Questa mattina l’esercito birmano (il Tatmadaw) ha arrestato il presidente, Win Myint, e la leader della Lega Nazionale per la Democrazia, Aung San Suu Kyi, annunciando l’imposizione dello stato di emergenza per un anno. L’ex generale Myint Swe – uno dei due vicepresidenti – ricoprirà la carica di presidente ad interim. Al momento i mezzi di comunicazione risultano limitati e le banche sono state chiuse fino a nuovo ordine. Un appello di Suu Kyi, diramato attraverso l’account Facebook del partito, ha invitato la popolazione a “protestare con tutto il cuore” contro il golpe. La mossa, nell’aria da giorni, arriva dopo la contestazione delle parlamentari – le seconde elezioni democratiche dalla fine del governo semi-civile di Thein Sein – che a novembre hanno visto trionfare la LND, umiliando il Partito dell’Unione per la Solidarietà e lo Sviluppo (USDP), emanazione del Tatmadaw. Un risultato, per i militari, frutto di irregolarità. Negli ultimi anni, la precaria convivenza con l’esercito – complicata dalla complessa questione etnica – ha ostacolato l’implementazione delle attese riforme politiche ed economiche. L’esercito ha continuato a mantenere il controllo di tre ministeri chiave (interni, confini e difesa) e del 25% dei seggi in parlamento dominando l’agenda politica ed economica del paese. Quello di oggi è il terzo colpo di stato dall’indipendenza del 1948, ma, come spiega l’esperto Aung-Thwin, è il primo ad avvenire “entro i parametri della costituzione” del 2008, stando alla quale il comandante in capo può prendere il potere solo durante uno stato di emergenza e in circostanze estreme che potrebbero causare “disintegrazione dell’unione, disintegrazione della solidarietà nazionale e perdita del potere sovrano”. La revisione della costituzione è uno dei nodi rimasti irrisolti dall’arrivo al potere della LND nel 2016. [fonte Reuters SCMP, Reuters]
Scoperti legami tra l’esercito cinese e il produttore di test COVID
BGI, la più grande azienda cinese di genomica, collaborerebbe da anni con l’esercito cinese su progetti di ricerca che spaziano dai patogeni respiratori e le neuroscienze fino all’editing genetico. Secondo un’inchiesta condotta da Reuters le ricerche, portate avanti da scienziati che lavorano contemporaneamente per l’esercito e nelle università, sarebbero principalmente orientate ad incrementare il vantaggio competitivo della PLA nei confronti delle potenze militari straniere. In particolare, i documenti esaminati mostrano che BGI e PLA hanno lavorato a un progetto che mira a ridurre geneticamente il mal di montagna nei soldati cinesi, un fattore strategico davvero importante se si considera l’immenso confine montagnoso che la Cina rivendica alla vicina India. I massimi funzionari statunitensi sembrano sospettare che questi test siano usati dalla Cina per ottenere informazioni genetiche da paesi stranieri, specialmente al fine sfruttare le peculiarità genetiche della popolazione americana per aumentare la competitività del personale militare cinese. Per rispondere a queste potenziali minacce, l’amministrazione uscente ha proposto di sottoporre il materiale genetico alle restrizioni sull’export, con l’obiettivo di limitare al minimo il suo uso nella creazione di armi biologiche. Mentre, secondo le prime indiscrezioni, parrebbe che il nuovo governo Biden continuerà con queste misure, di fronte a queste accuse, il ministero degli Esteri cinese si è difeso affermando che i progetti di genomica sarebbero solo uno dei molti quadri di una collaborazione tra il mondo civile e quello militare, cosa che gli Usa stanno facendo da almeno un secolo. [fonte Reuters]
L’unione fa la forza: USA ed Europa alleati contro la Cina
Jake Sullivan,il nuovo Consigliere per la Sicurezza Nazionale dell’amministrazione Biden, ha difeso la necessità di creare un “coro di voci” in grado di resistere alla Cina nell’attuale scenario di grande competizione geopolitica. In questo gioco geopolitico, la strategia di Washington si basa su quattro pilastri, e l’Europa giocherà un ruolo chiave. Il primo pilastro sarà la decostruzione narrativa diplomatica attuata finora, ricostruendo “le fondamenta della democrazia” per contrastare la narrazione politica cinese. Sebbene Sullivan non abbia mai menzionato il nome dell’ex presidente Trump, le sue parole rivelano la necessità di riparare il danno fatto dal presidente uscente alla politica estera del Paese. In secondo luogo, Sullivan ha difeso la necessità di creare un fronte comune con i suoi alleati europei, articolando la collaborazione attraverso la NATO e altre agenzie europee, nonché con i paesi alleati asiatici. Il terzo pilastro sarà focalizzato invece sulla vittoria nella corsa all’innovazione tecnologica, dove gli USA investiranno particolari sforzi nello sviluppo dell’informatica quantistica, dell’energia pulita o l’intelligenza artificiale, settori chiave per solidificare la competitività geostrategica occidentale. Infine, l’ultimo punto della nuova strategia sarà quella di armonizzare la posizione delle diverse agenzie ed ambasciate americane sulle tematiche che influiscono maggiormente sulle relazioni sino americane, come le violazioni dei diritti nello Xinjiang, la repressione a Hong Kong e il pressing cinese contro Taiwan. Nel suo discorso, Jake Sullivan ha sottolineato con veemenza l’importanza delle relazioni transatlantiche come chiave per vincere questa partita contro Pechino: “essere d’accordo con l’Europa sarà ciò che crea una situazione di forza (…) e la Cina è il numero uno nella lista delle cose in cui dobbiamo lavorare insieme “. [fonte SCMP;NIKKEI]
Regno Unito: adesione al CPTPP per aumentare i legami commerciali con l’Asia
Dopo aver lasciato definitivamente l’UE, oggi il Regno Unito chiederà di aderire al Comprehensive and Progressive Trans-Pacific Partnership (CPTPP o TPP). “L’adesione al CPTPP creerà enormi opportunità per le aziende britanniche che semplicemente non esistevano quando facevamo parte dell’UE e servirà a consolidare i nostri legami con alcuni dei mercati in più rapida crescita al mondo”, ha affermato Liz Truss, Segretario di Stato britannico per il commercio internazionale. Tra pochi mesi il Regno Unito sarà pronto per avviare negoziati formali, e, se verrà ammesso, si unirà al CPTPP con altri 11 paesi – Australia, Brunei, Canada, Cile, Giappone, Malesia, Messico, Nuova Zelanda, Perù, Singapore e Vietnam – dopo che il presidente Trump ha rimosso gli USA dal Trattato nel 2017. Con il Regno Unito i membri del TPP conterebbero per almeno il fino al 16% del PIL globale. Nonostante i negoziati non si prospettino eccessivamente difficili – tutti gli 11 membri sono infatti ben disposti nei confronti del Regno Unito – il percorso si preannuncia ugualmente lungo. Il CPTPP sarà per Londra una grande opportunità per essere presente nel mercato asiatico, consentendole di risparmiare il costo della firma di trattati bilaterali con ciascuno dei paesi. Il potenziale del CPTPP attira anche Cina, Corea del Sud e Thailandia, che hanno già manifestato il loro interesse ad aderire: se anche Biden riporterà gli USA nel trattato, il CPTTP si trasformerà in un trattato globale chiave per la cooperazione economica internazionale. [fonte Nikkei]
Più educazione fisica: la ricetta cinese per combattere la femminilizzazione dei giovani
Il ministero dell’Istruzione cinese ha sostenuto una proposta di legge per aumentare l’educazione fisica nelle scuole, come antidoto per combattere la presunta femminilizzazione dei giovani. Secondo le dichiarazioni del Ministero, la Cina incoraggerà l’assunzione – negli istituti educativi – di insegnanti di ginnastica più qualificati, introducendo inoltre incentivi per gli studenti, tra cui l’istruzione universitaria gratuita. La proposta è stata avanzata da un delegato della Conferenza consultiva politica del popolo cinese, che ha affermato che gli studenti cinesi sono “deboli e timidi”, rappresentando una “minaccia per lo sviluppo e la sopravvivenza della nostra nazione”. Le affermazioni hanno creato un fervente dibattito tra gli utenti di Weibo, che hanno definito le affermazioni del delegato cinese come “sessiste”: il dibattito ha avuto oltre 240 milioni di visualizzazioni in tutto il paese. La preoccupazione del PCC riguardo la “crisi della mascolinità” non è nuova: in precedenza, alcuni delegati avevano già proposto di assumere più uomini come insegnanti per favorire la trasmissione di valori virili. In seguito alle misure, da settembre aumenterà il peso dell’educazione fisica nella valutazione dell’esame di ammissione al Liceo Nazionale cinese: a questo proposito, esperti come Lü Jidong – capo del dipartimento di educazione fisica dell’Università di Shanghai – hanno accolto positivamente l’aumento dell’importanza dell’educazione fisica nel curriculum scolastico, sostenendo che ciò non avrà alcun impatto sulla mascolinità o femminilità degli studenti più giovani. [fonte Sixthtone]
Ha collaborato Alessandra Colarizi
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Classe ’94, valdostana, nel 2016 si laurea con lode in lingua cinese e relazioni internazionali presso l’Università cattolica del sacro cuore di Milano. Nonostante la sua giovane età, la sua passione per la cultura cinese e le lingue la portano a maturare 3 anni di esperienza professionale in Italia, Svezia, Francia e Cina come policy analyst esperta in Asia-Pacifico e relazioni UE-Cina. Dopo aver ottenuto il master in affari europei presso la prestigiosa Sciences Po Parigi, Sharon ora collabora con diverse testate italiane ed estere, dove scrive di Asia e di UE.