Scoccati i primi 100 giorni di governo Biden, molte delle politiche cinesi introdotte dal suo predecessore sono ancora in fase di revisione. Quello che traspare piuttosto chiaramente, tuttavia, è la volontà di continuare a fronteggiare a muso duro la superpotenza rivale. Mentre non sappiamo cosa ne sarà delle tariffe commerciali o delle attività di Tik Tok e WeChat negli Stati uniti, sappiamo invece che nel Pacifico rullano i tamburi di guerra. Secondo Wu Qian, portavoce del ministero della Difesa, le operazioni di navi e aerei militari statunitensi nelle aree rivendicate da Pechino sono aumentate rispettivamente del 20 e del 40% su base annua. Wu ha condannato nello specifico la recente manovra di un cacciatorpediniere americano nelle acque in cui erano in corso le esercitazioni della portaerei cinese Liaoning. Durante il suo primo discorso al Congresso, Biden ha confermato di voler mantenere una forte presenza militare nel Pacifico. “Siamo in competizione con la Cina e altri paesi per vincere il 21 ° secolo”, ha avvertito l’inquilino della Casa Bianca paventando il rischio di un sorpasso cinese in termini economici e tecnologici. [fonte AP]
Cina: creata una nuova superagenzia contro le epidemie
Pechino ha creato una nuova agenzia di livello viceministeriale (la National Disease Prevention and Control Administration) incaricata di supervisionare il controllo e la prevenzione delle malattie. Il nuovo ente – che sarà diretto dall’attuale numero due della Commissione sanitaria nazionale – risponde alla necessità di correggere i problemi sistemici evidenziati dal Covid-19. Dalle poche informazioni disponibili non è chiaro come la superagenzia opererà. Ma dalle indiscrezioni circolate mesi fa sulla stampa cinese era emersa la possibilità di una fusione tra i dipartimenti incaricati di intervenire in caso di emergenze sanitarie e il Centro per la prevenzione e la cura delle malattie (CDC). L’obiettivo è quello di dare al nuovo ente maggiori poteri nella gestione delle epidemie dal momento che il sistema attuale permette al CDC di raccogliere ed analizzare dati, ma non di informare autonomamente il pubblico sui rischi rilevati. [fonte Caixin]
La nuova stazione spaziale cinese prende forma
La Cina ha trasportato in orbita il primo modulo della sua nuova stazione spaziale Tiangong, che dovrebbe diventare operativa a partire dal prossimo anno. Il modulo, che si chiama Tianhe (“armonia dei cieli” in cinese), costituirà la parte centrale della stazione spaziale, che ospiterà tre astronauti e ci si attende raggiungerà le dimensioni di un edificio di cinque piani. In tutto serviranno dieci lanci per completare il progetto entro la fine del 2022. “La costruzione di una stazione spaziale e l’istituzione di un laboratorio spaziale nazionale è un importante progetto per la costruzione di un paese potente nel campo della scienza, della tecnologia e del settore ‘aerospaziale”, ha sentenziato Xi Jinping rievocando lo spirito del principio “due bombe un satellite”, quando gli anni ’60 e ’70 la Cina di Mao testò l’atomica e la bomba a idrogeno e il primo missile balistico intercontinentale. Come ammesso da alcuni scienziati coinvolti nel progetto, la nascita di Tiangong è collegata all’esclusione della Cina dalla stazione spaziale internazionale per volere degli Stati uniti. Così, sebbene 16 paesi stiano partecipando allo sviluppo della missione cinese, gli Stati uniti – pur avendo fatto domanda – sono stati messi alla porta. Ufficialmente il motivo va attribuito agli “standard non idonei” delle proposte americane. Ma non serve grande acume per scorgere i presupposti di un altro braccio di ferro tra le due superpotenze. Anche nello spazio. [fonte SCMP]
Stretta sulle attività finanziarie di altre 13 big tech cinesi
Dopo Alibaba, altre 13 big tech comprese Tencent Holdings, ByteDance, Didi e Meituan sono finite nel mirino delle autorità per le loro attività finanziarie. Con una mossa corale, banca centrale e vari enti regolatori hanno rilasciato nuove regole che impongono controlli più rigorosi in caso di quotazione all’estero oltre a limiti al monopoli delle informazioni e alla raccolta di dati personali. Le aziende in questione sono inoltre chiamate a delegare le attività finanziarie a una holding e a rivolgersi ad agenzie autorizzate per i servizi di segnalazione del credito. Tutte misure che ricordano quanto chiesto ad Ant dopo la sospensione dell’IPO. Come raccontavamo ieri in maniera approfondita, le grane in cui è incorso il gruppo Alibaba preannunciano indagini a tappeto nel settore del fintech. Secondo la Reuters, una multa di circa 1,5 miliardi di dollari si sta per abbattere su Tencent, accusato di non aver segnalato alle autorità precedenti investimenti in violazione delle norme antitrust. [fonte WSJ, Reuters]
Un nuovo giro di vite nel mondo dello spettacolo cinese
A due anni dal caso dell’attrice Fan Bingbing, un nuovo caso di evasione fiscale scuote il mondo dello spettacolo cinese. Zheng Shuang, balzata ai disonori della cronaca pochi mesi fa per aver abbandonato due bambini avuti con la maternità surrogata, è ufficialmente sotto indagine dopo che l’ex ragazzo l’ha accusata di aver accettato una somma pari a 24 milioni di dollari per un ruolo da protagonista nel film “A Chinese ghost story”. La cifra – intascata attraverso un’azienda di famiglia – sfora i limiti sui compensi introdotti dalle autorità dopo lo scandalo che ha visto coinvolta Fan nel 2018. Secondo la stampa cinese, temendo un giro di vite a tappeto, negli ultimi giorni 15 star cinesi hanno sciolto aziende intestate a loro nome. [fonte Caixin, GT]
Il 36% dei brevetti sul 6G in mano alla Cina
Mentre prosegue la corsa al 5G, la Cina si è già aggiudicata il 36% dei brevetti per la rete di sesta generazione a livello globale. Lo rivela un report rilasciato dalle autorità cinesi, secondo le quali il gigante asiatico conta per 13.449 dei 38.000 brevetti relativi alle tecnologie 6G depositati in tutto il mondo. Seguono gli Stati Uniti con una quota del 18%. Stando al report, la Cina dovrebbe cercare di cooperare con aziende leader giapponesi e coreane, come NTT, Mitsubishi e Daewoo Telecom “per ridurre la dipendenza dalle tecnologie americane ed europee”. [fonte The Protocol]
La Cina prima al mondo per vaccini somministrati
La Cina ha superato gli Stati uniti, diventando il primo paese per numero di vaccini somministrati: ben 243,91 milioni di dosi al 28 aprile, rispetto ai 234,6 milioni degli States. Ma considerando che la popolazione cinese conta 1,4 miliardi di persone, ciò vuole dire che oltre la Muraglia sono state distribuite solo 17,4 dosi per 100 persone, molto meno rispetto alle 71,1 somministrate sull’altra sponda del Pacifico, dove la popolazione è inferiore a un quarto di quella cinese. Pechino ha già approvato cinque vaccini realizzati “in-house”, sebbene la mancanza di dati sufficienti non permette di accertare con precisione l’efficacia. A luglio BioNTech dovrebbe diventare il primo siero straniero a ricevere il semaforo verde in Cina. [fonte Reuters]
Fino a 100.000 yuan di multa contro gli sprechi alimentari
Il parlamento cinese ha approvato una legge contro lo spreco alimentare che minaccia pene fino a 100.000 yuan per i trasgressori. Secondo l’emittente nazionale CCTV, il disegno di legge – che entrerà in vigore dopo la pubblicazione del testo- afferma che i ristoranti saranno multati fino a 10.000 yuan per “aver indotto o consigliato” ai clienti di ordinare quantità eccessive di cibo, i produttori dovranno affrontare una penale fino a 50.000 yuan per lo spreco di cibo e gli utenti di Internet potrebbero essere multati fino a 100.000 yuan per aver pubblicato video di abbuffate online. [fonte Caixin]
Classe ’84, romana doc. Direttrice editoriale di China Files. Nel 2010 si laurea con lode in lingua e cultura cinese presso la facoltà di Studi Orientali (La Sapienza). Appena terminati gli studi tra Roma e Pechino, comincia a muovere i primi passi nel giornalismo presso le redazioni di Agi e Xinhua. Oggi scrive di Cina e Asia per diverse testate, tra le quali Il Fatto Quotidiano, Milano Finanza e il Messaggero. Ha realizzato diversi reportage dall’Asia Centrale, dove ha effettuato ricerche sul progetto Belt and Road Initiative. È autrice di Africa rossa: il modello cinese e il continente del futuro.