La nostra rassegna quotidiana
Corea del Nord, sospette violazioni alle sanzioni internazionali
Il ministero degli Esteri giapponese ha denunciato attività che potenzialmente violano le sanzioni internazionali contro la Corea del Nord. Un aereo spia di Tokyo ha infatti avvistato il trasferimento di un carico da una nave marchiata con caratteri cinesi e un’imbarcazione battente bandiera nordcoreana. In seguito ai test balistici e nucleari dello scorso anno, la comunità internazionale ha applicato nuove e più stringenti sanzioni contro il regime di Kim Jong-un, tra cui un embargo di circa il 90 per cento sulle importazioni di petrolio. Da settimane, in coincidenza con l’inizio delle Olimpiadi invernali che hanno portato a una distensione dei rapporti tra le due Coree, Tokyo avverte gli alleati — in particolare Seul — di stare in guardia rispetto all’offensiva dello charme di Pyongyang. Le informazioni diffuse dal governo giapponese ora potrebbero portare a un nuovo inasprimento delle misure punitive nei confronti del paese. Di più, mettono anche in discussione la posizione della Cina. Intanto fonti del governo Usa accusano Pyongyang di aver fatto saltare un incontro tra la delegazione nordcoreana e il vicepresidente Usa Mike Pence.
Taiwan cerca di attirare turismo islamico
Con il numero di presenze dalla Cina continentale, Taiwan prova a migliorare l’accoglienza diretta ai turisti musulmani. Dai ristoranti di cibo halal alle spa con gli spazi per la preghiera, Taiwan sta spingendo sempre di più su una politica diretta verso sud, sempre più amichevole bei confronti dei turisti provenienti dai 16 paesi di sud e sudest asiatico, abitati da milioni di persone di religione islamica, e ad Australia e Nuova Zelanda. Alla base le tensioni tra Taipei e Pechino approfonditisi con l’elezione della presidente Tsa Ing-wen nel 2016. Alcuni operatori però lamentano i primi problemi della politica turistica rivolta verso sud: i cinesi spendono di più.
Filippine, la guerra alla droga conviene anche all’Inghilterra
150mila sterline: è questo il valore dell’equipaggiamento venduto da Londra al governo di Rodrigo Duterte. Si tratta di strumenti ad alta tecnologia usati per intercettare conversazioni telefoniche e comunicazioni via internet e che sarebbero stati usati dalle autorità Filippine per monitorare le attività di sospetti narcotrafficanti, spacciatori e anche politici consegnati a Manila nel 2016. La guerra alla droga di Duterte ha causato l’uccisione di 12mila persone (soprattutto piccoli spacciatori).