In Cina e Asia – Borse cinesi, stop di sei mesi alla vendita di azioni

In by Gabriele Battaglia

Stop alla vendita di azioni per i prossimi sei mesi dopo il crollo delle borse odierno. Nessuna indagine penale per Julie Hamp ex manager della Toyota arrestata il 18 giugno a Tokyo per importazione illegale di medicinali. La Birmania andrà al voto il prossimo 8 novembre. CINA – Stop alle vendite di azioni 
La China Securities Regulatory Commission ha rilasciato un comunicato stampa in cui si dice che il mercato finanziario “sta precipitando in maniera irrazionale”. La commissione ha deciso dunque di vietare per sei mesi la vendita di azioni a chiunque possieda più del 5 per cento di un titolo.La notizia giunge dopo che oggi le borse asiatiche hanno toccato oggi il minimo storico nell’ultimo anno e mezzo, a seguito del crollo delle borse cinesi. Lo Shanghai Composite ha chiuso in ribasso del 5,9 per cento con picchiate fino all’8. L’altra piazza cinese, Shenzhen, ha perso il 6 per cento. Hong Kong ha chiuso a meno 7,3.

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GIAPPONE – Caso Hamp, nessuna indagine a carico della manager Toyota
Lo scorso 30 giugno Julie Hamp, nuova manager americana della Toyota si è dimessa dal suo incarico. Da 12 giorni era in stato di arresto per importazione illegale di antidolorifici. Oggi la notizia che evita ulteriori problemi al principale produttore di auto giapponese che il primo aprile scorso l’aveva nominata ai vertici aziendali, prima donna nella storia della casa automobilistica di Toyota: Hamp non sarà indagata e sarà rilasciata al più presto perché dalle indagini della polizia non è stato riscontrato nessun intento criminale.

MYANMAR – Decisa la data delle elezioni

Foto credit: bbc.com

È stata decisa la data delle prime elezioni generali in Myanmar da 25 anni. Le urne si apriranno l’8 novembre. Il partito attualmente al governo, lo Union Solidarity and Development Party sfiderà il partito di opposizione la National League for Democracy, il cui volto simbolo è quello di Aung San Suu Kyi. In totale saranno più di ottanta i partiti coinvolti. L’ufficializzazione della data arriva a due settimane di distanza dalla decisione del parlamento di mantenere il diritto di veto dell’esercito su eventuali cambi alla costituzione, annullando così ogni speranza di modifica alla costituzione che impedisce a Suu Kyi di correre per la presidenza in quanto madre di cittadini stranieri (i figli, nati da padre britannico hanno cittadinanza britannica)
Il voto è comunque un passo verso la realizzazione di un regime democratico nel paese, dove dal 2011 è al potere un governo semicivile guidato dal presidente Thein Sein.