I titoli di oggi:
- Biden: “in caso di attacco difenderemo Taiwan”
- Il co-fondatore di Tik Tok è l’imprenditore cinese del tech più ricco
- Un Single’s Day all’insegna della prosperità comune
- Star dell’NBA accusa Pechino di reprimere il Tibet
- Riparte lo show della transgender più famosa di Cina
- Xiaomi e Foxconn si danno alle auto elettriche
Biden: “in caso di attacco difenderemo Taiwan”
“Se la Cina attaccasse Taiwan, gli Stati uniti interverrebbero?”
“Si, abbiamo un impegno a farlo”.
Il botta risposta tra il giornalista della CNN Anderson Cooper e Joe Biden giovedì ha messo nuovamente in discussione il principio dell’ “ambiguità strategica” con cui Washington ha continuato a gestire le relazioni con Taipei e Pechino dal riconoscimento diplomatico della Repubblica popolare. Siglando il Taiwan Relations Act, il governo americano si è impegnato ad armare l’isola democratica per assicurarne le capacità difensive senza tuttavia chiarire gli obblighi in caso di un’invasione cinese. Da tempo parte dell’establishment statunitense ritiene sia giunto il momento di assumere una posizione più chiara per dissuadere Pechino – impegnato in incursioni aeree quasi giornaliere – dall’intraprendere manovre militari più aggressive. Non sembra tuttavia essere ancora la scuola di pensiero dominante. Per la seconda volta in tre mesi la Casa Bianca è intervenuta poco dopo l’intervista per smentire le parole di Biden: “Sosterremo il nostro impegno ai sensi dell’atto, continueremo a promuovere l’autodifesa di Taiwan e continueremo a opporci a qualsiasi modifica unilaterale dello status quo “. Si tratta di un equivoco? Probabile. Il tempismo però è particolarmente infelice. Proprio in questi giorni il ministro degli Esteri taiwanesi si trova in visita in Europa. Il tour comprende Slovacchia e Repubblica Ceca, paesi notoriamente solidali nei confronti di Taipei. Ma pare che Joseph Wu potrebbe prendere parte anche a un meeting dell’Inter-Parliamentary Alliance, piattaforma nota per le sue campagne anticinesi che si riunirà a Roma il 29 ottobre. Proprio ieri il parlamento europeo ha approvato la prima risoluzione dedicata a Taiwan, in cui tra le altre cose, si auspica la firma di un accordo bilaterale sugli investimenti in cantiere dal 2015. A Pechino sono furiosi. [fonte Guardian, reuters, AFP]
Il co-fondatore di Tik Tok è l’imprenditore cinese del tech più ricco
Il co-fondatore di Tik Tok, Zhang Yiming, è la persona più ricca nel settore dell’internet cinese. Secondo la classifica in tempo reale delle persone più facoltose del mondo stilata da Forbes, il 37enne ex CEO di ByteDance Ltd. detiene un patrimonio netto di 59,4 miliardi di dollari. In Cina è secondo solo a Zhong Shanshan, fondatore dell’azienda di acqua in bottiglia Nongfu Spring. Zhang si trova al ventesimo posto nella classifica globale, mentre i suoi competitors Pony Ma e Jack Ma, rispettivamente fondatori di Tencent e Alibaba, hanno visto il valore delle proprie aziende ridursi significativamente dopo le nuove regolamentazioni antitrust imposte dal governo cinese. Il patrimonio netto di Pony Ma ha perso oltre 15 miliardi di dollari, riducendosi del 20% a 49,7 miliardi di dollari, mentre Jack Ma ha perso quasi 6 miliardi di dollari, ed è oggi titolare di un patrimonio del valore di 42,5 miliardi di dollari. Le regolamentazioni che hanno inasprito i controlli sui giganti tecnologici cinesi non hanno risparmiato ByteDance: secondo Bloomberg, uno dei maggiori investitori di Tik Tok, Susquehanna International Group (SIG), sta cercando di vendere circa 500 milioni di dollari di azioni. Nonostante il successo in classifica, queste misure stanno portando l’azienda a ridimensionare le sue operazioni e a tagliare sul personale. [fonte Caixin]
Un Single’s Day all’insegna della prosperità comune
Alibaba si allinea agli imperativi di redistribuzione del Partito comunista cinese, e dà il via alla promozione dell’annuale Single’s Day Shopping Festival, quest’anno all’insegna della sostenibilità e dell’inclusione. Pechino ha richiamato all’ordine i titani tecnologici cinesi, e ha preteso maggiore impegno verso la responsabilità sociale per la “prosperità comune”. La società di e-commerce cinese ha lanciato delle iniziative per devolvere parte delle sue vendite a categorie svantaggiate come orfani e lavoratori a basso reddito, e ha anche dichiarato che il suo mercato Tmall sta emettendo 100 milioni di yuan (15,6 milioni di dollari) di “buoni verdi” per incoraggiare le decisioni di acquisto che “contribuiscono a uno stile di vita ecologico”. Per anni Alibaba ha organizzato questo Festival per dare sfoggio delle sue abilità commerciali e di marketing, trasmettendo il valore delle sue vendite giornaliere su uno schermo gigante. “Il festival di quest’anno segna un nuovo capitolo per 11.11 [il Single’s Day]”, ha detto Chris Tung, responsabile marketing di Alibaba, “crediamo di dover sfruttare il potere dell’11.11 per incoraggiare lo sviluppo sostenibile e promuovere l’inclusione a consumatori, commercianti e partner in tutto il nostro ecosistema”. Mentre le imprese tecnologiche cinesi cercano di adeguarsi ai nuovi dettami del Partito comunista, l’agenzia di stampa statale Xinhua rinnova loro l’invito a rispondere più diligentemente esigenze della nazione. “L’economia digitale non dovrebbe funzionare secondo il principio ‘the winners takes all’”, dice l’articolo pubblicato mercoledì, “le piattaforme devono condurre e guidare lo sviluppo delle piccole, medie e micro-imprese lungo l’intera catena industriale. Non dovrebbero agire come ‘padroni di casa’ che si approfittano [delle piccole imprese]”. La campagna di Pechino per imporre una disciplina più rigida su uno dei settori economici più dinamici della Cina non sembra sul punto di arrestarsi. [fonte SCMP, SCMP]
Star dell’NBA accusa Pechino di reprimere il Tibet
La National Basketball Association (NBA) è nuovamente accusata di aver oltraggiato l’orgoglio nazionalista cinese, dopo che un suo giocatore ha postato su Twitter un commento sull’indipendenza del Tibet. Le controversie sui diritti umani inaspritesi con l’insediamento dell’amministrazione Biden coinvolgono anche il mondo sportivo, proprio alle porte delle Olimpiadi invernali di Pechino che si terranno a febbraio. Mercoledì, il centro dei Boston Celtics, Enes Kanter, ha pubblicato un video su Twitter sostenendo l’indipendenza della popolazione di etnia tibetana e criticando la politica assimilazionista di Pechino nella regione. La risposta delle autorità cinesi non ha tardato ad arrivare. Giovedì, un portavoce del ministero degli Esteri cinese ha detto in un briefing che le “falsità del signor Kanter non sono degne di essere confutate” e che la Cina non avrebbe “mai accettato questi attacchi e calunnie contro lo sviluppo e il progresso del Tibet”. La dichiarazione di Kanter sul Tibet arriva a qualche anno dal precedente incidente diplomatico tra NBA e Pechino. La lega ha perso centinaia di milioni di dollari dopo che gli sponsor cinesi hanno tagliato i legami commerciali in risposta a un tweet dell’allora direttore degli Houston Rockets, Daryl Morey, che si era espresso a favore dei manifestanti di Hong Kong (2019). Due anni dopo, l’emittente statale CCTV non ha ancora ripreso lo streaming regolare delle partite NBA. [fonte WSJ]
Riparte lo show della transgender più famosa di Cina
La showgirl transgender Jin Xing ha annunciato il suo ritorno sul palco dopo quattro anni di assenza, scatenando un’esplosione di commenti online. Durante una conferenza stampa giovedì ha lanciato il suo nuovo talk show di critica letteraria, con il titolo provvisorio di “The Jinxing Show 2022”, disponibile in streaming sulla piattaforma Youku. Alcuni netizen cinesi sono particolarmente entusiasti di questa notizia. Molto hanno dichiarato di condividere le “forti opinioni” che Jin ha espresso durante lo show precedente, sostenendo che l’artista sia “una donna vera e tagliente”. “La cosa interessante dello show è che a Jin piace sempre commentare gli eventi sociali in Cina, come i temi riguardanti le donne e le critiche alle celebrità”, ha commentato uno degli utenti online, “tratta di molte cose di cui la maggior parte degli artisti non parlerebbe mai”. Secondo la stampa statale, l’entusiasmo per il ritorno sul palco della donna non sarebbe da ricondursi solo al suo linguaggio “radicale” e alla libertà con cui esprime le sue opinioni, ma sarebbe sintomatico dell’elevato apprezzamento del pubblico cinese verso temi e figure pubbliche afferenti alla comunità LGBTQ+ in Cina. Difficile tuttavia dare un’interpretazione logica del gesto distensivo delle autorità dopo la chiusura di numerosi gruppi studenteschi impegnati nella sensibilizzazione delle tematiche omosessuali. [fonte GT ]
Xiaomi e Foxconn si danno alle auto elettriche
Xiaomi e Foxconn hanno annunciato ambiziosi progetti per la produzione di propri veicoli elettrici. In linea con la rinnovata enfasi sulla sostenibilità promossa dal presidente Xi Jinping, le due società hanno dichiarato, a distanza di qualche giorno l’una dall’altra, che sono pronte a sfidare la concorrenza nel settore automobilistico green. Lei Jun, CEO di Xiaomi, ha annunciato martedì che il lancio delle sue auto elettriche è previsto per la prima metà del 2024. Queste dichiarazioni sono valse alle azioni della società di smartphone quotata a Hong Kong un balzo del 5%. La taiwanese Foxconn ha rivelato invece tre prototipi di veicoli con cui si lancerà nell’industria dell’automotive elettrica, pur senza produrli lei stessa. “La nostra più grande sfida è che non sappiamo come fare auto”, ha detto lunedì il presidente di Foxconn Young Liu. Piuttosto, l’azienda taiwanese vorrebbe dedicarsi a testare le piattaforme modulari EV che sta sviluppando e a promuovere le componenti e i software con cui accessoriare i veicoli. L’industria di automobili elettriche si fa sempre più affollata: anche l’azienda del motore di ricerca Baidu ha lanciato a gennaio una propria società autonoma di veicoli di questo tipo. Quando Xiaomi e Foxconn saranno ufficialmente pronte, saranno chiamate a confrontarsi con rivali cinesi come Nio e Xpeng, oltre che con le grandi case automobilistiche internazionali come Tesla e BYD di Elon Musk. [fonte CNBC, VISION]
A cura di Agnese Ranaldi, ha collaborato Alessandra Colarizi