- Ex spia cinese rivela la sua identità in Australia
- Il Regno Unito arresta tre spie di Hong Kong
- Wang Yi: sviluppo relazioni bilaterali Cina-Corea del Sud “senza interferenze”
- Traffico globale dei dati: nel 2024 la Cina depositerà meno cavi sottomarini di Singapore
- Germania, due navi militari in Asia per contenere la Cina
- Pechino smentisce l’accusa di Manila sulla costruzione di un’isola artificiale nelle acque contese
Ex spia cinese rivela la sua identità in Australia
Una presunta ex spia cinese ha rivelato di aver fatto parte dell’unità di polizia segreta che dà la caccia ai dissidenti che vivono all’estero, secondo un’inchiesta di Four Corners. Si tratta della prima volta che un membro del gruppo di intelligence cinese parla pubblicamente, sottolinea l’emittente australiana Abc News. L’ex agente viene identificato come Eric (nome di fantasia) e avrebbe lavorato sotto copertura per l’unità più temuta dell’apparato di sicurezza cinese tra il 2008 e il 2023. Fuggito dalla Cina e arrivato in Australia l’anno scorso, Eric ha rivelato la sua storia all’ASIO, l’agenzia di spionaggio nazionale australiana, che però non ha rilasciato commenti. La notizia è stata resa pubblica a un anno dalla scoperta, da parte dell’AFP (la polizia federale australiana), di un’operazione di spionaggio in corso a Sydney, che aveva come obiettivo soprattutto persone cinesi considerate dissidenti che risiedevano nella città.
Il Regno Unito arresta tre spie di Hong Kong
Tre presunte spie di Hong Kong sono state accusate in Regno Unito ai sensi della legge sulla sicurezza nazionale approvata lo scorso anno. I tre uomini – Chi Leung Wai, 38 anni, di Staines-upon-Thames; Matthew Trickett, 37 anni, di Maidenhead; e Chung Biu Yuen, 63 anni, di Hackney – sono stati accusati di aver fornito assistenza ai servizi segreti di Hong Kong a seguito di un’indagine del comando antiterrorismo della polizia metropolitana britannica (Met). Non è chiaro chi fosse l’obiettivo delle operazioni di intelligence, ma il South China Morning Post include tra le probabile vittime l’attivista Nathan Law.
L’ambasciata cinese a Londra ha definito il caso “manipolazione politica anti-Cina”. Ai tre sospettati, tra cui Chung, che ricopre il ruolo di direttore dell’Ufficio economico e commerciale di Hong Kong (HKETO) a Londra, è stata concessa la libertà su cauzione. Un altro dipendente dell’ HKETO è stato arrestato in un analogo caso di spionaggio in Germania lo scorso mese. Dopo la repressione delle proteste pro-democrazia di Hong Kong, L’amministrazione Trump aveva cercato di chiudere le sedi americane dell’ HKETO citando la riduzione dell’autonomia concessa alla città dopo il ritorno alla Cina.
Wang Yi: sviluppo relazioni bilaterali Cina-Corea del Sud “senza interferenze”
In occasione della visita in Cina del 13 e del 14 maggio del ministro degli Esteri sudcoreano Cho Tae-yul, il suo omologo Wang Yi ha espresso la speranza che le relazioni bilaterali si sviluppino “senza interferenze”. Lo ha riportato l’agenzia di stampa sudcoreana Yonhap, secondo cui Wang ha aperto l’incontro riconoscendo le sfide crescenti che mettono a repentaglio i rapporti tra i due paesi. La visita di Cho nella Repubblica popolare, anticipata dall’alto diplomatico con la volontà di condurre colloqui “franchi e approfonditi” con la controparte cinese, è la prima di un ministro degli Esteri sudcoreano in Cina in oltre sei anni. Durante i colloqui, il ministro coreano ha affermato che Seoul e Pechino devono gestire con cautela i legami per evitare che il disaccordo si trasformi in conflitto. Rivolgendosi alla comunità imprenditoriale coreana, Cho ha avvertito che le relazioni economiche tra i due paesi stanno passando da una “partnership un tempo reciprocamente complementare a una competitiva“, promettendo sostegno per ridurre al minimo i rischi di investimento. I due ministri hanno anche concordato di lavorare per garantire il successo del prossimo vertice trilaterale che coinvolgerà anche il Giappone e che dovrebbe tenersi a Seoul il 26 e 27 maggio.
Traffico globale dei dati: nel 2024 la Cina depositerà meno cavi sottomarini di Singapore
Se per lungo tempo la Cina è stata identificata come un hub per le reti sottomarine che trasmettono le comunicazioni internazionali, dopo quest’anno le cose potrebbero in parte cambiare. La Cina diminuirà la costruzione di nuovi cavi sottomarini che la legano al resto del mondo, e ne depositerà solo tre (meno della metà di quelli previsti da Singapore, sottolinea Nikkei Asia). I cavi sono la spina dorsale di internet e trasportano il 99% del traffico globale dei dati. Il mercato è in crescita, secondo TeleGeography, perché cresce la domanda per via della diffusione di streaming e servizi iCloud. Per il 2025, a parte il completamento dei cavi che collegheranno Hong Kong alla Cina continentale, non sono previsti nuovi progetti.
Germania, due navi militari in Asia per contenere la Cina
Il 7 maggio due navi della Marina militare tedesca sono salpate per un viaggio della durata di otto mesi attraverso la regione dell’Asia-Pacifico. La fregata Baden-Wuerttemberge e la nave da rifornimento Frankfurt am Main parteciperanno a esercitazioni congiunte con le flotte di Canada, Stati Uniti, Giappone, India e Francia, la più importante e vasta delle quali è la Rim of the Pacific (RIMPAC), che si svolge ogni due anni al largo delle Hawaii. Come riporta Nikkei, di recente il vice ammiraglio tedesco Jan Christian Kaack ha allertato che il “comportamento aggressivo” della Cina sta generando le preoccupazioni di molti alleati in Asia. La mossa (che segue un’incursione nel 2021 dopo due decenni di assenza) punta a rafforzare la presenza militare della Marina militare tedesca nella regione in seguito alle crescenti tensioni che stanno mettendo sotto pressione il libero passaggio sulle rotte commerciali, come dichiarato dal ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius. Alla domanda dei giornalisti, l’alto diplomatico ha risposto che il passaggio delle navi nello Stretto di Taiwan è “un’opzione”, ma che nessuna decisione è già stata presa in merito.
Pechino smentisce l’accusa di Manila sulla costruzione di un’isola artificiale nelle acque contese
La Cina ha smentito l’accusa mossa dalle Filippine, secondo cui Pechino starebbe cercando di costruire un’isola artificiale nella Sabina Shoal (Xianbin Jiao in cinese, nota anche come Escoda Shoal), una secca dell’area contesa delle Isole Spratly. Nei giorni precedenti il portavoce della guardia costiera filippina, Jay Tarriela, ha affermato che i pattugliamenti avevano rilevato dei coralli frantumati che sarebbero stati scaricati dalle navi cinesi in prossimità della secca come parte dei tentativi di bonifica. Tarriela, non nuovo ad affermazioni di questo genere, ha aggiunto che la Repubblica popolare è l’unico paese tra quelli che rivendicano la sovranità sull’arcipelago Spratly ad essere coinvolto nella “distruzione selvaggia dell’ambiente marino”. Di recente, il governo di Manila ha comunicato la volontà di intentare una causa legale contro Pechino proprio per star mettendo a repentaglio l’esistenza delle barriere coralline all’interno della sua zona economica esclusiva. Il 30 aprile scorso le Filippine hanno accusato la guardia costiera cinese di aver utilizzato idranti per danneggiare una delle sue navi poco distante la secca di Scarborough.
A cura di Agnese Ranaldi e Vittoria Mazzieri