I titoli di oggi:
- China Development Forum, il premier Li Qiang promette maggiore apertura agli investimenti stranieri
- Big data, la Cina allenta le misure per avvicinare le aziende estere
- Huawei pronta a produrre chip avanzati grazie a un partner “segreto”
- Sui social cinesi si discute dell’adattamento Netflix de “Il problema dei tre corpi”
- Il premier indiano Modi visita il Bhutan per contrastare l’influenza della Cina
- Perù, annunciato nuovo “megaporto”, dietrfront sull’esclusiva dei lavori a Cosco
China Development Forum, il premier Li Qiang promette maggiore apertura agli investimenti stranieri
Domenica 24 e lunedì 25 marzo si è tenuto a Pechino il China Development Forum, evento annuale istituito nel 2000 che attira nella Repubblica popolare i vertici delle principali aziende mondiali. Quest’anno erano presenti oltre cento dirigenti e investitori stranieri, tra cui l’amministratore delegato di Apple, Tim Cook, che ha incontrato il premier cinese Li Qiang. Nel suo discorso al forum, Li ha detto che la Cina è pronta a varare nuove regole per abbattere alcune barriere che ostacolano gli investimenti stranieri nel paese. Nel 2023 gli investimenti diretti esteri nella Repubblica popolare sono diminuiti dell’8% rispetto al 2022, raggiungendo il livello più basso dagli anni novanta. “La Cina ha bisogno di reinventarsi” puntando a una “crescita di alta qualità fondata sui consumi interni”, ha detto la direttrice generale del Fondo Monetario Internazionale, Kristalina Georgieva. Come riportato da Bloomberg, prima del forum il ministro del Commercio cinese Wang Wentao ha incontrato i dirigenti di alcune delle principali aziende tecnologiche e farmaceutiche straniere, come Apple, SK Hynix, Micron Technology e Pfizer. Tutte hanno promesso maggiori investimenti nel paese.
Intanto, però, la Cina ha introdotto delle nuove linee guida che comporteranno l’eliminazione graduale dei microprocessori statunitensi di Intel e AMD dai computer e server governativi. È possibile che la misura colpirà anche i sistemi operativi di Windows, riporta il Financial Times. L’obiettivo è sostituirli con prodotti made in China.
Big data, la Cina allenta le misure per avvicinare le aziende estere
Le aziende straniere che operano nella Repubblica popolare non saranno obbligate, come inizialmente annunciato, a segnalare alle autorità tutti i dati relativi alle operazioni nel paese. Venerdì 22 marzo sono entrate in vigore le nuove misure sui flussi transfrontalieri di big data prodotti ed utilizzati in Cina, con modifiche significative sul piano della pervasività delle norme introdotte.
La Cyberspace Administration of China ha segnalato che le aziende non saranno tenute a fornire informazioni relative ad acquisti transfrontalieri, spedizioni, pagamenti, elaborazione dei visti, apertura di conti bancari, prenotazione di voli e hotel. Anche se resta il controllo sui dati sensibili quando coinvolgono oltre un milione di persone l’anno. Secondo gli analisti l’allentamento delle restrizioni inizialmente previste dalla bozza di legge serve a facilitare e stimolare l’ingresso e la permanenza delle aziende estere nella Repubblica popolare, dato che anche per il 2023 Pechino aveva registrato una contrazione del 13,7% degli investimenti stranieri rispetto all’anno precedente.
Huawei pronta a produrre chip avanzati grazie a un partner “segreto”
La big tech cinese Huawei ha annunciato la registrazione di diversi brevetti che permetteranno la produzione di chip di ultima generazione bypassando i blocchi all’importazione di macchinari di produzione in arrivo dall’estero. Non è noto il nome dell’azienda partner nell’accordo, ma l’annuncio promette di rendere Huawei finalmente indipendente dalle tecnologie per la produzione di chip che oggi dipendono interamente da fornitori stranieri.
La tecnologia registrata permetterebbe, secondo quanto dichiarato, di arrivare alla produzione di semiconduttori avanzati e si aggiunge ad accordi precedenti quali quello con SiCarrier del 2023. Secondo gli analisti occorre attendere prima di trarre conclusioni definitive. I dettagli sulle tecnologie registrate non sono ancora noti e pertanto non è chiaro l’effettivo vantaggio economico che potrebbero portare all’azienda.
Sui social cinesi si discute dell’adattamento Netflix de “Il problema dei tre corpi”
Il 21 marzo Netflix ha rilasciato la serie tv “Il problema dei tre corpi”, adattamento dell’omonimo romanzo di fantascienza cinese (il primo della trilogia “Memoria del passato della terra”) scritto da Liu Cixin. Nonostante la piattaforma di streaming non sia accessibile nella Repubblica popolare, sui social cinesi si è iniziato a discutere molto della serie: come riportato dal Guardian, già il 22 marzo i post su Weibo riguardanti l’adattamento de “Il problema dei tre corpi” erano stati visualizzati più di 2,2 miliardi di volte. Molte le critiche, legate soprattutto alla “americanizzazione” della storia, per la quale è stato ingaggiato un cast internazionale. L’adattamento cinese del romanzo uscito nel 2023, e prodotto da Tencent, viene considerato da molti più fedele al libro. Altri vedono comunque un lato positivo nella visibilità internazionale portata da Netflix a un autore cinese. Nel frattempo Xu Yao, ex amministratore delegato di Yozoo Interactive, azienda cinese che deteneva i diritti de “Il problema dei tre corpi”, è stato condannato a morte in primo grado per aver ucciso il presidente dell’azienda. Lo riporta Yicai.
Il premier indiano Modi visita il Bhutan per contrastare l’influenza della Cina
Il 22 e 23 marzo il premier indiano Narendra Modi si è recato in visita ufficiale in Bhutan per rafforzare i legami economici e politici tra i due paesi. Come riportato dal Nikkei Asia, le tempistiche del viaggio fanno pensare che non si sia discusso solo di questioni bilaterali. La trasferta di Modi è arrivata infatti a solo una settimana di distanza dalla visita del primo ministro bhutanese Tshering Tobgay a Nuova Delhi, e a poco meno di un mese dall’inizio delle elezioni indiane (in programma dal 19 aprile al 1° giugno). Secondo diversi analisti, l’India è preoccupata dalla crescente influenza cinese in Bhutan. Dal 2021 sono in corso dei colloqui tra Pechino e Thimphu per risolvere una storica disputa sui confini, e sembra che la Cina abbia proposto al Bhutan di scambiare la regione del Doklam (altipiano che si trova a ridosso del confine indiano e si affaccia sul Corridoio di Siliguri, che collega l’India nordorientale al resto del paese) con altri territori del nord-est dell’Himalaya. Se accettato, lo scambio rappresenterebbe un rischio strategico per l’India, visto che in caso di conflitto la Cina potrebbe bloccare più facilmente i collegamenti attraverso il Corridoio di Siliguri.
Perù, annunciato nuovo “megaporto” ma dietrfront sull’esclusiva dei lavori a Cosco
Venerdì 22 marzo le autorità peruviane hanno annunciato l’assegnazione alla Cina dei lavori per un nuovo “megaporto” nel sud del paese, nella regione dello Ica e vicino al distretto siderurgico di Pampa de Pongo. A guidare i lavori per la costruzione del porto sarà la cinese Jinzhao, che ha ottenuto anche la concessione per gestire il porto nei successivi 30 anni. L’investimento previsto è di 405 milioni di dollari, e i lavori inizieranno indicativamente tra il 2025 e il 2026.
Il gigante Cosco è altrettanto impegnato in Perù nella costruzione del porto settentrionale di Chancay, per il quale era stata annunciata la completa esclusiva sui lavori (3,5 miliardi di dollari). Ora le autorità hanno avviato procedure penali per l’annullamento di tale clausola concessa all’azienda cinese nel 2021. L’Autorità portuale nazionale (APN) ha assicurato che ciò non avrà un impatto significativo sui tempi di completamento del porto, che ora si trova al 70% dei lavori.
A cura di Francesco Mattogno e Sabrina Moles