I titoli di oggi:
- CIIE: Xi promette nuove aperture
- Approvata all’Onu prima risoluzione cinese sul disarmo
- Pechino chiude scuole e autostrade a causa dello smog
- La Cina firma accordo storico per acquisto di gas americano
- Taiwan presenta reclamo all’Omc dopo il blocco cinese sulle importazioni di frutta
- La Corea del Nord ha sufficiente uranio per tutte le sue bombe
Il presidente cinese Xi Jinping ha promesso che affronterà le preoccupazioni internazionali sulla scorretta competizione commerciale di Pechino, dichiarandosi contrario all’unilateralismo e al protezionismo. “La Cina sostiene la riforma dell’Organizzazione mondiale del Commercio (OMC) nella giusta direzione” ha dichiarato in occasione della quarta China International Import Expo. Il segretario del Partito comunista cinese (PCC) ha aggiunto di essere favorevole allo “sviluppo inclusivo del sistema commerciale multilaterale”, oltre che ai “diritti e interessi legittimi dei paesi in via di sviluppo”. La postura assunta da Pechino sul tema del commercio internazionale si innesta nella volontà del governo di inserirsi nell’Accordo globale e progressivo per il partenariato transpacifico (CPTPP). Xi ha anche sottolineato che la Cina è impegnata a sostenere le organizzazioni internazionali come le Nazioni Unite, il G20 e la cooperazione economica Asia-Pacifico, e che cercherà di rafforzare la cooperazione nel commercio, negli investimenti, nell’economia digitale e nelle iniziative per la sostenibilità. Da tempo le pratiche commerciali cinesi sono prese di mira dagli altri attori economici internazionali. Per quanto Xi si dichiari fedele al multilateralismo e alle regole stabilite dall’OMC, secondo un consigliere del governo che si è espresso in anonimato, Pechino manterrà probabilmente alcuni sussidi e altre misure sulle imprese statali, avvicinandosi solo gradualmente agli standard richiesti per l’adesione al partenariato CPTPP. [fonte SCMP, NIKKEI]
Approvata all’Onu prima risoluzione cinese sul disarmo
La bozza della prima risoluzione sul disarmo proposta dalla Cina è stata approvata mercoledì dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Secondo gli esperti, a spingere Pechino a partecipare attivamente al tema della sicurezza internazionale sarebbe stata la particolare congiuntura storica: le tensioni diplomatiche scaturite dalla nascita dell’accordo trilaterale sulla difesa AUKUS, tra Stati Uniti, Regno Unito e Australia, avrebbero stimolato il nuovo attivismo della Repubblica popolare in tema di cooperazione internazionale. Il progetto prevede che i paesi abbiano il diritto di scambiare “materiali, scienza e tecnologia” per scopi pacifici, e al contempo adempiere ai loro obblighi contro la proliferazione delle armi di distruzione di massa. Geng Shuang, capo della delegazione cinese all’Assemblea, ha dichiarato che la comunità internazionale dovrebbe “gestire meglio il rapporto tra sviluppo e sicurezza, non proliferazione e uso pacifico”. Il diplomatico ha suggerito inoltre che è necessario “attuare i trattati multilaterali sul controllo degli armamenti in modo più completo ed equilibrato”. L’esperto militare Song Zhongping, di Hong Kong, ha poi affermato che Pechino è contraria agli scambi militari che potrebbero mettere in pericolo la pace e la stabilità regionali. Il partenariato AUKUS è dunque una grave minaccia alla sua sicurezza. “Gli Stati Uniti vogliono vendere sottomarini nucleari all’Australia”, ha affermato Song, “questo è un tipico scambio militare non pacifico”. L’esperto ha poi aggiunto che questo accordo rischia di provocare una corsa agli armamenti dagli esiti pericolosi: “La proposta della Cina (…) è dovuta a questa importante considerazione”. [fonte SCMP, GT]
Pechino chiude scuole e autostrade a causa dello smog
Più di 40 paesi si sono impegnati a dire addio al carbone. Ma alcuni dei paesi più dipendenti dal combustibile fossile, tra cui Cina, Stati uniti, Australia e India non rientrano tra i firmatari dell’accordo. Come da previsione, la COP26 si conclude senza nuove promesse cinesi. Viene invece ribadito l’impegno a interrompere i finanziamenti destinati allo sviluppo di combustibili fossili all’estero a partire dal prossimo anno. Sono 20 i paesi e le istituzioni finanziarie ad aver aderito all’iniziativa con la promessa di destinare circa 8 miliardi di dollari all’anno all’energia pulita. Intanto a Pechino chiudono scuole e autostrade a causa dell’alto livello di smog causato dall’incremento della produzione di carbone richiesto dalle autorità per far fronte alla crisi energetica. [fonte BBC Reuters]
La Cina firma accordo storico per acquisto di gas americano
La cinese Sinopec ha firmato un contratto ventennale con la U.S. Venture Global LNG per acquistare 4 milioni di tonnellate di gas naturale liquefatto (GNL) l’anno. L’amministratore delegato dell’azienda statunitense, Mike Sabel, ha dichiarato giovedì che si tratta di un accordo di vendita storico, che “rafforzerà anche la cooperazione economica e commerciale bilaterale tra Stati Uniti e Cina, realizzando decine di miliardi di dollari di scambi commerciali nel corso del contratto”. Le società non hanno specificato il valore dell’accordo né quando daranno avvio alla fornitura, ma secondo gli analisti l’impianto di Plaquemines inizierà la produzione nel 2024. La Cina ha importato 6,32 milioni di tonnellate di GNL dagli Stati Uniti nei primi nove mesi del 2021, secondo i dati doganali cinesi, ma Sabel ha affermato che questo affare raddoppierà le importazioni di gas dagli Stati Uniti. [fonte Reuters]
Taiwan presenta reclamo all’Omc dopo il blocco cinese sulle importazioni di frutta
Taiwan ha presentato un formale reclamo all’Organizzazione mondiale del commercio (Omc), dopo il blocco delle importazioni di mele cerate e cirimoia dall’isola introdotto dalla Cina lo scorso 19 settembre. Lo riferisce la Reuters, precisando che è la prima volta che Taipei presenta ricorso presso l’organo di supervisione degli accordi commerciali, di cui Taiwan è membro come Taipei Cinese. Ufficialmente Pechino ha giustificato i divieti a causa della presenza di parassiti nei frutti, ma le autorità taiwanesi hanno condannato la decisione, ricordando che “la procedura standard prevede la fumigazione e la quarantena dei frutti”, piuttosto che la totale sospensione delle importazioni. [fonte Reuters]
La Corea del Nord ha sufficiente uranio per tutte le sue bombe
La Corea del nord è in grado di produrre tutto l’uranio che vuole senza aggiungere nuove installazioni per la sua estrazione. Le immagini satellitari dell’impianto di Pyongsan suggeriscono che il regime di Kim Jong Un avrebbe il potenziale per produrre bombe nucleari senza dover costruire ulteriori impianti. “È chiaro che la Repubblica Popolare Democratica di Corea sembra avere una capacità sostanzialmente maggiore di quella utilizzata fino ad oggi”, afferma la ricerca pubblicata sulla rivista Science and Global Security il mese scorso. Lo studio è stato condotto dai ricercatori della Stanford University e da una società di consulenza mineraria con sede in Arizona. Secondo gli analisti, questo significa che Pyongyang potrebbe produrre quantità ancora maggiori di uranio, se lo volesse. Alcune immagini satellitari mostrano anche che il reattore nucleare di Yongbyon è in fase di ampliamento. La minaccia data dall’espansione dell’arsenale nucleare nordcoreano pone severi rischi alla sicurezza internazionale. Il responsabile dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (IAEA) ha dichiarato a settembre che, nonostante le sanzioni da parte della comunità internazionale, il “programma nucleare della Corea del Nord va avanti a pieno ritmo con i lavori sulla separazione del plutonio, l’arricchimento dell’uranio e altre attività”. [fonte Reuters]
A cura di Agnese Ranaldi; ha partecipato Alessandra Colarizi