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In Cina e Asia – Caccia alle fake news, Covid-19, visita in Russia, prestito FMI in Sri Lanka

In Notizie Brevi by Redazione

I titoli di oggi:

  • Per il XX Congresso Pechino intensifica la caccia alle fake news
  • Nuovi lockdown nelle città cinesi
  • Visita di alto profilo cinese in Russia
  • Nuova condanna per Aung San Suu Kyi, e la visita in Russia
  • Il ritorno dell’ex presidente in Sri Lanka e il prestito del FMI
  • Marco Lodola: luci per il futuro a Seoul
Per il XX Congresso Pechino intensifica la caccia alle fake news

Gli organi di controllo del web cinese hanno aperto la caccia alle fake news in vista del XX Congresso. L’appuntamento politico, che ricopre un importanza cruciale e che si terrà il prossimo 16 ottobre, dovrebbe confermare un terzo mandato per Xi Jinping. Ma sull’argomento la Cyberspace Administration of China (CAC) non ammette “voci online e notizie false”, e nella scorsa settimana ha lanciato a tal proposito una campagna che durerà per i prossimi tre mesi. Le punizioni per i trasgressori, malgrado il comunicato della CAC non abbia dato informazioni precise a riguardo, saranno applicate “con rigore, rapidità e severità”.

Si tratta di un mossa che mira a intensificare i controlli sul cyberspazio anche alla luce della lunga serie di sfide interne ed esterne al Paese: la guerra in Ucraina, la situazione a Taiwan, ma anche e soprattutto i nuovi focolai di Covid-19 e le previsione di crescita del Pil ridotte. L’ecosistema dei social media è stato invitato a inserire in lista nera gli account che pubblicano contenuti problematici. Ad essere prese di mira, tuttavia, non saranno solo le “voci” che speculano sul futuro politico dell’attuale segretario del Partito comunica cinese, ma anche su sicurezza sul lavoro, questioni sociali, economiche e disastri naturali.

Nuovi lockdown nelle città cinesi

Sabato 3 settembre sei grandi distretti dell’hub del tech di Shenzhen (che conta in totale 18 milioni di abitanti) sono stati posto sotto isolamento. Dopo aver riscontrato 87 nuovi contagi nella giornata di venerdì (portando il totale dei casi a 157), durante il fine settimana le autorità hanno imposto ai residenti di sottoporsi a due test Covid e hanno sospeso il trasporto pubblico. Solo due giorni prima, il governo municipale aveva dichiarato che le voci relative a un’imminente applicazione delle misure di quarantena erano basate su una “interpretazione errata” delle più recenti misure di prevenzione del Covid-19. I residenti erano così stati invitati a “lavorare e vivere senza preoccupazioni”. A lockdown avviato, invece, le autorità municipali hanno dichiarato sull’account ufficiale WeChat di avere l’appoggio dei cittadini: “gli utenti di internet sono d’accordo”, si legge nel post, nel sostenere che tali misure siano “il modo più rapido ed efficace per interrompere la catena di trasmissione del virus”.

Shenzhen è solo l’ultima città a imporre il lockdown, come prevede la politica Zero Covid. Con 155 nuovi contagi, la metropoli sud-occidentale di Chengdu ha messo in isolamento i 21 milioni di abitanti giovedì della scorsa settimana. Negli ultimi giorni le foto che mostrano folle di persone ammassate nei supermercati per accaparrarsi i generi alimentari hanno fatto il giro del web. Lo scorso sabato le autorità municipali hanno annunciato di aver alleggerito il lockdown, permettendo a chi presenta il risultato negativo di un test effettuato entro le 48 ore precedenti di utilizzare i trasporti pubblici ed entrare negli ospedali. Nella scorsa settimana, 3 milioni di abitanti (poco meno della metà) nella città portuale nordorientale di Dalian sono stati messi sotto isolamento. Lo stesso a Tianjin, dove test di massa sono stati predisposti per oltre 13 milioni di persone, dopo il tracciamento di 51 nuovi contagi.

Secondo calcoli di alcuni istituti di ricerca, il Pil delle città attualmente in isolamento rappresenta il 35% del totale, il livello più alto dal 2021. Se il trend persisterà, avverte il noto economista Hao Hong, nel terzo trimestre la crescita cinese potrebbe scendere sotto lo 0,4% del precedenti tre mesi.

Visita di alto profilo cinese in Russia

È atteso in Russia in questa settimana Li Zhanshu, il terzo leader nella gerarchia politica cinese. Si tratta del primo membro del Comitato permanente del Politburo, il massimo organo decisionale del paese, a recarsi all’estero dall’inizio della pandemia. Tra i 25 membri del Politburo, Yang Jiechi è stato finora l’unico ad aver viaggiato all’estero: lo scorso giugno, in Lussemburgo, Yang ha incontrato il consigliere per la Sicurezza nazionale Usa Jake Sullivan in un colloquio che gli Stati Uniti avevano definito “candido, approfondito, sostanziale e produttivo”.

Da mercoledì 7 settembre, Li sarà impegnato in un viaggio di 11 giorni che lo condurrà all’Eastern Economic Forum a Vladivostok, e poi in Mongolia, Nepal e Corea del Sud. Si prevede che l’incontro tra l’alto funzionario cinese e Vladimir Putin avvenga nei quattro giorni del forum economico. Un preludio, secondo alcuni, di un possibile incontro tra Xi Jingping e Putin in occasione del prossimo vertice della Shanghai Cooperation Organisation, che avrà luogo in Uzbekistan il prossimo 15 settembre.

La visita di Li in Russia si posiziona in un periodo di forti tensioni tra Cina e Stati Uniti, dopo la visita di Nancy Pelosi e di altre delegazioni Usa a Taiwan. Ma non andrebbe interpretata, come hanno commentato alcuni analisti cinesi al South China Morning Post, come “una prova dell’implicito sostegno di Pechino alla guerra di Putin in Ucraina”. È verosimile, invece, che con l’avvicinarsi del XX Congresso la Repubblica popolare cinese cerchi di mitigare le sfide attuali e di rafforzare i legami con i suoi vicini (ai rapporti tra Cina e Russia abbiamo dedicato un intero ebook tematico).

Nuova condanna per Aung San Suu Kyi, e la visita alla Russia

Venerdì 2 settembre l’ex leader birmana Aung San Suu Kyi è stata dichiarata colpevole di frode elettorale e condannata ai lavori forzati dalla Commissione Elettorale controllata dalla giunta militare che governa il paese dal golpe di febbraio 2021. Il caso avviato alla fine dello scorso anno dalla stessa Commissione fa riferimento alle elezioni del 2020, dichiarate libere ed eque dagli osservatori internazionali. Tuttavia, secondo l’accusa, la Lega Nazionale per la Democrazia guidata da Aung San Suu Kyi avrebbe manipolato le liste degli elettori per vincere. Quasi 10,5 milioni i casi di irregolarità rilevati, tra cui numeri di identificazione nazionale appartenenti alla stessa persona ripetuti o mancanti sulle schede elettorali. Quest’ultima condanna porta la pena detentiva totale che Aung San Suu Kyi deve scontare a 20 anni ed è l’ultima di una serie di procedimenti penali avviati dal governo militare birmano nei suoi confronti.

Nel frattempo i media statali hanno annunciato che il generale golpista Min Aung Hlaing compirà un viaggio in Russia per partecipare all’Eastern Economic Forum che si terrà a Vladivostok e a cui presenzieranno, oltre a Li Zhanshu, i rappresentanti di paesi come India, Giappone e Kazakistan. Secondo il rapporto, i colloqui con i funzionari del governo russo mirano a “consolidare ulteriormente la cooperazione” e i legami di amicizia tra le due economie e i rispettivi governi, entrambi colpiti dalle sanzioni della comunità internazionale. Il legame con Mosca, principale alleato e fornitore di armi, si è infittito a seguito dell’invasione dell’Ucraina nello scorso febbraio, definita “giustificata” dalla giunta. Il generale si è già recato a Mosca a fine luglio per una “visita privata”, mentre ad agosto il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov in visita a Naypyidaw ha dichiarato il suo appoggio alle azioni intraprese dalle forze armate militari per “stabilizzare” il paese.

Il ritorno dell’ex presidente in Sri Lanka e il prestito del FMI

La sera di venerdì 2 settembre l’ex presidente dello Sri Lanka Gotabaya Rajapaksa, rientrato a Colombo dalla Thailandia dopo sette settimane di esilio autoimposto, è stato scortato presso la sua nuova residenza ufficiale fornitagli dal nuovo governo di Ranil Wickremesinghe. L’ex leader era stato spinto alla fuga a metà luglio, dopo che l’ondata di proteste antigovernative, in risposta alla peggiore crisi economica mai sperimentata dal paese, era culminata con l’assalto al palazzo presidenziale. Rajapaksa, che a seguito delle dimissioni non gode più dell’immunità garantita dalla Costituzione dello Sri Lanka ai presidenti in carica, dovrà rispondere a diverse accuse, tra cui il suo presunto ruolo nell’assassinio dell’editore e giornalista Lasantha Wickrematunge e nella repressione di civili Tamil ordinata nel 2009 da suo fratello Mahinda, allora presidente. Nonostante si temesse un ritorno alle contestazioni di piazza, per il momento non sono state segnalate proteste a seguito del suo rientro in patria, anche se alcuni attivisti hanno dichiarato di voler sfruttare il momento per riorganizzare la mobilitazione. Il governo ha annunciato che a Rajapaksa saranno “concessi i diritti previsti per un ex presidente”.

Contemporaneamente, giovedì è stato raggiunto un accordo preliminare con il Fondo Monetario Internazionale per la concessione di un prestito di 2,9 miliardi di dollari in quattro anni per risollevare l’economia del paese, entrato ufficialmente in default lo scorso maggio. “Ripristinare la stabilità macroeconomica e la sostenibilità del debito, salvaguardando la stabilità finanziaria, proteggendo le persone vulnerabili e intensificando le riforme strutturali per affrontare le vulnerabilità della corruzione e sbloccare il potenziale di crescita dello Sri Lanka”, questi gli obiettivi del nuovo programma annunciati dal FMI.

Marco Lodola: luci per il futuro a Seoul

Dal 5 settembre al 9 ottobre 2022 i locali del Dongdaemun Design Plaza (DDP), il più iconico centro per l’arte e il design di Seoul, ospiteranno la mostra “Marco Lodola: luci per il futuro”, frutto della collaborazione tra Ambasciata d’Italia e Istituto italiano di Cultura a Seoul, Seoul Design Foundation, fondazione istituita per la promozione del design sudcoreano nel mondo, e l’organizzazione Mirabili, che possiede la collezione e ha come obiettivo quello di valorizzare l’arte e il design italiani nel mondo. Il vernissage della mostra si terrà il 7 settembre alla presenza dei principali esponenti italo-coreani del mondo dell’arte, del design e della moda. L’esposizione di oltre 40 tra le più significative sculture e creazioni luminose di Marco Lodola è l’evento culturale italiano più atteso dell’anno in Corea del Sud. Le sagome in plexiglass e le statue di luci al neon realizzate da Lodola saranno portate al pubblico coreano per ricordare gli aspetti più noti della “dolce vita”, e al contempo per illustrare, tramite figure ridotte a sagome e a contorni, i miti dell’inconscio collettivo nell’era mass-mediatica.

Così l’Ambasciatore d’Italia, Federico Failla, “l’approdo di Lodola a Seoul avviene negli stessi giorni in cui si è svolta qui per la prima volta l’edizione asiatica di Frieze, un segnale di come la capitale coreana sia diventata un punto di riferimento per l’arte contemporanea internazionale. Avere la possibilità di portare l’opera di un artista in vita famoso e apprezzato come Marco Lodola negli stupendi locali del Dongdaemun Design Plaza è un motivo di orgoglio, non solo perché già intuisco quanto l’artista sarà amato dal pubblico coreano, ma perché così, come Ambasciata d’Italia, torniamo a dialogare di design e lo facciamo in un modo diverso, con lo strumento dell’arte”.

A cura di Vittoria Mazzieri e Michelle Cabula