I titoli di oggi:
- Delegazione Usa in India per incontrare il Dalai Lama
- Alluvioni nel Sud della Cina, 9 morti e centinaia di sfollati
- Giappone: svalutazione yen pesa su bilancio Difesa
- Cina, record di milionari “in fuga” all’estero
- BRICS, la Malaysia potrebbe presto entrare nel gruppo
- Kim accoglie Putin: “Relazioni a livelli storici”
- Papua Nuova Guinea, nuovo round di negoziati con l’Australia a tema sicurezza
Delegazione Usa in India per incontrare il Dalai Lama
Una delegazione di funzionari di alto livello degli Stati Uniti che include, tra gli altri, l’ex speaker della Camera Nancy Pelosi, in India per incontrare il Dalai Lama. La visita, cominciata nel pomeriggio di martedì 18 giugno, servirà ai vertici statunitensi per discutere la recente legge approvata dal Congresso Usa che mette in discussione i diritti storici di Pechino sul Tibet, additando il controllo cinese sulla regione come “disinformazione durata secoli”. La legge sarà presto sul tavolo del presidente americano, Joe Biden. Pronta la risposta della Cina, che negli scorsi giorni per bocca dei media statali ha definito quello di Washington una “interferenza con il chiaro intento di causare problemi”. Oltre al controllo di Pechino, sulla questione tibetana rimane l’incertezza riguardo alla successione del leader spirituale buddhista, con il Dalai Lama che ha di recente dichiarato di “non avere ancora preso in considerazione la sua prossima reincarnazione”.
Alluvioni nel Sud della Cina, 9 morti e centinaia di sfollati
Prosegue l’allarme alluvione nelle regioni meridionali cinesi del Fujian e del Guangdong, dove le forti piogge dei giorni scorsi hanno provocato danni in diverse città, causando frane e sommergendo interi quartieri. Sono 9 le vittime accertate finora, 17 i dispersi e centinaia le persone rimaste sfollate. Ad essere maggiormente colpita è la città di Meizhou, dove oltre 130mila case sono rimaste senza elettricità. Nel Fujian invece, sono stati danneggiati anche alcuni templi mentre diverse reliquie storiche sono state perse tra fango e macerie. Il presidente cinese Xi Jinping ha emesso nuove ordinanze per la prevenzione delle alluvioni e delle frane a livello regionale descrivendo la situazione come “sempre più grave”.
Giappone: svalutazione yen pesa su bilancio Difesa
L’indebolimento dello yen in Giappone sta gravando anche sul bilancio della Difesa, dilatando i costi di acquisizione nel momento di riarmo del Paese. È quanto analizza il quotidiano Nikkei, mostrando esempi pratici sui costi degli armamenti di maggiore interesse per Tokyo. Il prezzo di cacciatorpediniere lanciamissili, per esempio, è aumentato da 240 miliardi di yen nel 2020 a 391 miliardi nell’anno corrente. Pesa anche il rincaro delle materie prime, che si sta riversando sui sistemi difensivi made in Japan con aumenti per unità pari al 35% di anno in anno. Nessun passo indietro però dal governo del primo ministro, Fumio Kishida, che per il momento ha assicurato che il piano di spesa quinquennale non subirà modifiche.
Cina, record di milionari “in fuga” all’estero
Il 2023 è stato l’anno record per numero di ricchi cinesi che hanno deciso di trasferirsi fuori dai confini della Repubblica popolare. E le previsioni per il 2024 sembrerebbero confermare un trend in rapida crescita. A comunicarlo è una ricerca prodotta dalla società Henley & Partners, che analizza i flussi di denaro tra diversi paesi, compresa la Cina. Lo studio rileva come sempre più aziende cinesi e i rispettivi proprietari o soci – oltre 13mila individui – abbiano scelto destinazioni diverse dalla Cina: gli Stati Uniti rimangono il paese più attraente, ma anche gli Emirati Arabi Uniti si confermano un paradiso per milionari.
Nel frattempo, mentre la Cina ha aperto a una politica agli ingressi nel paese più flessibile, alcuni stati stanno reintroducendo l’obbligo del visto. È il caso dell’Ecuador, che ha ripristinato il visto per i cittadini cinesi (rimosso nel 2016) citando un “anomalo flusso di ingressi irregolari”.
BRICS, la Malaysia potrebbe presto entrare nel gruppo
La Malaysia sarebbe pronta a entrare nel gruppo BRICS al fianco di Cina, Brasile, Russia e Sudafrica. L’indiscrezione arriva direttamente dal premier Anwar Ibrahim, che ha parlato di “procedure formali” in fase di completamento in un’intervista alla testata cinese Guancha. La questione è stata tra i temi di discussione al centro dell’incontro tenutosi il 19 giugno tra Anwar e l’omologo cinese Li Qiang, in visita nel paese. Le due parti hanno presieduto alla firma di 14 memorandum sulla cooperazione tecnologica, la lotta contro il crimine, e altri settori. Prevista inoltre una cerimonia in onore della controversa ferrovia East Coast Rail Link, sospesa dall’ex primo ministro Mahathir Mohamad e ancora in corso d’opera.
Nell’ultimo anno il gruppo si è già allargato ad Arabia Saudita, Iran, Etiopia, Egitto, Argentina ed Emirati Arabi Uniti. Altri 40 paesi hanno espresso la propria candidatura nell’organizzazione voluta dalla Cina come meccanismo di cooperazione e avvicinamento ai paesi meno sviluppati.
Kim accoglie Putin: “Relazioni a livelli storici”
“Le relazioni tra i nostri Paesi stanno entrando in un periodo di nuova grande prosperità, che non può essere paragonato nemmeno al periodo delle relazioni coreano-sovietiche del secolo scorso”. Lo ha detto Kim Jong-un accogliendo Vladimir Putin, giunto a Pyongyang nella tarda serata di martedì 18 giugno. Il leader nordcoreano ha sottolineato come la situazione nel mondo sta diventando più complicata ed è per questo che “intendiamo rafforzare ulteriormente la comunicazione strategica con la Russia e con la leadership russa”. Kim ha quindi sottolineato il ruolo di Mosca nel mantenimento dell’equilibrio strategico a livello globale e ha espresso pieno sostegno all’operazione militare speciale in Ucraina. Secondo l’agenzia TASS, Putin, che è stato accolto con una cerimonia di benvenuto in piazza Kim Il-sung, sarà impegnato in una intensa giornata di colloqui che si dovrebbe concludere con la firma di un nuovo trattato strategico. La cooperazione militare non è stata menzionata esplicitamente ma, secondo gli esperti, figura tra i temi in cima all’agenda dei due leader.
Papua Nuova Guinea, nuovo round di negoziati con l’Australia a tema sicurezza
Martedì 18 giugno Canberra ha annunciato l’invio di sette ministri australiani in Papua Nuova Guinea per proseguire il dialogo sui temi della cooperazione alla sicurezza e al commercio. L’Australia, principale partner dell’arcipelago, sta tornando a intervenire con maggiore attenzione nei confronti dello stato insulare date le recenti manovre di Pechino per intensificare le relazioni in materia di sicurezza. Pechino, infatti, ha già adottato degli accordi che facilitano l’invio di reparti militari e di polizia cinesi nelle Salomone e in Kiribati.