I titoli di oggi:
- Crisi energetica: Pechino interviene sui prezzi del carbone
- Cina: morto suicida il sospettato di omicidio che si era guadagnato la simpatia del web
- UE e Taiwan: Bruxelles sostiene la Lituania nella disputa con la Cina
- Brusca frenata per il 5G cinese
Crisi energetica: Pechino interviene sui prezzi del carbone
I prezzi delle materie prime in Cina hanno subito un forte crollo nella giornata di ieri, dopo che martedì la Commissione nazionale per lo Sviluppo e la Riforma (NDRC) ha dichiarato che ricorrerà a “tutti i mezzi necessari” per calmierare i prezzi record del carbone, che alimenta circa il 60% delle centrali elettriche cinesi. L’organo statale ha convocato due giorni fa una riunione dei principali conglomerati industriali, visti i problemi per la produzione derivanti dall’impennata dei prezzi delle materie prime. Dopo i prezzi record di inizio settimana, i futures (contratti tra le parti a un prezzo prefissato) sul carbone termico sono crollati dell’8%, scendendo a 1.755,40 yuan (235,61 dollari) a tonnellata. I futures sul carbone da coke sono scesi del 9%. Il calo ha colpito anche i prezzi di alluminio e zinco, scesi di oltre il 6%, e i prodotti petrolchimici come metano, urea e glicole etilenico hanno subito una riduzione dell’8 e 9%.
La NDRC ha affermato di aver preso misure per assicurare una produzione di carbone che raggiunga le almeno 12 milioni di tonnellate al giorno – dopo i poco più di 11 milioni al giorno a settembre. Sul tema è intervenuto ieri anche il premier cinese Li Keqiang, il quale ha chiesto a una mobilitazione generale per garantire la produzione e il trasporto del carbone per “un inverno caldo”, soprattutto nelle province settentrionali del paese, invitando le autorità locali di mantenere i prezzi a un livello stabile e di reprimere le attività speculative. Ma potrebbero volerci ancora diversi mesi “prima che venga ripristinato un fondamentale equilibrio tra domanda e offerta su scala globale”. ha commentato a Reuters Frederic Neumann, co-head della Asia economics research del gruppo bancario HSBC. Intanto le aziende cinesi hanno già iniziato a fare scorta di carburante; pare che sia stata approvata la costruzione di tre nuove miniere nella provincia nord-occidentale del Gansu, e la Cina spinge per nuovi progetti nell’eolico e nel fotovoltaico. [fonte Reuters, GT]
Cina: morto suicida il sospettato di omicidio che si era guadagnato la simpatia del web
Nella giornata di lunedì la polizia della contea di Pinghai, nella provincia meridionale cinese del Fujian, ha comunicato il decesso di Ou Jinzhong, accusato di aver accoltellato a morte durante una disputa due vicini di casa – un uomo di 78 anni e la nuora, e di averne ferite altri tre, tra cui un bambino di 9 anni. In seguito all’accaduto l’uomo si era dato alla fuga e la caccia da parte di centinaia di poliziotti durata più di una settimana ha appassionato milioni di persone in Cina. Seguendo le ricostruzioni sulla base dei resoconti degli abitanti del villaggio e dei post pubblicati da Ou, in assenza di informazioni ufficiali, molti cinesi hanno espresso simpatia nei confronti del fuggitivo.
Secondo quanto emerso su Weibo, rimasti per quasi cinque anni senza una casa a causa di una disputa su un terreno con i vicini, l’uomo e la sua famiglia hanno vissuto in una baracca vicino al mare. La questione era stata portata da Ou più volte all’attenzione di polizia e autorità locali, senza alcun risultato. Le sue vicissitudini hanno generato sul web una serie di riflessioni in merito ai frequenti abusi di potere e alla negligenza dei governi locali cinesi. Qualcuno si è perfino spinto a denunciare il totale fallimento del sistema legale e burocratico del paese. L’indignazione pubblica si è soprattutto indirizzata contro l’immediata cancellazione dell’account Weibo di Ou e nei confronti dell’alta ricompensa di denaro per chiunque fosse riuscito a trovarlo, anche morto. Dalle dichiarazioni degli agenti di polizia emerge che lunedì sera l’uomo è stato scovato in una grotta. Pare che abbia tentato di uccidersi e sia morto in ospedale malgrado i tentativi di soccorso. Molti si dicono scettici sulla veridicità della versione ufficiale e hanno chiesto alla polizia di rilasciare i video dell’arresto. [fonte CNN]
UE e Taiwan: Bruxelles sostiene la Lituania nella disputa con la Cina
La Lituania sta procedendo con i piani per ospitare un “ufficio di rappresentanza taiwanese” nella capitale, malgrado Pechino ad agosto abbia dirottato alcuni treni merci cinesi dal paese baltico, e varie aziende riportino perdite di licenze di esportazione con la Repubblica Popolare. Il Commissario europeo per la concorrenza Margrethe Vestager in occasione di un discorso al Parlamento europeo martedì ha ribadito il supporto degli altri stati membri nei confronti dei paesi “che si trovano costretti a prendere decisioni che la Cina trova offensive”. Il Commissario, esprimendosi a nome di Josep Borrell, Alto rappresentante europeo per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ha anche aggiunto che l’UE continuerà a respingere i “tentativi di intimidazione” della seconda grande potenza su scala globale e intende “impegnarsi ulteriormente” con Taipei. Intanto per dicembre è attesa una bozza per lo strumento anti-coercizione, che potrebbe fornire all’UE un mandato di rappresaglia per le prepotenze economiche percepite.
In queste ore il parlamento sta discutendo il suo primo documento non vincolante dedicato esclusivamente ai rapporti tra stati membri con Taiwan, in vista dell’intensificarsi delle tensioni militari nella regione. “Dobbiamo sottolineare la necessità della libertà di navigazione e di sorvolo nel Mar Cinese orientale e meridionale, così come l’importanza di perseguire la pace e la stabilità attraverso lo stretto di Taiwan”, ha detto Charlie Weimers, l’autore principale del rapporto. Michael Gahler, deputato tedesco di centro-destra del Parlamento europeo, ha recentemente parlato di Taiwan come della “parte democratica della Cina”, esortando l’UE a concludere con l’isola un accordo di investimento dal momento che Bruxelles ne ha già sancito uno con la Cina continetale, “la parte dittatoriale”. [fonte Politico, SCMP]
Brusca frenata per il 5G cinese
Gli sforzi cinesi per la costruzione dell’infrastruttura di rete 5G ha subito un rallentamento vista la carenza di componenti provenienti dagli Stati Uniti. La Cina costituisce più del 60% del mercato globale del 5G, ma la produzione delle componenti si è ridotta del 53% su base annua nel periodo gennaio-agosto di quest’anno. La frenata, dicono le stime ufficiali, prosegue da 11 mesi consecutivi ed è in parte attribuita al divieto per le aziende statunitensi di vendere alla Huawei e altre importanti aziende cinesi, con conseguente carenza di componenti cruciali nel paese.
Ma dal mercato del 5G cinese dipendono fortemente altri paesi dell’area. Visto il calo della domanda cinese, molti fornitori del Giappone stanno spostando la loro attenzione verso gli Stati Uniti e l’Europa. Sumitomo Electric Industries, produttore di cavi in fibra ottica con sede a Osaka, raddoppierà il personale incaricato della ricerca in questi mercati entro marzo e pare abbia già iniziato a vendere negli Stati Uniti. Il 90% dell’export della Sumitomo è ancora diretto il Cina, ma l’azienda mira nel prossimo quinquennio ad aumentare la quota statunitense ed europea a circa il 50% dall’attuale 10%. E non è la sola. Anche Nippon Electric Glass, specializzata in schermi piatti, lancerà un team di vendita dedicato al mercato statunitense ed europeo. Il governo cinese, da parte sua, sta prevedendo grossi investimenti nella tecnologia wireless di sesta generazione, e mira a potenziare la sua capacità produttiva interna per rispondere alle minacce del famigerato decoupling. [fonte Nikkei]
A cura di Vittoria Mazzieri
Marchigiana, si è laureata con lode a “l’Orientale” di Napoli con una tesi di storia contemporanea sul caso Jasic. Ha collaborato con Il Manifesto, Valigia Blu e altre testate occupandosi di gig economy, mobilitazione dal basso e attivismo politico. Per China Files cura la rubrica “Gig-ology”, che racconta della precarizzazione del lavoro nel contesto asiatico.