In Cina e Asia – Coronavirus: La Cina riparte ma due terzi delle attività rimangono chiuse

In Notizie Brevi by Gian Luca Atzori

Ad un mese dal blocco delle attività la Cina ha raggiunto il picco delle infezioni. Il 91% delle grandi aziende straniere e circa un terzo delle compagnie cinesi sono pronte a ritornare progressivamente a regime. Secondo Shu Zhaohui, ufficiale del Ministero per l’Industria e la Tecnologia cinese, “più le aziende sono piccole e più faticano a riprendere la produzione”. Le difficoltà maggiori sono dovute ad una disgregazione senza precedenti delle filiere produttive, una condizione virtualmente impossibile da anticipare o pianificare per qualsiasi attore economico, a prescindere dalla sua portata. Segnali di apertura anche da parte del governo centrale che allenta gradualmente i blocchi totali in numerose zone del paese. “Stati Uniti e Europa non hanno idea della devastazione che sta avvenendo in Cina.” Afferma l’esperto di gestione del rischio Kent Kedl “Negli anni abbiamo aiutato numerose aziende a prepararsi per affrontare situazioni di compromissione delle filiere produttive, ma questo caso va oltre ogni scenario ipotizzabile. La situazione presuppone un blocco totale del paese, nessuno ha mai quindi lavorato su quel tipo di scenario.” [fonte: SCMP]

Pechino espelle tre giornalisti americani, Trump medita vendetta
L’amministrazione Trump discute sulle modalità di risposta all’espulsione di tre reporter del Wall Street Journal e sulle restrizioni lavorative subite dagli americani in Cina. Tra le misure sarebbe prevista la possibilità di espulsione per i giornalisti cinesi negli States, un provvedimento che potrebbe colpire centinaia di residenti in America. “Il governo cinese non accoglie media che pubblicano dichiarazioni razziste o attaccano maliziosamente la Cina” ha dichiarato Geng Shuang, referente del Ministero degli Esteri. Per John Lewis, direttore del Journal, la Cina necessita di giornalismo di qualità e questa decisione compromette lo sforzo verso tale direzione. Non è la prima volta che Pechino censura o allontana giornalisti e testate straniere. Non è neanche la prima volta che si discute di ritorsioni nei confronti della restrizione di Pechino al lavoro straniero o alla libertà di stampa. E’ però la prima volta, da Mao a oggi, che il governo cinese decide di espellere un gruppo di giornalisti americani appartenenti alla stessa emittente. Lo stesso vale per l’espulsione di reporter cinesi innocenti su basi etniche, un eventualità che costituirebbe un precedente unico, dal dopoguerra a oggi, per un paese democratico. [fonte: Bloomberg]

Cina: Allontanati dagli ospedali perché non affetti da Coronavirus

Liu Zhao era pronto per curare un tumore alla spina dorsale, quando improvvisamente gli fu detto di andarsene. Chris Wang invece necessitava della dialisi due volte a settimana, ma da settimane nessun paziente la riceve più. Liu e Wang sono solo due delle migliaia di storie di vita eclissate dall’epidemia pur non avendola contratta. Liu non era in grado di camminare per tornare a casa da solo, ma le ambulanze erano tutte impegnate a Wuhan e nell’Hubei. Lo stesso vale per la stanza della dialisi di Chris e per tutti coloro che, come lui, stanno rischiando la vita per l’assenza di servizi sanitari ordinari. Allontanati dagli ospedali perché non affetti da Coronavirus, la gestione della nuova epidemia solleva un ulteriore aspetto critico e paradossale. “È comprensibile l’esigenza del governo di posti letto per i pazienti affetti dal virus” afferma Wang, “ma non ha senso eliminare una sala dialisi se quei pazienti rischiano di morire nel non effettuare le trasfusioni per tempo”. [fonte: Time]

La Malesia al centro di uno tsunami politico

La Malesia si trova divisa all’interno di uno scontro domestico tra fazioni mentre l’epidemia da Sars-Cov19 dilaga nel sud est asiatico. Lunedì, apparentemente senza un motivo specifico, il leader più vecchio al mondo -il primo ministro Mahathir Mohamad- ha rassegnato le sue dimissioni. In seguito all’annuncio, l’alleanza di governo è naufragata mentre il re ha accettato con riserva la decisione, nominandolo premier ad interim al fine di gestire la transizione politica. L’alleanza di governo tra Mahathir e Anwar Ibrahim è salita al governo nel 2018, dopo aver sconfitto il governo di Najib Razak, leader coinvolto in una delle più grandi truffe al mondo -la 1MDB- dal valore di 700 milioni di dollari. Per la prima volta, la fiducia per il monarca e sultano Abdullah Ri’ayatuddin diviene centrale e determinante nella risoluzione di uno tsunami politico nazionale. [fonte: Guardian]

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