In Cina e Asia – Coronavirus: è di nuovo allarme a Pechino

In Notizie Brevi by Sharon De Cet

Dopo ben 55 giorni senza nuovi casi registrati, le autorità di Pechino hanno confermato 79 nuovi casi domestici di Covid-19 la settimana scorsa nella sola area metropolitana della capitale, di cui 36 sono stati registrati sabato, tutti legati al mercato alimentare  di Xinfadi. L’annuncio arriva dopo che la capitale aveva ufficialmente sollevato la maggior parte delle restrizioni sanitarie di modo da rilanciare l’economia locale. I nuovi casi hanno portato Pechino a reintrodurre alcune misure per limitare il contagio, nella paura di una seconda ondata: la quarantena è stata reintrodotta per viaggiatori in partenza da Pechino e diretti in altre province, mentre cinema, teatri e centri di intrattenimento rimarranno chiusi fino a nuovo ordine. Inoltre, anche la riapertura delle scuole primarie e secondarie, che secondo le direttive avrebbe dovuto aver luogo questo lunedì, sarà rimandata, così come i principali eventi sportivi. Mentre le autorità di Pechino stanno rintracciando gli avventori del mercato di Xinfadi per sottoporli a test, altri 6 mercati all’ingrosso che i pazienti avevano visitato sono stati chiusi fino a nuovo ordine. Secondo la stampa locale, il vicecapo del distretto di Fengtai, dove si trova il Xinfadi, il segretario del partito di Huaxiang e il general manager del mercato, sono stati rimossi dai loro incarichi per negligenza.  [fonte SupChina, SCMP]

Coronavirus: finita l’emergenza, i produttori di mascherine contano le perdite

Secondo i dati del sito cinese Tianyancha, nei primi cinque mesi del 2020 ben 70.802 nuove società si sono registrate per fabbricare maschere in Cina, segnando un aumento del 1256% rispetto all’anno precedente, con ben 7.296 aziende registrate per fabbricare o commercializzare tessuti in polipropilene soffiato, componente fondamentale delle mascherine chirurgiche. Molte di queste imprese hanno riconvertito i loro centri di produzione in siti per la fabbricazione di maschere, sperando di trarre profitto dall’emergenza sanitaria che da mesi imperversa in tutto il mondo. Tuttavia, la crescita  della domanda internazionale – complici anche le accuse secondo le quali Pechino stesse esportando materiale di bassa qualità – ha portato Pechino ad irrigidire le regole di esportazione e ad adottare criteri di qualità più severi sui materiali sanitari, portando molti produttori di bassa gamma al fallimento. A subire più duramente il contraccolpo è stata la semisconosciuta città di Yangzhong nel Jiangsu che, da gennaio a metà aprile, ha ospitato oltre 1.000 nuove aziende di produzione o commercio di polipropilene per mascherine chirurgiche. Dopo che il 15 aprile scorso il governo di Yangzhong ha iniziato ad applicare le nuove norme di controllo qualità, 867 fabbriche di polipropilene hanno dovuto chiudere i battenti, lasciando numerosi imprenditori con tonnellate di materiale invenduto e macchinari inutilizzati. Secondo i dati ufficiali, attualmente il polipropilene soffiato vale in Cina circa 18.000 yuan (2.257 euro) a tonnellata, ovvero solamente il 15% del suo valore ad inizio aprile. [fonte SCMP]

A Shanghai comincia la settimana dell’orgoglio LGBT

“Raise the Pride” è l’insegna sotto la quale si sta svolgendo a Shanghai la manifestazione per il mese dell’orgoglio LGBT. L’evento è cominciato domenica scorsa, quando più di 100 persone hanno approfittato della diminuzione delle restrizioni sanitarie per prendere parte ad una corsa nel cuore della città per sensibilizzare l’opinione pubblica sui diritti della comunità LGBT. Come in molte città del mondo, anche a Shanghai la manifestazione – che si prolungherà fino al 21 giugno – prevede, oltre che attività sportive, anche conferenze e seminari aperti al pubblico sulle tematiche di diritto LGBT. Sebbene l’omosessualità sia legale in Cina ed il paese abbia smesso di classificarlo come disturbo mentale nel 2001, ad oggi il matrimonio tra persone dello stesso sesso non è ancora riconosciuto dalla legislazione cinese e lo stigma sociale relativo all’omosessualità dissuade ancora i membri della comunità LGBT ad esporsi in pubblico e alle proprie famiglie. [fonte Reuters]

La Joint Venture di American Express è pronta per operare in Cina

Sabato scorso la People’s Bank Of China (PBOC) ha approvato una licenza operativa per la Express Technology Services Co., una joint venture tra American Express e LianLian DigiTech Co Ltd, rendendo così American Express la prima banca straniera a poter condurre operazioni onshore in Cina. In una nota, American Express ha dichiarato che la licenza rappresenta un importante passo avanti non solo nella sua strategia di crescita, ma anche una pietra miliare per l’apertura del mercato dei pagamenti della Cina continentale alle imprese straniere. Mentre American Express prevede di cominciare le transazioni entro la fine dell’anno, la PBOC ha recentemente approvato una richiesta della joint venture cinese Mastercard per condurre operazioni di compensazione bancaria nel paese, senza però al momento rilasciare alcuna licenza operativa. Resta in attesa anche Visa, la cui richiesta – effettuata nel 2018 – è ancora in fase di approvazione. [fonte Reuters]

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