I titoli della rassegna di oggi:
– Attacco terroristico in Pakistan, almeno 60 morti
– Oltre un milione di funzionari cinesi puniti per corruzione
– Il primo ministro indiano per la messa al bando del divorzio islamico del «triplo talaq»
– Duterte agli Usa «Scordatevi l’accordo sulle forze armate, se rimarrò in carica a lungo»
– La Thailandia chiede a Google e Youtube di rimuovere gli insulti al reAttacco terroristico in Pakistan, almeno 60 morti
Nella notte di lunedì 24 ottobre un gruppo di militanti è penetrato nell’accademia di polizia di Quetta, capitale del Balochistan, regione del Pakistan da decenni al centro di uno scontro tra le forze di sicurezza regolari di Islamabad e sigle terroristiche di stampo tribale indipendentista. I miliziani, armati anche di giubbotti esplosivi, hanno ingaggiato uno scontro a fuoco con le forze speciali, prima di farsi saltare in aria all’interno della struttura che ospita oltre 600 cadetti di polizia. Il bilancio, al momento, è fermo a 60 morti e decine di feriti.
Il generale Sher Afgan, a capo delle forze paramilitari attive nell’area al confine con l’Afghanistan, in un comunicato ha dichiarato che i miliziani, tutti «neutralizzati» in una battaglia durata quattro ore, appartengono alla cellula islamista Lashker-e-Jhangvi, affiliata ad al-Qaeda, e si sospetta fossero in contatto diretto con una cabina di controllo situata in territorio afghano. L’attentato è solo l’ultimo di una serie di attacchi rivolti contro obiettivi mirati a Quetta in risposta, secondo i miliziani, alle violenze perpetrate dall’esercito regolare pakistano nell’area, recentemente denunciate anche dall’India all’Onu.
Oltre un milione di funzionari cinesi puniti per corruzione
Il dato è stato rilasciato in concomitanza con l’inizio del sesto plenum del Pcc, l’appuntamento politico più importante dell’anno in Cina. La cifra fa riferimento a tutti i funzionari pubblici colpiti dalla campagna anticorruzione promossa dal presidente cinese Xi Jinping dal 2013. A questi si aggiungono più di 400 funzionari in stato di detenzione all’estero.
La campagna anticorruzione è il tratto distintivo dell’amministrazione Xi che in questo plenum, il penultimo del suo mandato, secondo le indiscrezioni, proporrà un nuovo codice di condotta per i quadri del Partito e una serie di riforme interne, tra cui il prolungamento del proprio mandato e di quello di Wang Qishan, suo fedelissimo a capo della campagna anticorruzione nazionale.
Il primo ministro indiano per la messa al bando del divorzio islamico del «triplo talaq»
Il «triplo talaq» prevede che un marito musulmano possa divorziare dalla propria moglie semplicemente dicendo tre volte «talaq», ripudiando la propria coniuge. La misura da mesi è al centro di un dibattito nazionale, con decine di gruppi per i diritti delle donne musulmane che chiedono l’abolizione della pratica in India dove, a differenza di gran parte dei paesi musulmani, è permessa dalla costituzione. La modifica della legge è ora in discussione in una commissione ad hoc e ha fatto emergere lo scontro tra alcuni ambienti religiosi indiani e la politica.
In un comizio tenutosi in Uttar Pradesh, dove il prossimo anno si terranno importanti elezioni locali, il premier Narendra Modi per la prima volta si è schierato contro il «triple talaq», affermando che «è responsabilità del governo rendere giustizia alle donne musulmane indiane». Secondo i detrattori del primo ministro, si tratta di una dichiarazione volta a spaccare la base del voto musulmano, dirimente in Uttar Pradesh.
Duterte agli Usa «Scordatevi l’accordo sulle forze armate, se rimarrò in carica a lungo»
In risposta alle preoccupazioni palesate da Washington circa l’annuncio di una «separazione» di Manila dall’alleato storico statunitense, il presidente Rodrigo Duterte dal Giappone versa altra benzina sul fuoco. In una conferenza stampa durante la visita di stato, Duterte ha dichiarato che gli Stati Uniti «possono scordarsi» l’accordo bilaterale sulle forze armate se rimarrà ancora al potere. Il riferimento va all’Enhanced Defence Cooperation Agreement (Edca) firmato nel 2014 da Manila e Washington, che permette agli Usa di aprire basi militari in territorio filippino e di inviarvi personale militare per lunghi periodi.
Senza entrare nei dettagli del monito, Duterte ha aggiunto di non veder l’ora che nelle Filippine siano presenti solo soldati di nazionalità filippina.
La Thailandia chiede a Google e Youtube di rimuovere gli insulti al re
Prajin Juntong, vice primo ministro thailandese in carica, in una riunione coi vertici di Google Thailandia ha richiesto che la compagnia proceda alla rimozione di pagine e video giudicati «inappropriati» e lesivi della maestà dei re Bhumibol Adulyadej, morto lo scorso 13 ottobre all’età di 88 anni. Google, in una lettera inviata al Guardian, ha affermato che la richiesta è in linea con le politiche applicate dal motore di ricerca nei rapporti con le istituzioni dei paesi in cui opera e che, quindi, le segnalazioni provenienti dal governo thai saranno valutate ed, eventualmente, rimosse.
La misura rafforza la legge di lesa maestà, che in Thailandia prevede pene detentive in caso di offese al monarca; una legge osteggiata dai gruppi per la libertà d’espressione nel paese.
Con la morte del re, il governo thailandese ha annunciato un mese di lutto nazionale, incassando la solidarietà di Google e Youtube che al momento, in Thailandia, sono listate a lutto.