I titoli di oggi:
- Covid, Shanghai come Wuhan: altri rinforzi e corsa al vaccino circRna
- Auto elettriche, la cinese BYD abbandona i motori a fonti fossili
- Di fronte a Bucha Pechino sceglie il silenzio
- L’Oms riconosce i benefici della medicina tradizionale cinese
- La Banca Mondiale taglia le stime di crescita per l’Asia Orientale
- Corea del Nord, il nucleare torna nei discorsi di Kim Jong-Un
Covid, Shanghai come Wuhan: altri rinforzi e corsa al vaccino circRna
Prosegue il lockdown per Covid a Shanghai (che sarebbe dovuto terminare nella giornata di martedì 5 aprile) e continua ad arrivare nuovo personale sanitario per sostenere il ritmo del tracciamento. Si tratta del maggiore afflusso di volontari dal lockdown di Wuhan nel 2020. In quell’occasione, erano 42 mila gli operatori arrivati per contrastare la diffusione della pandemia da Covid 19. Secondo quanto riportato dal Global Times, sarebbero almeno 38 mila, in arrivo da 15 provincie. Lunedì 4 aprile la metropoli da 25 milioni di abitanti ha riportato 425 casi trasmessi localmente e 8581 asintomatici. Il totale, quindi, ha toccato le 60 mila infezioni da Covid.
A differenza di quanto accaduto a Wuhan, l’attenzione è ora puntata sulla massima aderenza alla politica “casi zero”. I diplomatici di trenta paesi hanno scritto al Governo cinese per chiedere la revisione alcune procedure. Prima tra tutte, la prassi di separare i minori contagiati dai genitori. Il consolato francese segnala, invece, l’assenza di assistenza in lingua inglese per gli stranieri che non conoscono bene il mandarino. Alcuni funzionari si sono uniti alle critiche che alcuni centri di quarantena forzata non siano nelle condizioni igieniche ottimali, o che manchi la privacy. Durante la conferenza stampa di lunedì il funzionario di Shanghai Wu Qianyu ha riaffermato le procedure esistenti, ma non esclude che possano avvenire delle modifiche per “perfezionare” il tracciamento e l’isolamento.
Arrivano novità anche sul fronte vaccini. Un gruppo di scienziati dell’Università di Pechino, dell’Accademia cinese delle scienze mediche e del Peking Union Medical College di Pechino sta sperimentando un nuovo siero a Rna circolare (circRna). La Cina sta cercando di produrre un’alternativa migliore ai vaccini finora utilizzati nel paese, tutti prodotti in loco. Il vaccino, per ora, è in fase di sperimentazione sugli animali e non è ancora certo che possa coprire contro varianti diverse da Omicron. Sullo circRna stanno lavorando anche altri team di scienziati nel mondo, come la statunitense Orna Therapeutics che sperimenta questa tecnologia contro malattie genetiche e cancro. In caso di successo, questo nuovo tipo di vaccini potrebbe essere conservato a temperature più elevate, facilitandone la conservazione e la distribuzione. L’Unione Europea promette, infine, di condividere la propria expertise sui vaccini mRna con la Cina per “intensificare la lotta contro il Covid”.
Auto elettriche, la cinese BYD abbandona i motori a fonti fossili
“BYD si concentrerà su ibridi elettrici e plug-in nel settore automobilistico”. Lo riporta un annuncio diffuso nella giornata di lunedì 4 aprile: il più grande produttore cinese di auto elettriche rinuncia completamente ai motori tradizionali. La compagnia prevede di utilizzare ancora una componente a benzina per alcuni modelli ibridi, ma prevede di posizionarsi sul mercato delle auto 100% elettriche. Solo a marzo BYD ha venduto 104.878 veicoli a nuova energia (Nev), contro le 24.218 di marzo 2021.
L’annuncio di BYD è coerente con gli impegni assunti da altre case produttrici (Volvo, Ford, General Motors, Mercedes-Benz e Jaguar Land Rover ) per eliminare gradualmente le fonti fossili entro il 2040. La Cina ha promesso di raggiungere le emissioni nette (ovvero azzerare l’impatto delle emissioni attraverso riduzioni e compensazioni) entro il 2060, e di raggiungere il picco delle emissioni entro il 2030.
Di fronte a Bucha Pechino sceglie il silenzio
Di fronte alle accuse sulle atrocità commesse dalle truppe russe in Ucraina Pechino ha scelto il silenzio. La diffusione di foto e video che mostrano numerosi cadaveri e fosse comuni a Bucha, vicino Kiev, dopo la ritirata delle forze russe, ha scatenato l’indignazione della comunità internazionale. Ma i media statali cinesi non hanno menzionato la questione o si sono limitati a riportare le smentite di Mosca sul coinvolgimento delle forze russe. Ieri su Weibo alcuni noti influencer hanno messo in dubbio la veridicità delle foto e hanno incolpato delle violenze inaudite i “nazisti” ucraini.
La Cina, quindi, continua a non condannare l’operato di Putin. Se nella chiamata con l’omologo ucraino Dmytro Kuleba il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha sottolineato l’importanza della pace e l’intenzione di Pechino di mantenere una posizione “obiettiva e imparziale”, all’interno dei confini le voci istituzionali si fanno meno pacifiche, tra commenti nei media ufficiali che evidenziano le responsabilità degli Stati Uniti e la nascita di nuovi corsi universitari che mirano a fornire agli studenti una “corretta comprensione” della guerra. Inoltre, i funzionari del Partito comunista si sono riuniti in tutto il paese per guardare e discutere un documentario completato lo scorso anno sulla storia dell’Unione Sovietica e sul ruolo di Putin. Della durata di 101 minuti, il docufilm non menziona la guerra in Ucraina, si schiera contro la lotta ideologica dell’Occidente e giustifica le preoccupazioni di Mosca rispetto al ruolo della Nato.
L’Oms riconosce i benefici della medicina tradizionale cinese
Lo scorso febbraio un panel di tre giorni della Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha raccomandato agli stati membri di prendere in considerazione l’uso della medicina tradizionale cinese contro il Covid, soprattutto se in combinazione con la medicina antivirale convenzionale. Malgrado siano necessarie ulteriori analisi, il rapporto dell’OMS riconosce già potenziali benefici nel trattamento dei sintomi, in particolare nella riduzione del rischio di progressione da casi lievi-moderati a casi gravi. Alla riunione hanno partecipato 21 esperti internazionali, tra cui membri della China Academy of Chinese Medical Sciences, i quali hanno citato uno studio condotto su 284 pazienti affetti da Covid-19: la metà di loro, a cui è stato somministrato uno dei trattamenti della medicina tradizionale, la capsula Lianhua Qingwen, ha recuperato in tempi più brevi rispetto agli altri. Si tratta di una formula che risale ai testi medici di epoca Han (206 a.C. – 220 d.C.) e che comprende 13 ingredienti, tra cui nocciolo di albicocca e rabarbaro. Secondo quanto riportato ieri da The Paper è ampiamente utilizzata in queste ore a Shanghai e ogni residente risultato positivo ne sta ricevendo due scatole.
La Banca Mondiale taglia le stime di crescita per l’Asia Orientale
La guerra in Ucraina minaccia l’economia asiatica. Martedì 5 aprile la banca Mondiale ha presentato un nuovo report che taglia le stime di crescita del 2022 per l’Asia Orientale. Prima un saldo +5%, ora potrebbe scendere al 4% in media su tutta la regione. Secondo quanto riportato nel documento, “la regione deve affrontare una triade di shock che minacciano di minare il suo slancio di crescita”: il conflitto ucraino, l’aumento dei prezzi dei beni alimentari e la volatilità finanziaria. Gli eventi nelle ultime settimane, confermano gli esperti, hanno rimesso in discussione la ripresa post Covid.
Corea del Nord, il nucleare torna nei discorsi di Kim Yo-Jong
Pyongyang prepara i suoi cittadini a una nuova era di relazioni lungo il 38° parallelo. Secondo quanto riportato dai media statali, Kim Yo-Jong – alto funzionario e sorella del leader Kim Jong-Un – avrebbe detto che la Corea del Nord rifiuta la guerra ma “userebbe armi nucleari se la Corea del Sud attaccasse”. L’annuncio arriva in un clima di crescenti tensioni sulla penisola, dove sono aumentati i test missilistici a nord. A sud, invece, la nuova amministrazione (che entrerà ufficialmente in carica a maggio) guidata da Yoon Suk-yeol ha parlato spesso della necessità di rispondere con “maggiore energia” alle minacce nordcoreane. Per conoscere meglio il tema, a marzo è uscito il dossier di approfondimento sulla Corea.
Di Sabrina Moles e Vittoria Mazzieri