I titoli di oggi:
- Cina, indagini sulla Foxconn: possibile impatto su Taiwan e Usa
- Collisioni tra navi filippine e cinesi nel Mar cinese meridionale
- Summit Usa-Ue, la Cina tra i temi più discussi del vertice
- Pechino studia le sanzioni Usa contro la Russia negli scenari sull’invasione di Taiwan
- Nato, la relazione Cina-Russia è un “rischio per la sicurezza dell’Artico”
- La Cina estende le restrizioni all’esportazione di grafite
- Sicurezza alimentare, la Cina apre alla coltivazione di nuove varietà OGM di mais e soia
- Indonesia, Prabowo sceglie il figlio di Widodo come candidato alla vicepresidenza
- Corea del Sud, a un anno dalla strage di Itaewon ancora dubbi sui festeggiamenti di Halloween 2023
Domenica 22 ottobre i media statali cinesi hanno riportato un’ondata di controlli nei confronti delle filiali chiave di Foxconn, la multinazionale taiwanese nota per essere la principale assemblatrice e produttrice a contratto di componenti elettronici al mondo. La verifica di eventuali violazioni della legge cinese (che appare per ora di natura fiscale, più i diritti di utilizzo dei terreni occupati dagli impianti), sottolinea il Global times, rientra “nelle normali attività di supervisione del mercato, che sono ragionevoli e legali”. Al momento non sono noti ulteriori dettagli sulla natura e la durata dell’indagine. Ma le tempistiche dell’annuncio sono senz’altro interessanti.
Il fondatore ed ex Ceo di Foxconn, Terry Gou, si è candidato lo scorso agosto alle presidenziali si era presentato come l’opzione più dialogante nei confronti di Pechino. L’avvio delle indagini sul suo colosso rischiano di colpirne le ambizioni, mentre il Partito comunista cinese potrebbe sperare in un compattamento nel campo dell’opposizione attualmente frammentato in tre parti. Oltre Gou, sono candidati infatti anche Ko Wen-Je del Taiwan People’s Party e Hou Yu-ih del Guomindang. Questi ultimi due partiti riprovano a trovare un accordo, col dossier preso direttamente in mano dal capo del Gmd Eric Chu.
La scelta di investigare su Foxconn potrebbe comunque rappresentare anche un avviso agli Stati Uniti, vista la forte dipendenza di Apple nei confronti del colosso taiwanese. Non a caso la mossa arriva poco dopo l’annuncio di nuove restrizioni su chip e intelligenza artificiale da parte della Casa Bianca. Foxconn ha iniziato da qualche tempo a delocalizzare dalla Cina continentale alcune delle sue linee produttive, con investimenti soprattutto in India e Vietnam. La Cina lascia intendere che la strategia di riduzione del rischio promossa dall’occidente potrebbe non restare priva di conseguenze, nemmeno per quei colossi tecnologici considerati fin qui intoccabili.
Collisioni tra navi filippine e cinesi nel Mar cinese meridionale
Domenica si sono verificate due collisioni tra navi filippine e cinesi nel Mar cinese meridionale. Rappler riporta che durante una missione di rifornimento dell’esercito filippino alla BRP Sierra Madre – la nave da sbarco cisterna incagliata volutamente da Manila a largo di Second Thomas Shoal, per difendere la propria sovranità sull’atollo conteso – la guardia costiera cinese avrebbe bloccato la strada a un’imbarcazione filippina, con la quale è infine arrivata al contatto (senza gravi conseguenze). Per le Filippine l’azione cinese è stata “illegale, irresponsabile e provocatoria”, mentre la Cina si è difesa dicendo che la sua manovra era volta a bloccare il “trasporto di materiali da costruzione illegali” e che la collisione è stata cercata volontariamente dalla controparte filippina. Durante la stessa missione c’è stato un lieve contatto anche tra una nave della guardia costiera di Manila (che stava scortando l’imbarcazione incaricata del rifornimento) e una di quella di Pechino. Tramite una nota, il ministero degli Esteri cinese ha pubblicato la propria versione degli eventi e ha dichiarato che le sue azioni hanno rispettato “il diritto internazionale”. I tentativi di bloccare i rifornimenti della BRP Sierra Madre sono ormai “operazioni di routine” della guardia costiera cinese, ricorda Rappler, che ha pubblicato anche un video che mostra quanto accaduto domenica.
Summit Usa-Ue, la Cina tra i temi più discussi del vertice
Venerdì si è tenuto a Washington il summit tra i leader di Stati Uniti e Unione Europea. Presenti il presidente americano Joe Biden, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel e, in un certo senso, anche la Cina. Pechino è stata al centro di tanti dei discorsi fatti al vertice, a partire da quelli riguardanti i dazi su acciaio e alluminio. Secondo Reuters, gli Stati Uniti vorrebbero che l’Ue riducesse le importazioni dei due metalli dalla Repubblica popolare. Al summit la questione è stata affrontata senza raggiungere un accordo.
Nonostante questa battuta d’arresto, quando si tratta di Cina, Washington e Bruxelles hanno mostrato di essere in sintonia su diversi punti. Nella dichiarazione congiunta di fine vertice si legge che le parti sono intenzionate a mantenere “relazioni stabili e costruttive” con Pechino. È stato poi ribadito l’impegno a cooperare con la Repubblica popolare in aree come il cambiamento climatico, la sicurezza finanziaria globale e la prevenzione delle pandemie. Al contempo sono state però sollevate “preoccupazioni” riguardo le tensioni nello Stretto di Taiwan e nel Mar cinese meridionale e orientale, oltre che per le azioni di Pechino a Hong Kong, in Tibet e in Xinjiang. Secondo quanto scritto nel comunicato finale, il “disaccoppiamento” economico dalla Cina non è un obiettivo di Stati Uniti e Ue, che hanno comunque confermato la volontà di ridurre la dipendenza della propria catena di approvvigionamento dal mercato cinese. Infine, presente anche un paragrafo in cui si chiede alla Cina di fare pressioni sulla Russia per fermare la guerra in Ucraina.
Pechino studia le sanzioni Usa contro la Russia negli scenari sull’invasione di Taiwan
L’agenzia stampa Reuters ha analizzato oltre 200 documenti politici e paper accademici che studiano gli scenari diplomatici internazionali alla luce di un possibile tentativo di invasione di Taiwan. A preoccupare gli analisti sarebbe, soprattutto, la risposta degli Stati Uniti attraverso l’elaborazione di sanzioni economiche. A fornire ispirazione è soprattutto la questione ucraina. che ha sollevato numerose osservazioni sui rischi economico-finanziari di una manovra militare di questa portata. Da tempo gli sforzi dell’intellighenzia cinese sono orientati alla comprensione delle dinamiche che ruotano intorno all’invasione dell’Ucraina, informando il Partito comunista cinese tanto sull’andamento del dialogo internazionale sul tema quanto alle possibili conseguenze di tale conflitto se traslate nel contesto asiatico.
Nato, la relazione Cina-Russia è un “rischio per la sicurezza dell’Artico”
La presenza di navi cinesi nell’Artico con il benestare della Russia rappresenta una seria minaccia alla sicurezza della regione. Ad affermarlo è stato nel suo discorso all’Arctic Circle Assembly della Nato a Reykjavìk, Islanda, l’ammiraglio Rob Bauer, che presiede il comitato militare dell’Alleanza atlantica. Non è da escludere, ha evidenziato l’ammiraglio, che l’arrivo di vascelli per l’esplorazione scientifica dalla Cina rappresenti un’anticipazione di una futura presenza militare nell’area. L’intensificazione della cooperazione energetica e degli scambi marittimi con Mosca attraverso le acque artiche sono alcuni degli elementi di preoccupazione per la Nato, che ha recentemente aumentato i pattugliamenti nel mar Baltico anche a causa dei sospetti sabotaggi di alcune infrastrutture sottomarine inizialmente attribuiti alla Russia.
La Cina estende le restrizioni all’esportazione di grafite
Venerdì la Cina ha annunciato che, a partire dal 1° dicembre, richiederà alle proprie aziende di ottenere apposite licenze prima di esportare grafite con un alto grado di purezza. La Repubblica popolare controlla circa il 65% della produzione mondiale di grafite, un materiale chiave per la fabbricazione delle batterie delle auto elettriche. Secondo Trivium China, si tratta probabilmente di una mossa in ritorsione alle nuove restrizioni all’esportazione in Cina di tecnologie legate alle produzione dei chip, imposte la scorsa settimana dagli Stati Uniti. Il ministero del Commercio cinese non conferma, spiegando invece che le nuove disposizioni sono volte a limitare la proliferazione nucleare (tra le altre cose, la grafite viene utilizzata anche nella produzione dell’atomica). Come riportato dal South China Morning Post, le restrizioni cinesi sulla grafite non sono una novità assoluta: la nuova misura ha infatti aggiornato una norma pubblicata nel 2006, togliendo in parte anche alcune limitazioni all’export per determinati gradi di purezza del materiale.
Sicurezza alimentare, la Cina apre alla coltivazione di nuove varietà OGM di mais e soia
Dopo anni di studi e ricerche da parte delle aziende cinesi, la scorsa settimana Pechino ha annunciato che permetterà la coltivazione di 37 nuove varietà di mais e 14 nuove varietà di soia OGM. Come riportato dal South China Morning Post, le piante prodotte con questi semi OGM presenteranno una maggiore resistenza agli erbicidi e agli insetti, e avranno rese più elevate. La reazione dell’opinione pubblica, scettica sulla sicurezza delle colture geneticamente modificate, resta un punto interrogativo. La misura sarà aperta ai commenti fino al 15 novembre e dal giorno seguente verrà permessa la semina delle nuove varietà in alcune aree designate. La mossa di Pechino fa parte del suo piano volto ad aumentare l’autosussistenza alimentare del paese. Solo lo scorso anno la Cina ha importato 146 milioni di tonnellate di prodotti alimentari. Di questi, oltre il 60% era soia.
Indonesia, Prabowo sceglie il figlio di Widodo come candidato alla vicepresidenza
Il ministro della Difesa e candidato alle presidenziali Prabowo Subianto ha annunciato ufficialmente che il figlio maggiore del leader in carica Joko Widodo sarà il suo compagno di corsa per le elezioni del prossimo anno. La scelta di Gibran Rakabuming Raka, 36 anni, potrebbe essere una spinta per la campagna di Prabowo. A favorire la scelta dell’ex rivale di Widodo alle precedenti due elezioni, la decisione di un tribunale di modificare un requisito di eleggibilità che avrebbe impedito a Gibran di candidarsi.
Corea del Sud, a un anno dalla strage di Itaewon ancora dubbi sui festeggiamenti di Halloween 2023
Direttive poco chiare e nessuna condanna significativa: questi alcuni dei punti sollevati da amici e famigliari delle vittime della strage di Halloween avvenuta nel quartiere di Seul Itaewon. In vista dei festeggiamenti di quest’anno le autorità hanno annunciato più controlli e installato più telecamere di sicurezza, vietando inoltre gli eventi a tema in un altro quartiere della movida sudcoreana, Hongdae, dove si potrebbe verificare un picco di presenze tra chi desidera trascorrere questa festività evitando Itaewon. Coloro che stanno portando avanti una campagna per chiedere giustizia per le 155 vittime affermano che tali misure sono insufficienti se permangono i problemi alla base del sistema, tra cui una mancanza di responsabilità nella leadership e la scarsa priorità data al tema della sicurezza.