I titoli di oggi:
- Cina, inizia il 10° Forum Xiangshan sulla diplomazia militare
- Cina e Stati Uniti al lavoro per organizzare l’incontro tra Xi e Biden a novembre
- Cina, presentata la bozza di revisione della Legge sulla tutela dei segreti di Stato
- La cinese YMTC ha prodotto il chip di memoria 3D NAND più avanzato al mondo
- Bangladesh, almeno sei morti a seguito di grandi manifestazioni dell’opposizione in tutto il paese
- Le Maldive stanno trattando per il ritiro del soldati indiani dal paese
Stamattina è iniziato a Pechino il 10° Forum Xiangshan, il più grande raduno sulla diplomazia militare organizzato dalla Cina che quest’anno, secondo Xinhua, avrà il maggior numero di partecipanti della sua storia. Dopo la rimozione di Li Shangfu, il forum si terrà senza la presenza del ministro della Difesa cinese, il cui posto è ancora vacante. In sua vece, nella giornata di ieri a inaugurare l’evento sono stati due funzionari della Difesa di rango più alto rispetto a quello di ministro: Zhang Youxia e He Weidong, entrambi vicepresidenti della Commissione militare centrale. Secondo Reuters, quest’anno il forum ha l’obiettivo di promuovere la visione per la sicurezza globale di Xi Jinping, soprattutto tra i paesi del “Global South”. Le delegazioni occidentali presenti sono infatti perlopiù di basso livello: quella americana è guidata da Xanthi Carras, direttore per la Cina dell’Ufficio del sottosegretario alla Difesa. Comunque, diversi analisti sostengono che la rimozione di Li (che si trova sotto sanzioni da parte degli Stati Uniti) potrebbe spronare la ripresa del dialogo militare tra Washington e Pechino. Dalle prime dichiarazioni dei militari cinesi tuttavia traspare una crescente intolleranza nei confronti delle ingerenze americane nell’Asia-Pacifico, a cui Zhang ha fatto riferimento condannando i paesi che “creano deliberatamente disordini” e “istigano rivoluzioni colorate“. Il generale ha poi aggiunto che l’esercito cinese “non mostrerà pietà” davanti alle mire indipendentiste di Taiwan. A fargli eco il ministro degli Esteri russo Sergei Shoigu, secondo il quale lo sconfinamento della NATO nella regione aumenta il rischio di uno scontro tra potenze nucleari.
Cina e Stati Uniti al lavoro per organizzare l’incontro tra Xi e Biden a novembre
Si è conclusa nel fine settimana la trasferta di tre giorni a Washington del ministro degli Esteri cinese e capo della diplomazia del Pcc, Wang Yi. Il suo viaggio è servito a dare seguito al rafforzamento del dialogo bilaterale – che è ripreso a più livelli negli ultimi mesi – e a preparare il terreno per la futura visita di Xi Jinping negli Stati Uniti. Wang ha parlato sia con il segretario di Stato americano, Antony Blinken, che con il consigliere per la Sicurezza nazionale Jake Sullivan, prima di incontrare anche il presidente statunitense Joe Biden. “Cina e Stati Uniti devono mantenere le linee di comunicazione aperte”, si legge nel resoconto del meeting con Biden pubblicato dalla Casa Bianca. Con Blinken e Sullivan, Wang ha concordato di “lavorare insieme per [organizzare] l’incontro tra Biden e Xi a San Francisco a novembre”, in occasione dell’APEC. Anche se poi ha rimarcato come la “strada verso il vertice non sarà facile” e “occorre prima rimuovere ostacoli e interferenze”. Tra i temi toccati a Washington anche il conflitto tra Israele e Hamas e le recenti tensioni nel Mar cinese meridionale.
Cina, presentata la bozza di revisione della Legge sulla tutela dei segreti di Stato
La scorsa settimana Pechino ha presentato la bozza di revisione della Legge sulla tutela dei segreti di Stato. Pubblicata nel 1988, la legge era già stata aggiornata nel 2010. Con questi nuovi emendamenti (sono state aggiunte una dozzina di clausole) il governo ha ampliato la profondità e la portata del campo di applicazione della normativa. Come riportato dal South China Morning Post, ora tutti gli impiegati statali con accesso a informazioni riservate potranno viaggiare all’estero solo dopo aver ricevuto un’autorizzazione da parte delle autorità, una limitazione che resterà valida anche per chi avrà lasciato il lavoro o sarà andato in pensione da poco. La bozza è stata criticata da alcuni analisti per via della sua vaghezza: per esempio, non specifica cosa si intenda per “segreto di Stato”.
Sempre in settimana, Pechino ha proposto una revisione della Legge sulla beneficenza, che prevede nuove restrizioni alle organizzazioni (sia ONG che statali) che si occupano di carità, ora sottoposte ai controlli delle forze di polizia cinesi e a limitazioni nella raccolta di fondi dall’estero. Venerdì il ministero per la Sicurezza di Stato ha poi pubblicato un articolo che chiede agli utenti di stare attenti allo “spionaggio dei dati” associato alle SDK estere (ovvero i software utilizzati per la programmazione delle app), invitando a usare solo canali di download sicuri. Tutte misure che confermano come la sicurezza nazionale sia una priorità della leadership.
La cinese YMTC ha prodotto il chip di memoria 3D NAND più avanzato al mondo
La Yangtze MemoryTechnologies Co (YMTC), il principale produttore cinese di chip di memoria, ha fabbricato il chip di memoria 3D NAND più avanzato al mondo. Lo ha rivelato un rapporto di TechInsight, che ha analizzato il chip presente in un’unità di memoria a stato solido (SSD) lanciata dall’azienda lo scorso luglio. Si tratta di un “salto tecnologico arrivato a sorpresa”, ha dichiarato TechInsight. Con questo nuovo prodotto, infatti, YMTC ha dimostrato di essere in grado di produrre chip di memoria all’avanguardia nonostante a dicembre del 2022 sia stata inserita nella lista nera dal Dipartimento del Commercio americano. Secondo TechInsight, la flessione del mercato potrebbe aver permesso a YMTC di restare al passo con i principali produttori al mondo del settore, come Samsung, SK Hynix e Micron Technology. Non è chiaro – riporta il South China Morning Post – se l’azienda abbia usato solo componenti cinesi per produrre il chip. La memoria 3D NAND è utilizzata in tecnologie come l’intelligenza artificiale e il machine learning.
Bangladesh, almeno sei morti a seguito di grandi manifestazioni dell’opposizione in tutto il paese
Sabato a Dhaka, la capitale del Bangladesh, più di 100 mila persone hanno partecipato alle manifestazioni di protesta dei due principali partiti di opposizione, il Bangladesh Nationalist Party (BNP) e il Jamaat-e-Islami. Si trattava di due manifestazioni distinte, alle quali se n’è aggiunta una terza pro-governativa organizzata dalla Awami League (AL), il partito della prima ministra Sheikh Hasina. Le forze di opposizione sono scese in strada per chiedere che Hasina, premier dal 2009, lasci il potere a un governo ad interim neutrale in vista delle elezioni in programma il prossimo gennaio. In passato AL è stata accusata di aver manipolato i risultati elettorali per restare il partito di maggioranza, e il timore delle opposizioni è che lo stesso scenario possa ripetersi nel 2024. Come riportato dal Nikkei Asia, nel primo pomeriggio, a seguito di alcuni episodi violenti (AFP parla di un autobus e di un presidio di polizia dati alle fiamme), centinaia di agenti di polizia sono intervenuti per sedare le proteste. La polizia ha utilizzato gas lacrimogeni, proiettili di gomma e granate stordenti contro i manifestanti, armati di pietre e mattoni. Secondo AFP, gli scontri hanno causato 2 morti (un poliziotto e un manifestante), mentre un centinaio di poliziotti e decine di sostenitori dei partiti di opposizione sono rimasti feriti.
In risposta a quanto accaduto sabato, domenica il BNP ha organizzato uno sciopero nazionale. Secondo il Dhaka Tribune, almeno 4 persone (tra cui un giornalista) sono morte in seguito agli ulteriori scontri tra i manifestanti e la polizia.
Le Maldive stanno trattando per il ritiro del soldati indiani dal paese
Le trattative tra Maldive e India per ritirare i militari indiani dall’arcipelago sono “a buon punto”, ha dichiarato a Bloomberg il presidente maldiviano Mohamed Muizzu, che starebbe così tenendo fede a una delle sue principali promesse elettorali. Nelle Maldive sono stanziati circa 70 soldati indiani, voluti dal suo predecessore Ibrahim Solih nell’ottica di rafforzare la cooperazione tra Male e Nuova Delhi. L’India è in competizione con la Cina per mantenere un certo grado di influenza sulle Maldive. In questo senso, la vittoria di Muizzu è stata letta anche come una volontà del paese di ritornare nell’orbita di Pechino. Per ora il neopresidente non sembra pensarla così: “Vogliamo cooperare con tutti”, ha detto, sottolineando che il ritiro della truppe indiane non implica che “la Cina o altri paesi invieranno i loro soldati nelle Maldive”.
A cura di Francesco Mattogno