Le “scuole di formazione” istituite dal governo cinese nel Xinjiang per reinserire nella società gli elementi radicalizzati sarebbero a tutti gli effetti delle prigioni. A dimostrarlo sono proprio i documenti fatti circolare tra i vari dipartimenti governativi e analizzati in un recente studio dell’accademico tedesco Adrian Zenz. Dal rapporto emerge l’esistenza di otto tipologie diverse di strutture – a seconda delle condizioni e del livello di sicurezza – per un totale di 1,5 milioni di detenuti. Il linguaggio utilizzato lascia poco spazio ai dubbi. Ricorrono spesso le espressioni “tirocinanti detenuti”, “pulire il cervello” e “persone detenute per la rieducazione”, mentre la metà del personale è composto da agenti della sicurezza, non insegnanti. D’altronde la nuova agenzia preposta al controllo dei centri – l’Ufficio per l’Istruzione e la Formazione – viene spesso accostata “ad altre agenzie di sicurezza interna e forze dell’ordine come i tribunali, l’ufficio di ispezione, gli organi di pubblica sicurezza e il sistema giudiziario”, così come le risorse destinate al suo mantenimento “fanno parte del budget della sicurezza interna” [fonte: Scmp]
Alt al progetto per un nuovo canale di Panama cinese?
Non è chiara la sorte del progetto del valore di 50 miliardi di dollari per la costruzione di un canale in Nicaragua. L’opera, pensata per essere il doppio del canale di Panama per grandezza e profondità, era stata accordata tra il President Daniel Ortega e il milionario cinese Wang Jing, tramite la sua società HKND nel 2013. Mentre le fortune di Jing evaporavano, il progetto, che si doveva concludere quest’anno, e che comprendeva anche la costruzione di un aereoporto e di una free trade zone, attirava le proteste degli attivisti locali per le ambiente e di alcuni gruppi di comunità locali che ne lamentavano l’impatto sull’ambiente e sugli equilibri sociali locali. Le clausole del contratto firmato sei anni fa, prevedevano che ogni progetto accessorio al canale, potesse essere cancellato se l’investimento non fosse stato ottenuto entro il giugno del 2019. Il presidente Ortega ha tempo fino a settembre per fare una contromossa [fonte: Scmp]
La polizia inglese vittima delle pressioni cinesi
Emergono dal passato episodi di ingerenza di Pechino sulle polizie di altri paesi. Gli investigatori dell’ufficio indipendente per la condotta della polizia inglese hanno in questi giorni reso nota la vicenda di Shao Jiang. Protagonista delle giornate di Tiananmen Square, a Jiang fu concesso l’asilo politico in Inghilterra. In occasione della visita del presidente Xi Jinping nel 2015, il dissidente fu arrestato a Londra per “cospirazione” a seguito di pressioni che i testimoni confermano essere state senza precedenti, da parte delle autorità di Pechino. Nonostante la conferma della condotta anomala del metropolitan police service nel gestire la cosa, non è stata decisa alcuna sanzione disciplinare. Lo stesso Shao Jiang ha definito le conclusioni dell investigazione “moralmente sbagliate e proceduralmente non corrette” [fonte: Guardian]
Il Qinghai punta tutto sulle rinnovabili
La provincia cinese del Qinghai ha battuto un nuovo record. Per 15 giorni di seguito il fabbisogno energetico della Regione dell’altopiano tibetano è stata soddisfatto esclusivamente da fonti rinnovabili. Solare e eolico provvedono infatti per il 46% all’approviggionamento elettrico della regione, il resto è fornito da energia da fonti idroelettriche, con una percentuale di utilizzo del carbone minima pari al 13%. L’intenzione è quella di arrivare stabilmente a ricoprire il 50% del fabbisogno elettrico con fonti Verdi entro il 2020 [fonte: Xinhua]
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Esperta di sostenibilità sociale e ambientale. Si è formata nel mondo della ricerca accademica (prima alla Fondazione Eni e in seguito all’Università Bocconi) ed é arrivata in Cina nel 2007. Negli anni cinesi ha lavorato come consulente e collaborato con diverse testate italiane online quali AgiChina e China Files per le quali ha tenuto il blog La linea rossa e la rubrica Sustanalytics oltre a curare il volume “Cina e sviluppo sostenibile, le sfide sociali e ambientali del XXI secolo, L’Asino d’oro (2015). Dopo una parentesi nel settore privato come Communications & Corporate Affairs Manager in Svizzera, é rientrata in Italia e ora vive a Milano.