Per la prima volta dai violenti scontri di giugno, Cina e India hanno raggiunto un accordo formale. L’intesa è stata suggellata dai ministri degli Esteri cinese e indiano a margine del vertice della Shanghai Cooperation Organisation, ospitato quest’anno da Mosca. Secondo un comunicato congiunto, le due parti “hanno convenuto che, mentre la situazione si attenua, le due parti dovrebbero accelerare il lavoro per concludere nuove misure di rafforzamento della fiducia per mantenere e migliorare la pace e la tranquillità nelle zone di confine “. Ma a giudicare dal breefing cinese, rimangono da appianare divergenze sostanziali nell’attribuzione delle responsabilità della crisi. Il capo della diplomazia cinese Wang Yi ha invitato Nuova Delhi a fermare l ‘”atto provocatorio di aprire il fuoco” e a ritirare le truppe dalla frontiera. Ma la tensione resta alta. Secondo l’intelligence con i funzionari indiani, la Cina ha accumulato circa 50.000 truppe, missili terra-aria, e quasi 150 aerei da combattimento a breve distanza dalla zona di confine contesa. Insomma, la Cina si starebbe preparando a un conflitto, sostiene un analista interpellato dal SCMP riguardo alla prima esercitazione mai effettuata da centinaia di paracadutisti cinesi sull’altopiano tibetano a fine agosto. [fonte SCMP, SCMP]
Partito il primo treno dell’e-commerce tra Cina ed Europa
E’ partito da Chongqing diretto a Budapest il primo treno merci dedicato interamente agli acquisti attraverso piattaforme digitali. Il convoglio ha lasciato la megalopoli del sudovest la scorsa settimana con un carico del valore di 4,82 miliardi di dollari contenente, scarpe capi d’abbigliamento e prodotti per la casa ordinati dalle aziende europee. A giugno, Pechino aveva annunciato di voler incrementare le esportazioni B2B razionalizzando le catene di approvvigionamento e snellendo le pratiche burocratiche. Nella prima metà dell’anno, il commercio elettronico transfrontaliero cinese è cresciuto del 26,2% rispetto allo stesso periodo del 2019. Stando a un rapporto congiunto di Bain & Co e Alibaba Group, l’e-commerce B2B è destinato a entrare in un periodo di forte crescita nei prossimi cinque anni grazie al miglioramento delle infrastrutture digitali per il trading online tanto che, entro il 2024, il valore totale degli accordi nel paese potrebbe più che triplicare passando da 700 miliardi di yuan a 2,4 trilioni di yuan (350,8 miliardi di dollari). Anche grazie a Covid e all’interruzione delle rotte aeree, lo scorso mese il numero di treni merci tra Cina ed Europa ha raggiunto la cifra record di 1.247 unità, pari a un aumento del 62% rispetto all’anno precedente. [fonte SCMP]
Douyin ha creato 36 milioni di posti di lavoro in un anno
Ben 36 milioni di posti di lavoro in un anno. E’ il risultato messo a segno da Douyin, la versione cinese di Tik Tok che in un report speciale in collaborazione con la Renmin University scatta un’inedita fotografia del settore dei microvideo e del livestreaming. Secondo l’azienda, ad agosto la creazione di contenuti e le dirette streaming avevano impiegato 20 milioni di persone, a cui si aggiungono 8,6 milioni di posizioni ricoperte dal team interno della società e le restanti attribuite ad account aziendali e alla gestione dei servizi commerciali. Il rapporto afferma che le entrate generate dai live streamer – la metà dei quali ha meno di 30 anni – provengono perlopiù dai regali digitali dei fan, contratti pubblicitari e vendite di prodotti. A ciò si aggiungono le opportunità di lavoro indirette create di riflesso nel settore dell’editing e della videografia per un totale di circa 560.000 nuove posizioni professionali. Si tratta di numeri tutt’altro che scontati se si considera il colpo avvertito dal settore privato – che impiega l’80% della popolazione urbana – dall’inizio dell’epidemia. Secondo un sondaggio della Federazione cinese dell’industria e del commercio, una camera di commercio non governativa, il 96% delle 500 aziende private intervistate è stato colpito duramente dalla pandemia, con oltre il 60% impossibilitato a consegnare gli ordini a causa dell’interruzione della catena di approvigionamento. [fonte SCMP, SCMP]
Il sistema operativo Huawei negli smartphone dal prossimo anno
Già dal prossimo anno, gli smartphone Huawei saranno dotati del sistema operativo sviluppato in-house dal colosso di Shenzhen. E’ quanto rivelato ieri dall’azienda durante la conferenza annuale ospitata dal campus di Dongguan. Annunciato lo scorso anno, HarmonyOS si presenta ufficialmente come un software applicabile a vari dispositivi e a disposizione di “tutti i produttori di hardware”, quindi non solo per i prodotti Huawei. Ma lo scopo non dichiarato è piuttosto evidente: rimpiazzare Android dopo che le sanzioni introdotte da Washington nel maggio 2019 hanno precluso l’accesso ai servizi Google. Lo sviluppo di HarmonyOS è stato accompagnato dalla creazione di un ecosistema di app (surrogato del GMS), che – stando all’azienda – è già il terzo più grande al mondo. Ma gli sforzi del colosso cinese potrebbero non essere sufficienti. Da agosto nuove restrizioni americane rischiano di lasciare Huawei a corto di semiconduttori, minacciando l’intera produzione di cellulari e il raggiungimento del primato ancora detenuto da Samsung. [fonte Reuters]
Cina: pubblicate linee guida sulla legittima difesa
Pechino ha rilasciato le prime linee guida sulla legittima difesa. Pubblicate congiuntamente dalla Corte suprema del popolo, dalla Procura suprema del popolo e dal Ministero della pubblica sicurezza, le nuove disposizioni stabiliscono che l’autodifesa è consentita durante violazioni illegali, come l’intrusione nella propria proprietà, o in caso di restrizione della libertà personale. In queste situazioni, le lesioni o la morte causate per difesa personale non dovrebbero prevedere responsabilità penale se le circostanze lo consentono, sulla base di “un giudizio ragionevole”. La Corte Suprema ha portato ad esempio sette casi in cui l’autodifesa è stata considerata giustificabile, incluso quello di un uomo accusato nel 2017 di aver “deliberatamente ferito” l’aggressore di una vicina di casa. Come spiega l’emittente statale, mentre le disposizioni non offrono risposte definitive sui singoli casi, “chiariscono per la prima volta i concetti giuridici fondamentali coinvolti.” [fonte Sixth Tone]
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Classe ’84, romana doc. Direttrice editoriale di China Files. Nel 2010 si laurea con lode in lingua e cultura cinese presso la facoltà di Studi Orientali (La Sapienza). Appena terminati gli studi tra Roma e Pechino, comincia a muovere i primi passi nel giornalismo presso le redazioni di Agi e Xinhua. Oggi scrive di Cina e Asia per diverse testate, tra le quali Il Fatto Quotidiano, Milano Finanza e il Messaggero. Ha realizzato diversi reportage dall’Asia Centrale, dove ha effettuato ricerche sul progetto Belt and Road Initiative. È autrice di Africa rossa: il modello cinese e il continente del futuro.