaccinazioni usato come copertura dalla Cia per rintracciare Osama Bin Laden.
La mossa del governo di Islamabad arriva tuttavia dopo che tutto il personale straniero era stato fatto rientrare in patria. La Ong manteneva comunque oltre mille dipendenti pakistani e aveva fino ad oggi lavorato per oltre 30 anni nel paese.
CINA – Zhou Yongkang condannato all’ergastolo: il giorno dopo
Zhou Yongkang è il più alto funzionario cinese condannato all’ergastolo dai tempi della Banda dei Quattro, ma diversi osservatori dicono che tutto sommato se l’è cavata con poco. Era sotto processo per tangenti, abuso di potere e per avere intenzionalmente rivelato segreti di Stato. La corruzione prevede spesso la pena di morte. Immagini di CCTV hanno mostrato il 72enne Zhou con i capelli totalmente imbiancati ascoltare il verdetto e, alla domanda dei giudici se avesse ben inteso, rispondere di sì. Ha ammesso i suoi crimini e non farà appello. È stato anche spogliato dei propri diritti politici e beni materiali. Secondo la sentenza, Zhou e i suoi familiari avrebbero intascato quasi 130 milioni di yuan in tangenti (circa 18 milioni di euro). L’ergastolo di Zhou rompe la tradizione secondo cui gli alti funzionari in pensione vengono in genere lasciati in pace e, secondo il Quotidiano del Popolo, rivela che nessuno può sentirsi al di sopra della legge. Il processo è avvenuto a porte chiuse e nel verdetto finale sono state del tutto eluse le accuse più politiche che erano state formulate in un primo momento: quelle di avere svolto attività non approvate dal Partito (leggi “contro il presidente Xi Jinping”).
CINA – Xi Jinping e Aung San Suu Kyi a colloqui a Pechino
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Xi Jinping e Aung San Suu Kyi si sono incontrati ieri nella Grande Sala del Popolo a Pechino in qualità di numeri uno dei rispettivi partiti. Il presidente cinese ha invitato la leader dell’opposizione birmana ad adoperarsi per i buoni rapporti e il “destino comune” che legano i due Paesi, recentemente un po’ allentatisi per via dei conflitti di confine in Myanmar e per il progressivo avvicinarsi del governo birmano all’Occidente, a scapito del tradizionale protettore cinese. Se l’incontro dà alla premio Nobel lo status di interlocutore politico, Pechino ha d’altra parte fondamentali interessi in Birmania, “corridoio” per accedere all’Oceano Indiano e terra ricca di risorse naturali. Aung visiterà anche Shanghai e la provincia dello Yunnan, che ha 2.200 chilometri di confine con il suo Paese e dove di recente alcuni contadini cinesi sono morti a causa di un bombardamento compiuto per errore dall’aviazione birmana.
INDIA – I muscoli di New Delhi in Myanmar preoccupano il Pakistan
L’operazione delle forze speciali indiane in territorio birmano di alcuni giorni fa, che ha colpito alcune postazioni di ribelli indipendentisti del Manipur al di là dei confini indiani, è stata accolta come una novità nell’atteggiamento dell’esercito indiano di fronte alle minacce terroristiche dentro e fuori il proprio territorio. Il Ministry of State delle Telecomunicazioni (più o meno equivalente alla nostra carica di sottosegretario) Rajyavardhan Singh Rathore – già medaglia d’argento al tiro al piattello alle Olimpiadi d’Atene 2004 e ora deputato del Bjp – ha descritto l’episodio lungo il confine birmano come un avvertimento ad "altri stati", un monito per chi intraprende azioni terroristiche contro l’India: chiaro riferimento, anche senza nominarlo, al Pakistan, tanto che a Islamabad il parlamento pakistano ha votato una risoluzione di condanna alle "aperture ostili" dell’India.
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