I titoli di oggi:
- Bloomberg: Pechino vuole tassare i super-ricchi
- Cina e Russia consolidano i rapporti militari
- Ministro degli Esteri cinesi sente gli omologhi di Iran e Israele
- Cina, rallenta la crescita dell’export. Pronte nuove misure a sostegno delle imprese private
- Cina, “sussidi nascosti” a sostegno dell’export
- Esperto cinese: “Una vittoria di Harris potrebbe aumentare conflitti politici tra Pechino e Washington”
- Cina, avviate operazioni di monitoraggio dei soggetti problematici per prevenire future aggressioni
- Libano, dopo le esplosioni dei cercapersone “occidentali” si guarda ai prodotti elettronici cinesi
- La Corea del Nord denuncia incursioni di droni sudcoreani sopra Pyongyang
La Cina ha iniziato ad applicare con maggior rigore una tassa sui guadagni degli investimenti all’estero effettuati dai cittadini più ricchi del Paese. Lo riportano fonti di Bloomberg, secondo cui negli ultimi mesi alcuni individui facoltosi residenti nelle principali città cinesi sono stati convocati dalle autorità fiscali per controlli. Se le misure definitive non subiranno modifiche, le persone contattate dovranno affrontare imposte sui redditi da investimenti esteri fino al 20%. Alcuni dei convocati possiedono beni offshore per almeno 10 milioni di dollari, altri sono azionisti di società quotate a Hong Kong e negli Stati Uniti. La stretta sui ricchi si accorda con l’obiettivo della “prosperità comune” rilanciato negli ultimi anni da Xi Jinping per ridurre le diseguaglianze sociali ma anche ridurre il potere degli imprenditori privato in settori strategici. La tassa sui super-ricchi sembra nello specifico venire in contro alle difficoltà economiche delle amministrazioni locali duramente colpite dalle misure anti-Covid
Cina e Russia consolidano i rapporti militari
Il ministro della Difesa cinese Dong Jun ha incontrato ieri l’omologo russo Andrei Belousov in visita a Pechino. Durante il meeting, Dong ha affermato che “l’alto livello di fiducia reciproca e la profonda cooperazione pratica tra i due paesi possono essere considerati un paradigma delle relazioni tra grandi paesi“. Belousov ha detto di aver incontrato anche il potente vicepresidente della commissione militare centrale cinese, Zhang Youxia, per colloqui “molto sostanziali”. La Russia – ha dichiarato il diplomatico – è pronta “ad affrontare congiuntamente le sfide alla sicurezza e spingere le relazioni militari bilaterali a un nuovo livello”. Zhang ha risposto ponendo l’accento sulla protezione congiunta dei “rispettivi interessi di sovranità, sicurezza e sviluppo”.
Cina, l’export aumenta grazie anche ai “sussidi nascosti”
La Cina starebbe ricorrendo massicciamente a rimborsi e sconti fiscali per sostenere l’export delle proprie aziende strategiche, come quelle delle auto elettriche e dei pannelli solari, che godrebbero così di un vantaggio competitivo sleale sui mercati internazionali. Secondo un’analisi del Nikkei Asia, nel periodo 2013-2023 Pechino ha aumentato del 400% i rimborsi fiscali, a cui vanno sommati i sussidi diretti elargiti alle aziende. Nonostante si tratti di una pratica non controversa di per sé, gli esperti fanno notare come l’ammontare di queste agevolazioni fiscali risulti molto più alta del valore dell’export generato dalle imprese aiutate, facendo sorgere il sospetto che i rimborsi siano in realtà dei “sussidi nascosti”. Pechino sfrutterebbe così un vuoto normativo all’interno dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO), che non classifica sconti e rimborsi come dei sussidi.
Ministro degli Esteri cinesi sente gli omologhi di Iran e Israele
Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi lunedì ha tenuto due conversazioni telefoniche con gli omologhi di Iran e Israele. Secondo quanto dichiarato dal diplomatico, la Cina è molto preoccupata per la tensione tra Israele e Iran e ritiene che il conflitto in corso nella regione non serva gli interessi di nessuno. Wang ha chiesto un cessate il fuoco immediato, completo e permanente a Gaza e il rilascio di tutti gli ostaggi. Ribadendo l’appoggio di Pechino alla “soluzione dei due Stati”, il diplomatico ha poi auspicato la ripresa degli “scambi [con Israele] in tutti gli aspetti il prima possibile quando la situazione si sarà attenuata”. Wang ha anche esortato Israele a garantire la sicurezza del personale della Forza interinale delle Nazioni Unite in Libano (UNIFIL), accidentalmente colpite da Tel Aviv il 10 ottobre. Parlando con l’omologo iraniano Seyyed Abbas Araghchi, il capo della diplomazia cinese ha invece affermato che Pechino è lieta di vedere che “il governo iraniano sta portando avanti una diplomazia di mediazione, sta rafforzando la comprensione con le parti interessate e migliorando le relazioni con i paesi della regione”.
Cina, rallenta la crescita dell’export. Pronte nuove misure a sostegno delle imprese private
L’export cinese è cresciuto del 2,4% a settembre (303,71 miliardi di dollari) rispetto allo stesso periodo del 2023, un dato inferiore alle previsioni e al valore di agosto (+8,7%). Nello stesso mese l’import ha invece registrato un +0,3%, contro il +0,5% di agosto. Nonostante i dati in leggera flessione, Pechino resta ottimista sulla crescita delle esportazioni nell’ultimo trimestre del 2024. Intanto lunedì 14 ottobre il direttore dell’Amministrazione statale per la regolamentazione del mercato, Luo Wen, ha annunciato in conferenza stampa una serie di misure volte a rafforzare il sostegno statale alle piccole e medie imprese, tra cui la Legge per la promozione del settore privato. Lo scopo di Pechino è quello di stimolare il mercato interno e regolamentare la concorrenza.
Esperto cinese: “Una vittoria di Harris potrebbe aumentare conflitti politici tra Pechino e Washington”
Una vittoria di Kamala Harris alle elezioni presidenziali americane, in programma il 5 novembre, potrebbe aumentare i conflitti politici tra Cina e Stati Uniti più di quanto non farebbe una vittoria di Donald Trump. È quanto ha dichiarato Yan Xuetong, preside dell’Istituto di Relazioni Internazionali dell’Università Tsinghua di Pechino. Secondo Yan, Harris sarebbe “più desiderosa di mantenere il dominio americano” nel mondo, mentre Trump si concentrerebbe maggiormente su questioni interne. Anche Trump però ha promesso forti misure protezionistiche in contrasto alla Cina e, per l’agenzia di rating Fitch, una sua presidenza provocherebbe negli anni una riduzione del PIL fino all’1% per i paesi dell’Asia orientale maggiormente dipendenti dall’export, come Repubblica popolare cinese, Corea del Sud e Vietnam.
Cina, avviate operazioni di monitoraggio dei soggetti problematici per prevenire future aggressioni
A seguito di un aumento del numero di casi di attacchi violenti nel paese, le autorità cinesi hanno iniziato a monitorare i soggetti considerati pericolosi per prevenire future aggressioni. Negli ultimi mesi, scrive il South China Morning Post, ai funzionari di base del partito è stato chiesto di visitare famiglie e aziende per raccogliere informazioni sulla presenza di individui a rischio, ovvero persone con disturbi mentali o problemi finanziari. Lo scopo è quello di stilare dei database per tenere sotto controllo i soggetti problematici, fornendo loro supporto e riducendo le probabilità che compiano attacchi armati contro altre persone.
Libano, dopo le esplosioni dei cercapersone “occidentali” si guarda ai prodotti elettronici cinesi
Dopo le esplosioni dei cercapersone e walkie-talkie provenienti dai paesi “occidentali”, il Libano potrebbe aumentare le importazioni di prodotti di telecomunicazione cinesi. “L’occidente ha perso credibilità”, ha affermato alla televisione di stato cinese CGTN il presidente dell’Associazione imprenditoriale sino-libanese, Ali Al Abdullah. Si ritiene che Israele abbia piazzato degli esplosivi nei dispositivi elettronici acquistati dai membri di Hezbollah da aziende considerate occidentali (per esempio, i cercapersone erano stati prodotti da una società ungherese usando la licenza di un’azienda di Taiwan).
La Corea del Nord denuncia incursioni di droni sudcoreani sopra Pyongyang
L’11 ottobre la Corea del Nord ha dichiarato che alcuni droni sudcoreani avrebbero violato lo spazio aereo del paese fino a raggiungere Pyongyang, per poi lanciare volantini di propaganda sulla popolazione. Le incursioni sarebbero avvenute il 3, 9 e 10 ottobre. Non è ancora chiaro se si trattasse davvero di droni sudcoreani o di un’operazione sotto falsa bandiera delle autorità del Nord, ma intanto quanto successo ha aggravato le tensioni tra i due paesi. Il leader supremo nordcoreano Kim Jong Un ha minacciato di rispondere con l’artiglieria a eventuali nuove incursioni, mente Seul ha dichiarato che ogni attacco contro i sudcoreani significherà “la fine del regime” di Kim. Il 15 ottobre la Corea del Sud ha poi detto che Pyongyang ha cominciato a distruggere parte di una strada che collega i due paesi.