Borse e mattone spaventano i consumatori cinesi
L’incubo delle borse cinesi torna ad agitare il sonno dei risparmiatori cinesi. Dall’inizio dell’anno a oggi, gli investitori hanno perso in media più di 100.000 yuan ciascuno dopo che il crollo registrato dai listini negli ultimi mesi ha bruciato 3 trilioni di dollari di capitalizzazione di mercato. Giovedì più di 1.000 titoli azionari, circa un terzo del totale delle società continentali quotate sulle borse di Shanghai e Shenzhen, sono crollati del 10%. Secondo l’agenzia statale Xinhua, lo scorso anno il 66% degli investitori ha registrato perdite a fronte di un aumento del 6,6% dell’indice di riferimento di Shanghai. La performance negativa del mercato azionario concorre con il rallentamento dell’immobiliare – da sempre bene rifugio – ad assottigliare il portafoglio dei consumatori, su cui Pechino punta per rilanciare l’economia sul lungo periodo in vista della guerra commerciale con gli Stati uniti. Due dati preannunciano un futuro in salita: la crescita delle vendite al dettaglio (barometro della spesa dei consumatori) è rallentata al livello più basso degli ultimi 15 anni, mentre ad agosto le vendite delle automobili sono diminuite per il secondo mese consecutivo.
Sicurezza e minacce: tutto pronto per l’import expo
No a frisbee, pattini a rotelle, racchettoni, accendini e sigarette, bevande, droni e tutti gli animali eccetto i cani guida. La città di Shanghai si appresta a ospitare il primo expo dell’import (5-10 novembre) con regole di sicurezza da aeroporto. D’altronde, la manifestazione – che riempirà una sala espositiva più grande di 35 campi da calcio – è uno degli eventi più importanti dell’anno, non solo da un punto di vista commerciale ma anche diplomatico. Il Ministero del commercio e il governo della municipalità hanno istituito dipartimenti ad hoc per organizzarlo e gestirlo. In tempi di guerra commerciale e accuse incrociate di protezionismo, per Pechino è l’occasione giusta per riaffermare la propria determinazione ad aprire il mercato interno a merci e investimenti stranieri. Le modalità sembra tuttavia quelle vecchio stampo. Secondo la Reuters, sono mesi che il personale delle sedi diplomatiche cinesi all’estero stanno facendo pressione su aziende e governi stranieri affinché partecipino, arrivando persino a minacciare misure di ritorsione commerciale in caso di defezione.
Gli abitanti di Pechino inquinano quanto le fabbriche
Dopo mesi di tregua, lo smog è tornato a coprire il cielo di Pechino. Nella giornata di lunedì l’Air Quality Index segnava 231, un livello che corrisponde a un alto grado di inquinamento. Ma a differenza che in passato stavolta il dito non punta contro le fabbriche inquinanti della regione che circonda la capitale. Piuttosto i media di stato hanno fatto riferimento a un rapporto del Beijing’s Bureau of Environmental Protection, secondo il quale i consumi e le emissioni prodotte dai cittadini contribuiscono per il 12% del totale, ovvero quanto le emissioni industriali. Il report cita nello specifico le particelle prodotte cucinando così come spry per i capelli e profumi per l’ambiente. L’inverno è un periodo critico per la qualità dell’aria e di solito coincide con limitazioni più stringenti per le fabbriche. Quest’anno tuttavia le preoccupazioni per il rallentamento dell’economia hanno portato le autorità a stabilire target meno severi.
Sola contro tutti
E’ stata lei a denunciare la scomparsa del marito alle autorità francesi ed è sempre lei a parlare con la stampa straniera. Grace Meng, moglie di Hongwei, capo dell’Interpol sparito dal suo arrivo in Cina e attualmente trattenuto dalle autorità cinesi con l’accusa di corruzione, ha rilasciato da Lione un’intervista a una giornalista della CNN. A viso oscurato e molto scossa, la donna ha dichiarato tra le lacrime la sua intenzione di sfidare Pechino “lo sto facendo per tutte le donne cinesi, per tutti i bambini cinesi!”. Riferendosi poi ai propri figli gemelli di 7 anni si è detta preoccupata per loro e ha confermato la matrice politica dell’arresto affermando: “Non posso trovare altre ragioni oltre che politiche per la sparizione di mio marito” e aggiungendo dettagli sulla correttezza e sulla trasparenza nella sua condotta. Quello che potrebbe sembrare un atto eroico, è però parso a molti commentatori più il frutto di una strategia ben pesata, mirata a difendere l’onore del marito e a dare alla questione una risonanza il più possibile globale, forzando così Pechino a rilasciare informazioni in tempi brevi. Che si tratti di strategia o meno, quella di Grace Meng crea un precedente pericoloso per Pechino.
Facebook dietro il massacro dei rohingya
C’è la mano dell’esercito birmano dietro la campagna di incitamento all’odio razziale che ha portato alle violenze di massa contro i rohingya, nello stato Rakhine. Lo ha confermato il responsabile della cybersecurity di Facebook, che ha parlato di “chiari e deliberati tentativi di diffondere segretamente la propaganda direttamente collegata ai militari del Myanmar” attraverso la creazione “pagine apparentemente indipendenti, belle e divertenti”. Alcuni mesi fa la società di Mark Zuckerberg ha chiuso l’account di un leader del’esercito, tuttavia è una delle prime volte che viene attestato l’uso di un social network da parte di un regime repressivo contro il suo stesso popolo. L’esercito birmano d’altro canto fa tesoro delle tecnica di guerra psicologica utilizzata durante la dittatura militare, anche grazie ai contatti con la Russia.
Strade e ferrovie: prove generali di riunificazione tra le due Coree
Le due Coree procedono spedite verso la riunificazione, quantomeno delle loro infrastrutture ferroviarie e stradali. Nella giornata di lunedì, le due parti hanno annunciato l’intenzione di tenere una cerimonia d’inaugurazione del progetto tra la fine di novembre e il mese di dicembre. Il piano, anticipato durante il primo storico meeting tra Moon Jae-in e Kim Jong-un, si è già scontrato con le critiche di Washington, deciso a mantenere “massima pressione” in attesa che Pyongyang intraprenda passi concreti verso la denuclearizzazione. E’ per questo che il presidente sudcoreano cercherà di racimolare consensi durante il suo tour europeo, preceduto da un’intervista a Le Figaro in cui ha rinnovato la propria convinzione della buona fede di Kim, esortando la comunità internazionale a premiare il suo coraggio attraverso un allentamento delle sanzioni. La missione di Moon proseguirà con un appello al Papa, a cui farà visita giovedì.
“Crazy Rich Asians” arriva nelle sale cinesi
“Crazy Rich Asians” la commedia romantica con un cast interamente asiatico, tratta da un libro Kevin Kwan, autore singaporegno-americano e diretto dal regista Jon M Chu’s, uscita lo scorso agosto e che ha totalizzato 228 milioni di dollari al box office in giro per il mondo, arriva nelle sale cinematografiche cinesi il 30 novembre. Fino all’ultimo momento la Warner Bros, casa produttrice del film, non è stata sicura di vederlo finalmente approdare sugli schermi del secondo più grande mercato cinematografico al mondo. Tra gli ostacoli più evidenti: un inasprimento delle leggi cinesi sui media sempre più sotto il controllo del partito; i contenuti del film troppo focalizzati sul consumo ostentato e la guerra commerciale tra Cina e America, dove il film è in parte ambientato. In un mercato cinematografico competitivo come quello cinese, sarà interessante vedere se le avventure di una giovane donna asiatica che vive in America e approda nel mondo dorato dell’élite cinese a Singapore, sapranno conquistare i cuori dei millennials cinesi come è successo con Hollywood.