Dopo tre giorni di pausa il numero delle infezioni torna a salire. Secondo i dati annunciati questa mattina dalle autorità sanitarie cinesi, nelle precedenti 24 ore sono stati rilevati 2.048 nuovi casi e 105 decessi rispetto ai 2.009 contagi e alle 142 vittime del giorno prima. Lo Hubei, che continua a rappresentare l’area più colpita con 1,933 nuovi casi, ha annunciato nuove restrizioni sulla circolazione ormai estesa a tutta la provincia con la quasi totale chiusura di centinaia di migliaia di villaggi. Presiedendo il primo meeting del comando di controllo e prevenzione, il nuovo segretario provinciale, l’ex sindaco di Shanghai Ying Yong, ha sottolineato la necessità di snellire la burocrazia per poter agire in maniera più rapida e decisa. Migliorare la distribuzione delle risorse mediche e coltivare l’educazione alla prevenzione e al controllo delle malattie rimane una delle priorità del governo, ha spiegato il leader. Mentre nel weekend la commissione sanitaria ha interpretato il calo degli scorsi giorni come il segno di una stabilizzazione dell’epidemia, nella giornata di ieri l’Oms – presente in Cina con un team di esperti – si è sfilata dall’arrischiare previsioni spiegando che allo stato attuale l’evoluzione della malattia è “impossibile” da prevedere.[fonte: SCMP; SCMP, ]
Coronavirus: anche Xi Jinping sapeva tutto
Il presidente Xi Jinping avrebbe messo in guardia i membri del Politburo contro il rischio di contagio da un virus precedentemente sconosciuto quasi due settimane prima che le autorità cinesi ne avessero pubblicamente annunciato la trasmissione da uomo a uomo. È questo ciò che trapela da un discorso interno pubblicato sabato scorso dalla rivista di partito Qiushi e ritrasmesso dalla televisione nazionale, che riporta inoltre che Xi avrebbe ordinato alle forze dell’ordine di assicurare a tutti i cittadini sufficienti risorse energetiche ed alimentari, mobilizzando la polizia per assicurare il rispetto della legge durante l’epidemia. Secondo molti politologi, la pubblicazione in tempi così rapidi del discorso di Xi è un evento inusuale nella tradizionalmente riservata politica cinese, e sarebbe forse un tentativo della leadership di alleviare la forte pressione domestica e lo scrutinio internazionale al quale Xi è stato sottoposto dall’inizio del contagio. La pubblicazione del discorso del presidente avviene nel momento in cui un panel di esperti dell’OMS giunge a Pechino, prima tappa di una visita che coinvolgerà tre altre province cinesi con l’obiettivo di raccogliere statistiche sull’evoluzione del virus e formulare poi delle raccomandazioni ufficiali al governo cinese. [fonte: SCMP]
Cina: in quarantena le banconote usate
Il governo cinese ha interrotto la circolazione di banconote usate in tutte le province e le città più colpite dall’epidemia, incrementando le misure di disinfezione del contante grazie all’immissione sul mercato di 600 miliardi di yuan (circa 79,3 miliardi di euro) in banconote nuove nel solo Hubei, l’epicentro del coronavirus. A svelare i dettagli del nuovo piano anti-contagio è stato Fan Yifei, vicegovernatore della Banca popolare cinese. Stando a quanto dichiarato da Fan, il denaro proveniente dalle principali aree colpite dal coronavirus sarà sanificato con raggi ultravioletti o attraverso alte temperature, tenuto in isolamento al chiuso per almeno 14 giorni per poi venire nuovamente distribuito. Il denaro circolato in aree meno rischiose sarà invece soggetto ad una sola settimana di quarantena, mentre agli uffici contabili verrà ordinato di separare il denaro proveniente da ospedali e dai mercati alimentari. [fonte: Bloomberg]
Monaco: storico incontro tra gli Esteri di Cina e Vaticano
Sabato scorso, a margine della Conferenza sulla Sicurezza di Monaco, si sono incontrati il ministro degli esteri cinesi Wang Yi e la sua controparte vaticana, l’arcivescovo Paul Gallagher. Sebbene i dettagli di questo storico incontro tra Cina e Vaticano siano pochi, il comunicato rilasciato dal Global Times riporta le parole di sostegno alla Cina pronunciate da parte di Gallagher anche a nome di papa Francesco, sottolineando la vicinanza dimostrata dal Vaticano al popolo cinese in questo periodo segnato dall’epidemia di coronavirus. Già il mese scorso il Papa aveva dimostrato il suo sostegno alla Cina, inviando 600mila mascherine in aiuto di Pechino, e l’incontro di Monaco sembrerebbe sancire un’ulteriore tappa in favore di una più stretta collaborazione tra il gigante asiatico e la Santa Sede. Il ministro degli esteri cinesi Wang Yi ha infatti ricordato i progressi avvenuti a partire dal 2018 nella cooperazione tra i due paesi, anno in cui il Vaticano e Pechino hanno firmato l’accordo sulla nomina dei vescovi in Cina, considerato da molti esperti un trattato unico nel suo genere. L’accordo – la cui scadenza è prevista a settembre di quest’anno ma che potrebbe essere prorogato con l’accordo delle parti – sembrerebbe aver risolto la spinosa questione della designazione dei membri del clero cinese, che per decenni aveva causato tensione tra le due parti. [fonte: GlobalTimes]
La migrazione del Chunyun crolla del 45%
Quest’anno il numero dei viaggi effettuati dai cittadini cinesi durante il Chunyun – il periodo di migrazione di 40 giorni in occasione delle festività del Capodanno lunare – sarebbe crollato del 45% rispetto al 2019. Le cifre, annunciate dal Ministero dei Trasporti cinesi lo scorso sabato, stimano a 283 milioni i viaggi effettuati quest’anno, con una media giornaliera di 13,48 milioni, in calo dell’82,3% rispetto al 2019. Secondo Liu Xiaoming, portavoce del ministero, nel 2020 non si verificherà neanche il tipico picco di viaggi che sancisce il ritorno al lavoro dei milioni di cittadini che tradizionalmente passano il Capodanno lunare con la propria famiglia. Con solo tre giorni rimanenti fino alla fine del periodo del Chunyun, il coronavirus continua a paralizzare i trasporti e la maggior parte dei viaggiatori non è ancora ritornata in città, causando un drastico crollo nelle vendite dei biglietti per treni e aerei: quest’anno, le compagnie aeree hanno infatti già cancellato più di 20 milioni di biglietti, con una perdita di quasi 20 miliardi di yuan. Una situazione simile si è registrata anche per le ferrovie: Li Wenxin, vicedirettore generale di China Railway, ha dichiarato che i biglietti venduti in questo Chunyun sono meno di un decimo di quelli venduti lo scorso anno. Mentre molti cittadini sono già tornati ed altri restano in attesa del via libera per viaggiare, le ispezioni ai passeggeri dei treni in ritorno verso le città sono già ricominciate, con zone speciali di quarantena e postazioni mediche già operative in tutte le stazioni locali principali. [fonte: Xinhua]
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Classe ’94, valdostana, nel 2016 si laurea con lode in lingua cinese e relazioni internazionali presso l’Università cattolica del sacro cuore di Milano. Nonostante la sua giovane età, la sua passione per la cultura cinese e le lingue la portano a maturare 3 anni di esperienza professionale in Italia, Svezia, Francia e Cina come policy analyst esperta in Asia-Pacifico e relazioni UE-Cina. Dopo aver ottenuto il master in affari europei presso la prestigiosa Sciences Po Parigi, Sharon ora collabora con diverse testate italiane ed estere, dove scrive di Asia e di UE.