I titoli di oggi:
- Bangladesh, un morto e centinaia di feriti nelle manifestazioni di massa contro il governo
- Soldato Usa diserta in Corea del Nord
- Big tech: 200 milioni di cinesi impiegati nel settore
- India, nasce la coalizione anti Bjp
- Cina, Henry Kissinger incontra il ministro della Difesa cinese a Pechino
- Prove di rimozione dell’ hukou in Zhejiang
- Funerali in Cina, dopo il Covid si preferisce la cremazione
- Thailandia: la corte costituzionale sospende Pita dal parlamento
Bangladesh, un morto e centinaia di feriti nelle manifestazioni di massa contro il governo
Mancano ancora diversi mesi alle elezioni generali di gennaio 2024, ma le tensioni politiche in Bangladesh hanno già toccato un punto di non ritorno. Dopo alcune manifestazioni che si erano concluse con l’arresto di diversi membri dell’opposizione, ora una serie di proteste esplose in tutto il paese nella giornata di martedì 18 luglio ha portato ad almeno un morto e centinaia di feriti. A colpire duro sarebbero state, hanno rivelato dei manifestanti al singaporeano Straits Times, la polizia e alcune associazioni vicine al governo, tra cui l’ala studentesca del partito di maggioranza – la Awami League. La mobilitazione di martedì è nata per chiedere le dimissioni dell’attuale prima ministra bengalese Sheikh Hasina, che governa il paese dal 2009. Da tempo il paese, l’ottavo più popoloso al mondo, è sotto gli occhi delle associazioni per la difesa dei diritti umani, ed è stato più volte oggetto di sanzioni internazionali in merito all’opacità dei suoi processi democratici.
Soldato Usa diserta in Corea del Nord
Martedì 18 luglio un soldato americano ha varcato il 38° parallelo che divide le due Coree e sarebbe ora sotto la custodia delle autorità nordcoreane. Secondo le prime indiscrezioni si sarebbe trattato di un membro dell’esercito Usa presso il Comando Onu della Corea del Sud, Travis King , che sarebbe presto dovuto rientrare per subire dei provvedimenti disciplinari ed era stato precedentemente arrestato per aggressione. Il soldato aveva preso parte a una visita presso la Joint Security Area di Panmunjom, quando ha improvvisamente lasciato il gruppo e oltrepassato la linea di confine.
Preoccupato il ministero della Difesa americano, che ha rilasciato un comunicato per dichiarare che le indagini sono in corso e che la famiglia del soldato verrà tenuta al corrente della situazione. Si tratta del primo ingresso illegale di un cittadino americano dall’inizio della pandemia: l’ultimo caso risale al 2018, quando il sessantenne Bruce Byron Lowrance era stato trattenuto dalle autorità nordcoreane per un mese dopo che aveva raggiunto il paese attraversando il confine con la Cina.
Big tech: 200 milioni di cinesi impiegati nel settore
Crisi economica e restrizioni governative non hanno fermato il settore delle big tech. Secondo uno studio condotto dalla società di investimenti con sede a Pechino Cyan Hill Capital, in Cina sono oltre 200 milioni le persone impiegate nell’industria delle piattaforme tecnologiche. Nonostante la crisi che ha colpito l’intero settore a livello internazionale abbia portato ondate di licenziamenti di massa nel periodo post-pandemico anche nella Repubblica popolare le piattaforme tecnologiche rimangono la categoria in grado di garantire il più alto numero di posti di lavoro per gli 880 milioni di cittadini “impiegabili”.
Il Paese sta affrontando una delle più severe crisi del settore lavorativo, con tassi di disoccupazione giovanile che negli scorsi mesi hanno raggiunto nuovi record. Le aziende tecnologiche hanno esteso il concetto di “lavoratore” creando nuove professioni dal rider agli influencer. Tra gli impiegati nelle big tech, la maggior parte sono gig workers, ovvero lavoratori part-time o a chiamata dipendenti dalle piattaforme, spesso protagonisti di episodi di sfruttamento estremo e generali condizioni di precariato sul lavoro. Di questi, gli autisti di camion per il trasporto di merci vendute sulle piattaforme di shopping online sono 16.5 milioni, mentre gli autisti di vetture a noleggio con conducente e taxi tramite app sono oltre 7 milioni. Seguono gli addetti alle consegne a domicilio, che sono circa 5 milioni.
India, nasce la coalizione anti Bjp
Martedì 18 luglio oltre 24 partiti dell’opposizione indiana hanno annunciato la nascita di una nuova coalizione nel tentativo di abbattere il monopolio del partito al governo, il Bharatiya Janata Party (Bjp), in vista delle elezioni di maggio 2024. INDIA, questo il nome del gruppo, promette di sfidare la maggioranza dell’attuale premier Narendra Modi, nonché di “salvaguardare la democrazia e la Costituzione”. I partiti, che rappresentavano fino a ora una minoranza piuttosto frammentata (meno della metà dei 301 seggi alla Camera bassa occupati dal Bjp), avrebbero messo da parte alcune divergenze alla luce di alcuni fatti che hanno consolidato lo strapotere del partito di Modi, tra cui l’espulsione del leader del partito Indian National Congress Raul Gandhi dal Parlamento.
Cina, Henry Kissinger incontra il ministro della Difesa cinese a Pechino
Dopo le visite di ben tre rappresentanti di alto livello della leadership statunitense – Anthony Blinken, Janet Yellen e la più recente visita di John Kerry – ora è il turno di uno degli storici esponenti della politica estera Usa, Henry Kissinger. L’ex segretario di stato, che ha dialogato a maggio con l’ambasciatore cinese negli Usa in occasione del suo centesimo compleanno, ha incontrato il ministro della Difesa cinese Li Shangfu e invitato la controparte ad allentare le tensioni lungo le due sponde del Pacifico.
Kissinger, come riporta il readout cinese, ha detto che “né gli Stati Uniti né la Cina possono permettersi di trattare l’altro come un avversario” e che un conflitto tra i due potrebbe solo portare svantaggi. Li avrebbe invece affermato che “la comunicazione amichevole” tra Cina e Stati Uniti è stata “distrutta” perché “alcune persone negli Usa” non sarebbero cercato di “venire incontro” alla Cina. Il generale cinese è stato sanzionato nel 2018 dalla Casa Bianca per il suo coinvolgimento nell’acquisto di aerei da combattimento dalla Russia e si è rifiutato di parlare con il suo omologo statunitense Lloyd Austin in occasione dello Shangri-La Dialogue di Singapore.
Prove di rimozione dell’ hukou in Zhejiang
La provincia sud-orientale del Zhejiang allenterà le misure sulla residenza dei locali, il cosiddetto hukou. Le regole di residenza che consento di accedere ai servizi di welfare dello Stato, di fatto vincolando i cittadini alla località di provenienza della famiglia di origine, saranno allentante nelle principali municipalità della provincia. Fa eccezione il capoluogo, la città di Hangzhou. Con la rimozione dell’hukou i cittadini potranno decidere di trasferirsi liberamente dalla campagna alle città senza autorizzazione speciale.
La mossa fa parte degli sforzi del governo locale per raggiungere la “prosperità comune”, campagna per la promozione dell’uguaglianza sociale ed economica formulata dal presidente cinese Xi Jinping nel 2021 e testata per la prima volta proprio nel Zhejiang. L’idea è di favorire la crescita economica grazie a una maggiore mobilità sociale e allo “sfruttamento del potenziale di consumo dei lavoratori migranti”, come affermato dal consigliere per le politiche della banca centrale cinese Cai Fang . Il Zhejiang è una delle province più prospere della Cina, è patria dell’azienda tech Alibaba e principale zona di origine della migrazione cinese in Europa.
Funerali in Cina, dopo il Covid si preferisce la cremazione
Nel 2023 le cremazioni nella provincia sud-orientale del Zhejiang sono aumentate del 72,7% rispetto all’anno precedente. Sono i dati condivisi (e poi oscurati secondo quanto riporta Caixin) dal governo provinciale, che ha riportato un record di 171,000 cremazioni registrare nel primo trimestre dell’anno. La cifra è indicativa di due fattori: da una parte si tratta di uno dei pochi dati rilasciati dal governo sulle morti nel Paese a seguito della fine della politica Zero Covid lo scorso gennaio. Dall’altra si conferma la preferenza dei cittadini cinesi per la cremazione rispetto alla sepoltura come pratica funeraria.
In alcune province cinesi le sepolture sono state del tutto vietate, come ad esempio in Jiangxi. Rimane complesso stabilire una stima nazionale per le cremazioni, con le cifre sulle morti da Covid (e non solo) nel Paese rimaste oggetto di discussione dall’inizio della pandemia in Cina. Nei primi tre mesi del 2022 le cremazioni a livello nazionale sono state 1.7 milioni. Si tratta di un dato non disaggregato, complesso dunque da analizzare alla luce delle differenze demografiche e di accesso alla sanità tra le diverse province cinesi.
Thailandia: la corte costituzionale sospende Pita dal parlamento
La corte costituzionale thailandese ha sospeso il leader del Move Forward, Pita Limjaroenrat, dal suo ruolo di deputato alla camera bassa del parlamento. La decisione è arrivata mercoledì mattina, mentre era in corso la seconda seduta congiunta di camera e senato per la nomina del primo ministro, con Pita nuovamente unico candidato premier. La scorsa settimana il tribunale aveva accettato di giudicare il caso sollevato dalla commissione elettorale contro il leader del Move Forward, accusato di essersi candidato alle elezioni di maggio pur sapendo di essere ineleggibile per legge. Il numero uno degli arancioni possiede infatti 42.000 azioni della società di media iTV (lo 0,0035% del totale), e in questi casi la costituzione thailandese vieta la possibilità di candidarsi. La corte costituzionale ha sospeso Pita in attesa della sentenza definitiva, che potrebbe portare anche alla sua interdizione dalla politica e a una condanna fino a tre anni di carcere. Pita ha quindici giorni per presentare la sua difesa.
Dopo non essere riuscito a farsi nominare primo ministro nella votazione dello scorso 13 luglio, l’esponente del Move Forward, il partito che ha vinto le elezioni, cercava miglior sorte nel voto di oggi (la sessione, nel primo pomeriggio thailandese, è ancora in corso). La costituzione non prevede che il premier debba essere un membro del parlamento, quindi la sospensione dal suo ruolo di deputato non impedisce legalmente a Pita di diventare primo ministro. Ma ora le sue chance si assottigliano. Già prima della decisione della corte, i membri della coalizione si erano accordati per dare a Pita l’ultima possibilità, prima di puntare su un altro candidato. Probabilmente Srettha Thavisin del Pheu Thai, il secondo partito più grande dell’alleanza.
A cura di Lucrezia Goldin e Sabrina Moles; ha collaborato Francesco Mattogno