Si è conclusa poco fa, senza particolari sorprese, la sessione plenaria del parlamento cinese. L’evento, che per tradizione prevede l’annuncio ufficiale degli obiettivi economici per l’anno in corso, quest’anno ha coinciso con la revisione finale del nuovo piano quinquennale e della strategia di sviluppo nota come “vision 2035”. Il periodo coperto dai due documenti ci si attende corrisponderà alla durata della presidenza Xi Jinping grazie alla rimozione del limite dei due mandati del 2018. Allora Xi avrà compiuto 82 anni, la stessa età che aveva Mao al momento della sua morte. Come anticipato nella nostra newsletter settimanale, il massimo organo legislativo cinese ha anche approvato (all’unanimità con un’astensione) la riforma del sistema elettorale di Hong Kong che preannuncia una sempre maggiore emarginazione dell’opposizione pro-democrazia. Rimandiamo a domani dettagli e analisi [fonte SCMP]
Pechino vuole attirare stranieri qualificati da impiegare nel settore tecnologico
La Cina vuole attirare stranieri qualificati, compresi i professionisti dell’industria tecnologica, per contribuire a raggiungere l’obiettivo di diventare una “potenza tecnologica” autosufficiente. La misura sarà introdotta nel prossimo piano quinquennale per lo sviluppo, che è stato presentato durante le sessioni legislative annuali in corso a Pechino. Il nuovo programma prevede l’ingresso in Cina di numerosi talenti stranieri per promuovere e migliorare settori tecnologici chiave, come l’intelligenza artificiale, l’informatica quantistica, lo spazio e l’esplorazione delle profondità marine. Per gli stranieri altamente qualificati che vogliono lavorare in Cina, sarà migliorato anche il sistema di residenza permanente. [fonte SCMP]
Il sistema giudiziario cinese diventa hi-tech
La Cina potrebbe avere il primo sistema legale al mondo integrato nell’AI. Attraverso ambiziosi sforzi tecnologici, come l’utilizzo dell’analisi dei big data e dell’intelligenza artificiale, il Paese mira a trasformare il modo in cui funziona attualmente il sistema giudiziario. I cambiamenti rientrano nell’iniziativa cinese “smart court”, una politica firmata dal presidente della Suprema corte del popolo, Zhou Qiang, finalizzata a rafforzare il potere politico centralizzato e implementare il controllo dei giudici. Secondo il rapporto della Corte suprema del popolo presentato lunedì durante le sessioni plenarie, l’obiettivo è quello di introdurre diverse misure per rendere più efficiente l’archiviazione di documenti cartacei per i funzionari del tribunale oppure introdurre l’AI per garantire, attraverso l’utilizzo degli algoritmi, processi più snelli e trasparenti, soprattutto quelli relativi ai casi legati al diritto della proprietà intellettuale. C’è anche l’ipotesi di estendere in tutto il paese, come già introdotto in diversi tribunali cinesi, il progetto pilota dall’ammissione elettronica delle prove. [fonte SCMP]
Linkedin chiude le iscrizioni agli utenti cinesi
Il social network americano Linkedin, di proprietà della Microsoft, era l’unico social network straniero a non essere finito nel mirino dei controllori cinesi. Il sito, che ha fatto il suo ingresso in Cina nel 2014, ha interrotto le iscrizioni di nuovi utenti del paese. Lo ha reso noto la stessa azienda, citando la necessità di far aderire la propria policy alle leggi cinesi. Linkedin, che viene gestita dalla Microsoft attraverso una joint venture locale, non ha chiarito quali leggi abbiano portato alla sospensione delle iscrizioni di nuovi membri. Il social network, che vanta oltre 50 milioni di utenti nel paese orientale, è stato spesso criticato in Cina per aver ritirato i profili professionali legati ai dissidenti e per aver cancellato dalle sue pagine contenuti politicamente sensibili. La scorsa settimana, Microsoft ha denunciato che un gruppo di hacker legato al governo cinese, che opera però fuori dalla Cina, ha sfruttando falle di sicurezza precedentemente sconosciute nei suoi servizi di posta elettronica Exchange per rubare dati aziendali. Secondo quanto dichiarato da un portavoce di LinkedIn a Bloomberg, la sospensione di nuove iscrizioni in Cina non è però correlata al cyberattacco. [fonte AFP]
Gli Usa temono un’invasione cinese di Taiwan entro sei anni
La Cina potrebbe invadere Taiwan entro i prossimi sei anni. E’ l’allarme lanciato dall’ammiraglio Philip Davidson, capo del Comando Usa dell’area Asia- Pacific con sede alle Hawaii, in un’audizione al Senato. Secondo Davidson, Pechino sta accelerando le sue mosse per soppiantare la leadership americana in Asia, come è evidente dall’aumento della presenza militare cinese nell’area. Le forze militari cinesi, secondo il massimo ufficiale di Washington, hanno indebolito l’equilibrio nella regione, rendendo più forte il rischio di un intervento senza che gli Usa possano reagire efficacemente. Qualche giorno fa, il ministro degli Esteri cinese Wang Li ha sottolineato che Taiwan è una parte “inalienabile” del territorio cinese e che i due lati dello stretto “saranno riunificati”. Ma è stato proprio il presidente cinese Xi Jinping, a capo della Commissione militare centrale, a ribadire la necessità di mantenere alta la difensiva, chiedendo all’esercito cinese di “essere pronto a rispondere a situazioni complesse e difficili, mentre il paese è alle prese con le sfide che minacciano la sicurezza nazionale” [fonte Guardian]
Ha collaborato Alessandra Colarizi
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Sanseverese, classe 1989. Giornalista e videomaker. Si è laureata in Lingua e Cultura orientale (cinese e giapponese) all’Orientale di Napoli e poi si è avvicinata al giornalismo. Attualmente collabora con diverse testate italiane.