In Cina e Asia – Cina, crolla la produzione industriale. Disoccupazione a livelli record

In Notizie Brevi by Sharon De Cet

Per la prima volta il numero dei casi all’estero ha sorpassato il totale dei contagi riportati in Cina da gennaio a oggi: oltre 85.000 contro gli 80.860   registrati dalle autorità di Pechino. I numeri hanno spinto la Repubblica popolare ad adottare ferrei controlli negli aeroporti con l’aggiunta  dell’obbligo di quarantena in apposite strutture a chiunque arrivi nella capitale cinese dall’estero. Le spese saranno a carico del viaggiatore. Intanto la ripresa delle attività economica si rivela più difficoltosa del previsto. Secondo i dati rilasciati stamane dall’Istituto nazionale di statistica, nel periodo gennaio-febbraio, la produzione industriali, gli acquisti retail, gli investimenti negli assets fissi, e la disoccupazione hanno disatteso le già cupe previsioni degli analisti. A preoccupare sono soprattutto il crollo delle attività produttive, giù del 13,5% (gli esperti avevano pronosticato un calo del 3%) e l’aumento record della disoccupazione a quota 6,2%. Considerando che il regime di quarantena è stato introdotto gradualmente solo a partire dal 23 gennaio, il quadro fornito potrebbe non bastare a quantificare il reale impatto delle misure sull’economia cinese. Le autorità rassicurano che “tuttavia, da una prospettiva globale, l’impatto della malattia è a breve termine, esterno e gestibile”. [fonte: FT, SCMP]

Cina: scomparso Ren Zhiqiang, il magnate cinese che accusò Xi

Da alcuni giorni non si ha più notizie di Ren Zhiqiang, ex magnate cinese e critico schietto del Partito Comunista, che poche settimane fa aveva scritto un articolo criticando il modo in cui le autorità cinesi hanno risposto all’epidemia di coronavirus. Ren, che fino al 2013 era membro del Comitato consultivo del Popolo per la sezione di Pechino, è ormai da quattro anni sotto sorveglianza da parte delle autorità, guadagnandosi il soprannome di “Ren the Big Cannon” per i suoi audaci commenti contro le politiche emanate da Pechino per controllare il mercato immobiliare. Nel 2016, Ren aveva anche apertamente contestato su Weibo l’opinione del presidente cinese Xi Jinping secondo cui i media statali del paese dovrebbero essere allineati al partito. Prima che il suo account venisse eliminato, Ren aveva 37 milioni di followers su Weibo, complice anche il fatto che suo padre fu tra la prima generazione di rivoluzionari che fondarono la Repubblica Popolare Cinese, lasciando a suo figlio buoni legami con l’élite politica del paese. [fonte: SCMP]

Hubei: cittadini in quarantena protestano contro i prezzi degli alimenti

Dopo settimane di silenziosa ubbidienza alla quarantena imposta dal governo cinese, la pazienza di alcuni residenti di Yicheng, una città cinese situata a circa un’ora da Wuhan, si è infine esaurita giovedì, quando alcuni cittadini sono scesi in piazza per protestare contro i prezzi troppo elevati di cibo e bevande. Secondo un post pubblicato dal centro di emergenza Covid-19 del della città di Yicheng, la protesta sarebbe iniziata verso le 19.30 presso il complesso residenziale Sea Mountain, dove, sfidando l’obbligo di quarantena, centinaia di residenti si sarebbero radunati su un campo da basket all’interno del complesso residenziale, disperdendosi solo dopo che la polizia è arrivata sulla scena. Stando alle prime ricostruzioni riportate dal Beijing Times, la manifestazione sarebbe stata innescata dalla detenzione di un residente del Sea Mountain soprannominato Cheng, che avrebbe usato i suoi collegamenti personali per rifornire i suoi vicini di generi alimentari a basso costo, eludendo il controllo dei prezzi imposto dal governo centrale. I fatti accaduti a Yicheng sono solo uno dei tanti episodi di malcontento che si stanno verificando in Cina, dove i cittadini, seppur generalmente comprensivi riguardo all’aumento dei prezzi parzialmente giustificato dall’epidemia di Covid-19, ora rifiutano di tollerare un rincaro eccessivo sui beni di prima necessità, considerato in collisione con le dichiarazioni di ritorno alla normalità rilasciate Pechino. [fonte: SCMP]

Coronavirus: la strategia di Seoul è l’opposto di quella cinese – e sta funzionando

Diversa ma efficace. La strategia della Corea del Sud per combattere il coronavirus sta dimostrando che esiste un altro modo per contenere l’epidemia: test diffusi, trasparenza, coordinamento e cooperazione pubblica. Grazie a ciò, la Corea del Sud sta già registrando più cure quotidiane rispetto alle infezioni senza la necessità di aver implementato la limitazione dei movimenti e il parto quasi totale come in Cina o in Italia. La Corea è stata in grado di testare il coronavirus gratuitamente per chiunque abbia sintomi e per un prezzo ridotto per qualsiasi cittadino che lo desideri. Pertanto, le autorità hanno già a disposizione una quantità di dati che consente loro di conoscere l’evoluzione dell’epidemia e i movimenti delle persone infette, potendo evitare di ricorrere a misure draconiane per limitare i contagi.Tuttavia, sebbene le libertà non siano state limitate in Corea del Sud, la popolazione si è isolata e ha ridotto al minimo l’attività sociale. Paesi come gli Stati Uniti guardano alla Corea come un esempio di equilibrio tra efficacia e conservazione delle libertà. Tuttavia, la disciplina e il senso di comunità della società coreana non sono così facilmente esportabili, rendendo questa strategia difficilmente riproducibile nelle società occidentali. [fonte: SCMP]

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