In Cina e Asia – Aziende cinesi e Usa: arriva lo stop per altre 33 realtà imprenditoriali

In Notizie Brevi by Redazione

I titoli di oggi:

  • Aziende cinesi e Usa: arriva lo stop per altre 33 realtà imprenditoriali
  • Washington chiede aiuto al Giappone per i rifornimenti di gas all’Europa
  • La Cina aderisce al trattato per la protezione della proprietà industriale
  • Coppa d’Asia femminile: la Cina trionfa, ma i netizen chiedono la parità salariale per le giocatrici
  • Economia: pronta la prima holding finanziaria gestita da una società privata
  • Myanmar: pronti i colloqui di pace?
  • Taiwan: via il divieto alle importazioni di cibo prodotto nell’area di Fukushima

Un possibile allentamento della Guerra Commerciale sembrava plausibile quando Joe Biden venne eletto come nuovo presidente degli Stati Uniti un anno fa. E invece i controlli sulle transazioni tra le due sponde del Pacifico sono sempre più severi. Lunedì 7 febbraio il dipartimento del Commercio Usa ha aggiunto altre 33 aziende cinesi alla sua “Unverified List”, un elenco di aziende di cui i funzionari di Washington non sono stati in grado di verificare le regolarità. Per spedire alle ditte in questione gli esportatori statunitensi dovranno munirsi di una licenza apposita, e le società cinesi segnalate – la maggior parte di elettronica – dovranno certificare che sono disposte a rispettare i regolamenti statunitensi.

Una decisione che porta a 175 le aziende presenti nella lista, e che arriva, non a caso, insieme al boicottaggio olimpico. La misura, tra le altre cose, intende evitare che prodotti apparentemente destinati all’uso commerciare finiscano per servire a scopi militari. “Nessun paese presenta una minaccia maggiore alle nostre idee, all’innovazione e alla sicurezza economica della Cina”, ha affermato la scorsa settimana Christopher Wray dell’FBI. Ha aggiunto che l’ufficio apre indagini sulle operazioni di intelligence cinese ogni 12 ore. Attacchi che Pechino ha respinto in più occasioni, accusandoli per essere del tutto infondati.

Nel frattempo, il ministero degli Esteri cinese ha detto la sua su un’altra misura Usa, l’American competes act, un disegno di legge approvato lo scorso venerdì 4 febbraio per finanziare l’industria dei chip nazionale. Nella proposta sono incluse anche delle mozioni contro Pechino, dalle tensioni con Taiwan fino alla denuncia di violazione dei diritti umani in Xinjiang. Per la Cina la mossa è “frutto di una mentalità da Guerra fredda e calcolo a somma zero […] Gli Usa non dovrebbero sviluppare la propria competitività commerciale come scusa per interferire negli affari interni della Cina”.

Washington chiede aiuto al Giappone per i rifornimenti di gas all’Europa

Gli Stati Uniti hanno chiesto al Giappone di rifornire l’Europa di gas naturale liquefatto (GNL) nella eventualità che la crisi ucraina inducesse la Russia decidesse di tagliare i rifornimenti, i quali soddisfano circa il 30-40% del fabbisogno di gas del vecchio continente. La crisi ucraina sta spingendo gli Usa, il primo produttore mondiale di gas naturale, a chiedere al Qatar e ad altri grandi produttori di energia di prendere in considerazione la possibilità di rifornire i paesi europei. Il 4 febbraio in conferenza stampa il ministro dell’economia, del commercio e dell’industria Koichi Hagiuda si è limitato a dire che è necessario che Tokyo si accerti di non mettere a rischio la vita dei cittadini giapponesi. Malgrado il paese sia stato una “forza trainante nello sviluppo del mercato del GNL” per decenni, ha aggiunto il ministro, bisogna tener conto anche dei problemi contrattuali, come ad esempio le clausole di alcuni contratti a lungo termine che limitano la vendita di gas in eccesso.

La Cina aderisce al trattato per la protezione della proprietà industriale

La Cina vuole proteggere i propri brevetti. In un comunicato dello scorso sabato Daren Tang, il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della proprietà intellettuale (OMPI), l’organismo dell’Onu per la protezione della proprietà industriale, ha dichiarato di aver ricevuto i documenti di adesione da Pechino. Nel 2020 sono stati quasi 800mila i disegni depositati da cittadini o imprese cinesi – il 55% del totale – che posseggono stabilimenti in paesi membri. Tra le imprese che hanno aderito si contano l’azienda tech Xiaomi e il gigante informatico Lenovo. La convenzione dell’Aia consente ai membri di non pagare per le applicazioni di protezione di modelli e design industriali. Il prossimo 5 maggio la Cina diventerà membro effettivo dell’OMPI, e nel contempo aderirà anche al trattato di Marrakech, che facilita la produzione e la condivisione di opere per persone non vedenti, con disabilità visive o con altre difficoltà nella lettura.

Economia: pronta la prima holding finanziaria gestita da una società privata

Tempi (forse) maturi per l’entrata in campo di un giocatore privato nelle intricate stanze della finanza cinese. È quanto annuncia la People’s Bank of China, che avrebbe accettato la proposta di una società di una nuova partecipazione finanziaria privata – l’unica dotata di licenza, la China Wanxiang Holding Co., Ltd. Legata alla Wanxiang Group Corp., una multinazionale che investe in diversi settori (manifattura, servizi, finanza), ora potrebbe sorpassare le due principali società del settore: AntGroup di Alibaba e Tencent Holdings Ltd. La prima, in particolare, è ora contenuta dai controlli delle autorità cinesi, che negli ultimi mesi hanno lavorato per ridurre il peso degli imperi privati nei settori strategici e, soprattutto, in quello finanziario.

Coppa d’Asia femminile: la Cina trionfa, ma i netizen chiedono la parità salariale per le giocatrici

Domenica 6 febbraio la nazionale di calcio femminile cinese ha vinto la Coppa d’Asia contro la Corea del Sud. Un evento che ha riacceso gli animi, dato che si tratta della nona vittoria per il team China – sebbene l’ultima coppa risalga al 2006 e la squadra non fosse arrivata alle finali dal 2008. Lunedì il risultato è stato celebrato a gran voce dai media nazionali, anche quelli che parlano all’esterno come il Global Times, che scrive: “Su Weibo, su WeChat e sulle altre piattaforme utilizzate dai cinesi c’erano commenti commossi ed eccitati per l’epico oro.”

Ma non tutti in casa hanno pensato la stessa cosa. Anzi. Molti utenti hanno celebrato la “riguadagnata dignità del calcio cinese”, ma altrettanti hanno puntato il dito contro le disuguaglianze nel mondo dello sport professionale. La nazionale cinese femminile dovrebbe ora acquisire un bonus di circa 1,6 milioni di dollari, ma nella norma i guadagni delle calciatrici donne sono inferiori a quelli dei colleghi uomini. Le cifre non sono pubbliche, ma secondo un rapporto del 2003 citato da SixthTone viene citato il reddito di Sun Wen, allora campionessa di punta della nazionale: solo il 10% dello stipendio medio di un calciatore uomo in Cina.

Myanmar: pronti i colloqui di pace?

Domenica 6 febbraio il generale dell’esercito birmano, Min Aung Hlaing, avrebbe annunciato l’intenzione di parlare con i rappresentanti delle organizzazioni etniche armate. Secondo quanto dichiarato dalla giunta militare, l’idea sarebbe quella di siglare un nuovo cessate il fuoco in occasione del giorno dell’Unione (anniversario dell’indipendenza). Rimangono escluse dalle trattative le organizzazioni etichettate come “terroristiche” dal regime. “È necessario concentrarsi sulla pace perpetua cercando una soluzione nei negoziati in accordo con le pratiche democratiche al fine di risolvere i problemi politici epoche successive”. Meno convinte le milizie etniche, che accusano il Tatmadaw di aver già violato la pace preesistente legata all’ultimo accordo interetnico: “Non abbiamo nulla di cui discutere con loro [..] “Ecco perché stiamo lavorando per rovesciare la dittatura militare, che è il desiderio dei cittadini, in primo luogo, e il secondo è quello di costruire una democrazia federale”, ha commentato Padoh Saw Taw Nee, capo del Dipartimento degli Affari Esteri dell’Unione Nazionale Karen, uno dei maggiori gruppi etnici armati del Myanmar.

Nel frattempo, il generale del Tatmadaw ha lanciato un’altra proposta alle controparti regionali: lunedì 7 febbraio Min Aung Hlaing ha confermato che permetterà agli inviati Asean di incontrare i membri della lega nazionale per la democrazia. Non è chiaro se l’accordo coinvolga anche l’ex leader de facto del paese, Aung San Suu Kyi, oggi agli arresti domiciliari. La mossa arriva dopo l’incontro tra il generale e il primo ministro cambogiano Hun Sen, che ha appena ricevuto la presidenza di turno del gruppo regionale.

Taiwan: via il divieto alle importazioni di cibo prodotto nell’area di Fukushima

Martedì 8 febbraio Taipei ha messo fine a un blocco commerciale nei confronti di alcune importazioni giapponesi: a undici anni dall’incidente della centrale nucleare di Fukushima, Taiwan è ora pronta a tornare ad acquistare i prodotti alimentari coltivati o allevati nella regione. Ora solo la Cina vieta ancora i prodotti provenienti da quella zona, mentre Taipei si limiterà ad applicare dei controlli sanitari più stringenti secondo gli standard Ue e Usa. Secondo gli osservatori si tratta anche di una mossa politica, che potrebbe allargare il ventaglio di opportunità per Taiwan con i suoi vicini. Inoltre, rimuovere le restrizioni apre una corsia preferenziale all’ingresso nel Comprehensive and Progressive Agreement for Trans-Pacific Partnership (Cptpp), l’accordo commerciale a cui Taiwan si è candidata alla fine del 2021.

A cura di Sabrina Moles e Vittoria Mazzieri