Cittadini malesi ostaggi di Pyongyang. Sale la tensione
Dopo aver espulso l’ambasciatore malese a Pyongyang come rappresaglia all’espulsione del proprio da Kuala Lumpur, la Corea del Nord ha vietato a tutti i cittadini malesi presenti sul proprio territorio di lasciare il Paese – rendendoli di fatto ostaggi – «finché l’incidente occorso con la Malaysia non sarà convenientemente risolto». Non si sa al momento quanti malesi si trovino nel Paese.
La tensione tra Malaysia e Corea del Nord, che hanno relazioni diplomatiche, è cresciuta da quando il 13 febbraio Kim Jong Nam, fratellastro del leader nordcoreano Kim Jong, è stato assassinato all’aeroporto di Kual Lumpur mentre stava imbarcandosi in direzione Macao.
Pyongyang ha sempre negato ogni responsabilità per l’omicidio, ma le indagini delle autorità malesi portano in direzione nordcoreana. Giusto ieri, Pyongyang ha lanciato quattro missili che sono caduti in mare tra Corea del Sud e Giappone, mentre al di sotto del 38esimo parallelo sono in corso esercitazioni congiunte tra forze militari sudcoreane e statunitensi.
Scontri tra ribelli ed esercito birmano, trenta morti al confine con la Cina
Un attacco contro un posto di polizia da parte della National Democratic Alliance Army – che comprende il Kachin Independence Army e altri gruppi minori – ha provocato 30 morti nella zona nord est di Myanmar, al confine con la Cina. Tra le vittime, oltre ai militari, ci sarebbero anche dei civili. Quattro poliziotti sarebbero stati presi in ostaggio.
L’attacco arriva proprio mentre sembra fallire l’ennesimo tentativo di pacificazione dell’area da parte del governo della Lega Nazionale per la Democrazia, il partito di Aung San Suu Kyi, che ha indetto una conferenza di pace a cui però molti gruppi armati si sono rifiutati di aderire. Il governo della premio Nobel è stretto tra la crisi umanitaria dei Rohingya, a ovest, e la recrudescenza del conflitto etnico a est, così come dalle richieste dei gruppi etnici che vorrebbero uno stato federale e la pressione in senso diametralmente opposto dei militari, che di fatto sono uno Stato nello Stato.
Via della Seta e petrolio nella visita a Pechino del re saudita
Quando il re saudita Salman bin Abdulaziz al Saud si fermerà in Cina come parte del suo tour asiatico si parlerà molto di petrolio e Via della Seta, ma anche di sicurezza antiterrorismo e vendita di armi e questo preoccupa Washington. È probabile infatti che Pechino cercherà di sfruttare l’incertezza in politica estera creata dall’amministrazione Trump per rafforzare la propria presenza in Medio Oriente anche facendo leva su Riad, alleato storico degli Usa. L’81enne Al Saud è attualmente in viaggio attraverso tutta l’Asia con uno sconfinato seguito, si sa che andrà anche in Cina ma non si sa ancora quando. Xi Jinping, da parte sua, ha già visitato Riad nel 2016.
La Cina 4.0 nelle parole di Li Keqiang
«Internet», «economia digitale» e «intelligenza artificiale» sono tra alcune delle nuove parole chiave del rapporto governativo presentato dal premier Li Keqiang all’Assemblea nazionale del popolo (il parlamento cinese). Non è strano. Dal 2013 Pechino lavora alacremente al progetto «Made in Cina 2025», mirato all’espansione dell’industria 4.0. Secondo uno studio condotto dal National Institute of Science and Technology Policy del Giappone, la Cina tallona da vicino gli Stati Uniti quanto a numero di studi sull’intelligenza artificiale presentati nel 2015, mentre un rapporto del governo degli Stati Uniti asserisce che il numero di articoli dedicati all’«apprendimento profondo» pubblicati dai ricercatori cinesi abbia già superato il numero di quelli stilati dai colleghi statunitensi. Per ora a trainare il settore sono i colossi cinesi Baidu e Tencent. Ma stando a KPMG, nei prossimi anni il comparto attirerà sempre più investimenti di venture capital.
Cina – In arrivo un nuovo scandalo vaccini?
Un gruppo di avvocati cinesi di primo piano ha scritto una lettera aperta al Congresso nazionale del popolo – in assemblea in questi giorni – chiedendo modifiche alla legislazione sanitaria che proteggano i minori e le loro famiglie contro i vaccini contaminati. Lo riporta Radio Free Asia, secondo cui gli avvocati segnalano che nuovi scandali sarebbero in arrivo. In base alle leggi vigenti in Cina, la vaccinazione dei bambini è obbligatoria per molte malattie, ma una serie di scandali che riguardano irregolarità nella conservazione dei farmaci hanno provocato danni alla salute dei bambini e richieste di risarcimento da parte delle famiglie.