I titoli di oggi della nostra rassegna:
– Arrestati cinque giornalisti a Wukan
– Pronti al lancio del modulo Tiangong 2 nello spazio
– Obama annuncia la fine delle sanzioni contro il Myanmar
– Vertice sulla sicurezza dei Brics
– Giappone, Renho Murata eletta presidente del primo partito d’opposizione
Wukan, cinque giornalisti arrestati dalla polizia
Cinque giornalisti di Hong Kong sono stati arrestati a Wukan, provincia del Guangdong, durante i raid della polizia nel villaggio agitato dallo scorso 13 settembre da proteste della popolazione locale sui diritti di utilizzo dei terreni. I cinque lavorano per alcune testate dell’ex colonia britannica, tra cui il South China Morning Post, in lingua inglese, e il Mingpao, in cinese. Quest’ultimo riporta che tre dei cinque sono stati circondati nella loro abitazione da poliziotti in divisa e in borghese, arrestati in seguito a un’irruzione e portati in un commissariato in una città vicina. Nella notte sono stati portati a Shenzhen alla frontiera con Hong Kong. In seguito all’arresto i cinque avrebbero subito violenze da parte delle autorità
Le informazioni sulla repressione di queste ore a Wukan da parte delle autorità sono ovviamente censurate in Cina continentale, mentre l’accesso al villaggio è stato impedito ai corrispondenti della britannica Bbc. Intanto però i giornali vicini alla linea ufficiale negano che ci sia stata repressione e incolpano «forze straniere» di avere provocato le proteste.
Il palazzo celeste nello spazio, Cina sempre più potenza spaziale
Il laboratorio spaziale Tiangong 2 sarà lanciato nello spazio nella serata cinese. Per il Tiangong 2, i tecnici cinesi hanno studiato alcuni miglioramenti, come l’abitabilità (il modulo potrà infatti ospitare due astronauti per un mese) e nuovi sistemi di rifornimento. Il palazzo celeste — questo significa Tiangong — sarà utilizzato per lo svolgimento di esperimenti, tra gli altri, sulla comunicazione quantistica e sulla coltivazione di piante nello spazio. Inoltre sarà dotato di un orologio atomico. A ottobre arriveranno i primi astronauti. Secondo il Guardian, l’ex Impero di mezzo è pronta a fare il salto di qualità nel suo programma spaziale. la Cina sta sviluppando tecnologie spaziali in tempo rapido e ha obiettivi ambiziosi: missione lunare nel 2018 e missione marziana entro il 2020. Anno in cui, sostiene qualcuno, la Cina avrà colmato definitivamente il gap con le altre potenze spaziali.
Obama incontra Suu Kyi e promette la fine delle sanzioni sul Myanmar
Il presidente degli Stati Uniti ha incontrato ieri alla Casa bianca il ministro degli esteri birmano e leader democratica Aung San Suu Kyi promettendo la fine delle sanzioni americane contro il paese asiatico. La decisione va nella direzione di premiare le recenti aperture democratiche di Naypyidaw dopo anni di dittatura militare. «È la cosa giusta da fare — ha spiegato Obama — per assicurare che il popolo birmano sia ricompensato per il nuovo modo di gestire gli affari interni e per il nuovo governo». Da parte sua, Aung San Suu Kyi ha ricordato la difficoltà di governare un paese dove oltre 130 etnie convivono, e al tempo stesso l’impegno del suo governo per favorire la «riconciliazione nazionale e la pace». Per alcuni però la decisione è uno «spreco» di strumenti per fare leva sull’esercito — che, per costituzione, controlla ancora una vasta percentuale del parlamento — e favorire ulteriori aperture democratiche nel paese.
I Brics si incontrano per stabilire una linea comune d’azione per la sicurezza
A un mese dall’inizio del vertice dei Brics di ottobre a Goa, India, i consiglieri per la sicurezza delle economie emergenti (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) si incontrano a New Delhi per discutere di una linea d’azione in materia di sicurezza. Il focus della riunione sarà sulle minacce terroristiche di matrice islamista provenienti in particolare dalle zone di confine tra Afghanistan e Pakistan e dal Medio oriente — con lo spauracchio di Isis sempre presente. I consiglieri di India e Russia terranno un bilaterale per rafforzare la cooperazione sull’Asse Delhi-Mosca. In agenda anche la situazione del Mar cinese meridionale, al centro di un incontro tra i rappresentanti di India e Cina.
Giappone, donne sempre più protagoniste in politica: Renho presidente dei democratici
Dopo l’elezione della prima governatrice di Tokyo, un’altra donna viene scelta per ricoprire un incarico politico di primo piano. Renho Murata, 48 anni, è stata eletta presidente del partito democratico, primo partito di opposizione giapponese. Il Japan Times definisce la scelta radicale: non solo Renho è la prima donna al vertice del partito; ma è la prima cittadina giapponese di origine straniera a coprire il ruolo. Renho (nata Hsienh Lien-fang) è di madre giapponese e padre taiwanese. Dopo avere esordito come fotomodella e presentatrice tv, è stata sottosegretario e ministro nei governi Kan (2010-11) e Noda (2011-12). Dal 2004 è parlamentare della Camera dei Consiglieri. Alle scorse elezioni per la Camera alta del parlamento giapponese è risultata la politica più eletta a Tokyo, staccando di molto i candidati del partito liberaldemocratico di Shinzo Abe. Ora a Renho l’arduo compito di ricostruire la fiducia dell’elettorato nei confronti dell’opposizione e lanciare la sfida al premier per le elezioni del 2018.