I titoli di oggi:
- Calo storico del tasso di natalità in Cina
- La Cina ha lanciato un missile da un vettore ipersonico
- La Cina testa sull’uomo il suo primo farmaco anti-Covid
- La legge sulla privacy fa sparire le navi in acque cinesi
- Cina: treni più veloci grazie a delle piccole ali
Il numero di nuovi nati in Cina è diminuito del 45 per cento negli ultimi due mesi del 2020 rispetto al 2015, l’anno in cui è stata abolita la politica del figlio unico. Lo rivela un nuovo studio della Renmin University, secondo il quale il coronavirus ha ulteriormente disincentivato la maternità tra le donne sotto i 30 anni. Lo scorso anno oltre la Muraglia sono nati solo 12 milioni di bambini, pari a un calo del 18% rispetto ai 14,65 milioni del 2019, mentre il tasso di natalità ha toccato un minimo storico: appena 8,52 nascite ogni 1.000 persone. Secondo il China Statistical Yearbook 2021, pubblicato dall’Istituto nazionale di statistica nel weekend, è la prima volta che il tasso di natalità scende a una cifra singola. Mentre si pensa alla distribuzione di incentivi economici e a misure di assistenza alle coppie, le autorità stanno contemporaneamente intervenendo per far fronte al calo della fertilità. Dal 2007 al 2020, il tasso di infertilità in Cina è aumentato dal 12% al 18%. Ecco perché molte province e città cinesi hanno recentemente pubblicato un nuovo piano quinquennale dedicato alla riproduzione assistita. Stando ai dati diffusi dalla Commissione sanitaria nazionale, al 30 giugno 2020, in tutta la Cina si contavano 523 istituzioni mediche autorizzate alla fecondazione artificiale, tuttavia la distribuzione disomogenea delle strutture certificate penalizza alcune aree del paese meno sviluppate. Nell’ambito del nuovo piano quinquennale, le autorità sanitarie hanno richiesto alle province e alle città di mettere a disposizione un centro specializzato ogni 2,3-3 milioni di persone.
Ma Pechino deve anche fare i conti con la costante diminuzione dei matrimoni. Nel 2020 sono stati registrati 8,14 milioni di matrimoni, in discesa di 1,13 milioni rispetto al 2019 e il livello più basso in 17 anni. In compenso, dopo l’introduzione di misure ad hoc, il tasso di divorzio è calato, invertendo una tendenza al rialzo durata anni.
La Cina ha lanciato un missile da un vettore ipersonico
La Cina ha effettuato il collaudo di un missile ipersonico da un velivolo già in volo ad almeno cinque volte la velocità del suono. Lo riporta il Financial Times, spiegando come il test dell’arma ipersonica, avvenuto a luglio e rivelato dal quotidiano finanziario per la prima volta lo scorso mese, abbia previsto anche il lancio di un missile indipendente, poi caduto nel Mar Cinese Meridionale. Né gli Stati Uniti né la Russia hanno dimostrato la capacità di gestire un vettore sganciato da un veicolo che viaggia a cinque volte la velocità del suono. Gli esperti statunitensi non sono ancora in grado di stabilire come Pechino abbia conseguito un simile risultato, ritenuto sino a questo momento tecnologicamente irrealizzabile.
La Cina testa sull’uomo il suo primo farmaco anti-Covid
Js016, il farmaco anti-Covid realizzato dall’Accademia cinese delle scienze e dall’azienda farmaceutica di Shanghai Junshi Biosciences, ha iniziato ieri i test clinici di fase tre. Basato sugli anticorpi monoclonali, aveva ottenuto l’autorizzazione alla sperimentazione nel giugno 2020 e sarà il primo nel suo genere a essere testato sull’uomo. La sperimentazione avverrà all’estero. Dalle due precedenti fasi, Js016, è risultato efficace nella riduzione della carica virale del Covid-19. Yan Jinghua, ricercatore presso l’Istituto di microbiologia, ha riferito alla stampa cinese che “il farmaco è stato autorizzato al trattamento di emergenza in 15 paesi, e più di 500 mila dosi sono state inviate all’estero”.
La legge sulla privacy fa sparire le navi in acque cinesi
Da qualche tempo i sistemi di tracciamento hanno smesso di evidenziare il passaggio delle navi transitanti in acque cinesi. E’ l’effetto inaspettato della nuova legge cinese sulla protezione delle informazioni personali, entrata in vigore il 1° novembre. Pensata per tutelare la privacy degli utenti e aumentare il controllo del governo sui big data, la nuova normativa sta influenzando il modo in cui le organizzazioni nazionali e straniere raccolgono ed esportano i dati cinesi. Sebbene non siano previste linee guida specifiche per il settore delle spedizione, secondo la Reuters, alcuni operatori nazionali hanno già smesso di fornire alle società straniere le informazioni necessarie a calcolare i volumi di carico e a ottimizzare la logistica, prevedendo in anticipo eventuali colli di bottiglia in modo che le aziende possano decidere quali rotte da intraprendere. Si stima che dal 28 ottobre al 15 novembre il livello dei dati sulle spedizioni in tutte le acque cinesi sia diminuito del 90%, secondo il fornitore di analisi e valutazioni di mercato VesselsValue. Come spiega all’agenzia britannica l’analista Charlotte Cook, “considerato che la Cina è un importante importatore di carbone e minerale di ferro nonché uno dei principali esportatori di container a livello globale, questo calo dei dati posizionali potrebbe causare sfide significative per quanto riguarda la visibilità della catena di approvvigionamento oceanica”.
Cina: treni più veloci grazie a delle piccole ali
Treni dotati di ali. E’ quanto ha in mente un team di scienziati di Chengdu, secondo i quali l’aggiunta di cinque paia di piccole ali su ciascuna carrozza genererebbe un sollevamento aggiuntivo dal suolo e ridurrebbe il peso del treno di quasi un terzo, portando la velocità massima a 450 km/h. La ricerca fa parte di un progetto lanciato da Pechino all’inizio di quest’anno chiamato CR450, che mira a sviluppare una nuova generazione di treni proiettile in grado di viaggiare a velocità più elevate. La rete ferroviaria ad alta velocità della Cina attualmente permette di viaggiare a 350 km/h (217 mph) ed è la più veloce al mondo. Il progetto CR450 mira ad avere treni che corrono quasi il 30% più velocemente, tanto da effettuare il tragitto da Pechino a Guangzhou in sole cinque ore. La Cina non è il primo paese a tentare l’impresa. Un’idea simile circolò in Giappone negli anni ’80, ma le difficoltà tecniche permisero solo la realizzazione di un prototipo.
A cura di Alessandra Colarizi
Classe ’84, romana doc. Direttrice editoriale di China Files. Nel 2010 si laurea con lode in lingua e cultura cinese presso la facoltà di Studi Orientali (La Sapienza). Appena terminati gli studi tra Roma e Pechino, comincia a muovere i primi passi nel giornalismo presso le redazioni di Agi e Xinhua. Oggi scrive di Cina e Asia per diverse testate, tra le quali Il Fatto Quotidiano, Milano Finanza e il Messaggero. Ha realizzato diversi reportage dall’Asia Centrale, dove ha effettuato ricerche sul progetto Belt and Road Initiative. È autrice di Africa rossa: il modello cinese e il continente del futuro.