APEC

In Cina e Asia – APEC: Xi annuncia nuove aperture ai capitali stranieri

In Notizie Brevi by Redazione

I titoli di oggi:

  • APEC: Xi annuncia nuove aperture ai capitali stranieri
  • Gli Stati Uniti rinnovano l’impegno a inviare armi a Taiwan
  • Von der Leyen spinge sul pedale del de-risking
  • Pechino: intelligenza artificiale rischio per la sicurezza nazionale
  • Le restrizioni Usa minacciano il cloud computing di Alibaba e Tencent
  • La crisi immobiliare cinese non accenna a finire
  • Pianificatore statale cinese intende attrarre nuovi investimenti stranieri
  • Cina e Giappone annunciano la creazione di un nuovo quadro per il dialogo commerciale

“Non importa come evolverà la situazione internazionale. La determinazione della Cina nel promuovere un ambiente economico orientato al mercato, basato sulla legge e di livello mondiale non cambierà”.  Parola di Xi Jinping, che in un intervento scritto al vertice dei CEO dell’APEC ieri ha affermato che è necessario “rendere le nostre economie più interconnesse, rafforzare la sinergia tra gli accordi commerciali regionali e le strategie di sviluppo per costruire un’economia aperta nell’Asia-Pacifico”. Per questo, senza entrare nel dettaglio, il presidente cinese ha anticipato nuove misure per favorire l’ingresso di investimenti stranieri in Cina (vedi sotto: Pianificatore statale cinese intende attrarre nuovi investimenti stranieri).

A margine del forum, Xi ha poi incontrato il premier giapponese Fumio Kishida, il presidente filippino Ferdinand Marcos, oltre ai leader di Fiji, Perù e Messico, un paese quest’ultimo che avrà un ruolo cruciale nell’implementazione dell’accordo sino-americano sulla gestione del contrabbando di fentanyl. “Coesistenza pacifica, amicizia di lunga durata, cooperazione reciprocamente vantaggiosa e sviluppo comune” sono – come affermato da Xi a Kishida – i pilastri delle relazioni regionali.

Intanto il ministro del Commercio cinese Wang Wentao, incontrando l’omologa americana Gina Raimondo, ha espresso preoccupazione per “le regole finali dei controlli sulle esportazioni di semiconduttori statunitensi contro la Cina, le sanzioni contro le società cinesi, le restrizioni agli investimenti bilaterali e le tariffe ai sensi della Sezione 301″.

Gli Stati Uniti rinnovano l’impegno a inviare armi a Taiwan

Giovedì il segretario alla Difesa americano, Lloyd Austin, ha rinnovato l’impegno degli Stati Uniti ad armare Taiwan, come previsto dal “Taiwan Relations Act”. Austin ha dichiarato a margine dell’incontro di Giacarta tra i ministri della Difesa dell’Associazione delle Nazioni del Sud-Est asiatico (ASEAN) di credere “che nulla di cui i due leader [Joe Biden e Xi Jinping] hanno discusso possa cambiare le cose”. Le parole del segretario alla Difesa arrivano infatti dopo il summit di San Francisco tra i presidenti di Cina e Stati Uniti, durante il quale Xi ha chiesto espressamente a Biden di non inviare armi a Taipei. Come riportato dal Nikkei, Austin ha rimarcato l’importanza della ripresa del dialogo militare con Pechino, sottolineando però l’impegno degli Stati Uniti a mantenere lo status quo nello Stretto di Taiwan e nel Mar cinese meridionale. Washington ha appena rafforzato la propria cooperazione sulla difesa con l’Indonesia, e negli ultimi mesi ha fatto lo stesso anche con le Filippine. Intanto, i ministri della Difesa dell’ASEAN – riuniti per due giorni a Giacarta – hanno chiesto una “tregua” del conflitto tra Israele e Hamas, invocando anche un ruolo più attivo delle Nazioni Unite per la sua risoluzione.

Pechino: intelligenza artificiale rischio per la sicurezza nazionale

L’intelligenza artificiale (IA) altererà profondamente l’attuale panorama della sicurezza nazionale nel prossimo futuro. È l’avvertimento dato ieri dal ministero della Sicurezza di Stato (MSS) cinese, che ha detto che l’IA potrebbe essere utilizzata per rubare quantità significative di informazioni sensibili e consentire agli hacker di lanciare attacchi mirati a obiettivi specifici. Uno dei pericoli a cui sono esposte le IA è il cosiddetto “data poisoning”, un attacco che previene di iniettare nei dataset delle informazioni che interrompono il normale funzionamento dei modelli di analisi dei dati. Le autorità hanno evidenziato la necessità di approvare leggi e regolamenti più chiari per garantire la privacy e la sicurezza di dati degli utenti. Dopo la normativa sugli algoritmi del 2022, lo scorso aprile l’ente regolatore della sfera digitale cinese ha pubblicato una bozza di legge per regolare le aziende che forniscono ai cittadini servizi a base di IA generativa. Un processo che si è concluso con il lancio, il 20 ottobre, di un quadro di riferimento per la IA: in occasione del terzo forum della Belt and Road (all’iniziativa che quest’anno festeggia il decimo anniversario dalla nascita abbiamo dedicato il nuovo ebook. Scopri qui come averlo) Pechino ha annunciato la Global AI Governance Initiative, al fine di promuovere uno sviluppo “sano, ordinato e sicuro” dell’intelligenza artificiale.

Von der Leyen spinge sul pedale del de-risking

Durante due interventi a Berlino, ieri la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen ha chiesto ai 27 paesi membri di fare la loro parte per raddrizzare la cooperazione con il gigante asiatico, che a sua volta è stato invitato a collaborare per risolvere le varie crisi internazionali. “Nel 2022, il surplus commerciale della Cina con l’Ue è stato il più alto della storia, appena inferiore a 400 miliardi di euro e l’attuale surplus commerciale globale è il più grande che un paese abbia mai avuto nella storia. Questo è il risultato intenzionale delle politiche cinesi”, ha detto von der Leyen durante un discorso al Bundestag. “La politica industriale cinese oggi non sta solo creando operatori industriali molto più competitivi”, ha aggiunto spiegando che la sovrapproduzione delle industrie cinesi, garantita dalle sovvenzioni statali di Pechino, “possono minare la nostra base industriale”. “la Cina è diventata meno accogliente nei confronti delle imprese straniere. Il 30% di queste riferisce di aver subito una diminuzione dei ricavi su base annua e quasi due terzi prevedono che le loro difficoltà aumenteranno nel prossimo anno. L’imperativo della sicurezza e del controllo dell’economia ha sempre più la meglio sulla logica del libero mercato e del commercio aperto”. Intervenendo al Merics, von der Leyen si è invece concentrata sulla situazione geopolitica, invitando Pechino a collaborare per riportare la pace in Ucraina e in Medio Oriente.

Le restrizioni Usa minacciano il cloud computing di Alibaba e Tencent

Alibaba Group Holding Ltd. ha attribuito alle restrizioni americane la decisione di annullare il progetto di scorporamento della sua unità di cloud computing, uno dei servizi più promettenti dell’azienda. A marzo il colosso tecnologico cinese aveva annunciato una maxi-ristrutturazione – la più significativa mai fatta dal 1999 – che prevede la suddivise delle attività in sei unità principali di business, ognuna delle quali valuterà l’ipotesi di raccolta fondi esterni o di offerte pubbliche iniziali. Alibaba non l’unica azienda cinese ad aver ammesso qualche difficoltà a ottenere le forniture americane

Il giorno prima, il presidente di Tencent Martin Lau aveva affermato che l’attività di cloud computing della sua azienda potrebbe essere influenzata dai controlli sulle esportazioni statunitensi, anche se poi aveva sottolineato che l’azienda ha accumulato abbastanza chip H800 di Nvidia per sviluppare il suo modello di intelligenza artificiale (AI), Hunyuan, per almeno due generazioni. Come riportato da Bloomberg, quello di Tencent non è un caso isolato. Kuaishou Technology, per esempio, ha aggiunto circa 10 mila chip A100 di Nvidia tra le sue scorte prima dell’ulteriore inasprimento degli Stati Uniti all’export in Cina dei chip necessari per l’addestramento delle AI, avvenuto in ottobre.

La crisi immobiliare cinese non accenna a finire

I dati forniti ieri dall’Ufficio nazionale di statistica hanno riportato che nel mese di ottobre i prezzi delle case abitate in 67 città cinesi hanno subito un calo dello 0,4% su base mensile. Si tratta del quarto mese consecutivo di decrescita e anche del calo più marcato dallo 0,5% registrato a febbraio 2015. Una tendenza che, come dichiarato al South China Morning Post dal direttore di un istituto di ricerca e sviluppo di Shanghai Yan Yuejin, riflette “la fluttuazione del mercato immobiliare, ma anche il risultato dei forti sconti concessi dagli sviluppatori e dalle amministrazioni locali”. Gli analisti sostengono che le misure di sostegno lanciate in grandi città come Pechino, Shanghai e Shenzhen, oltre a non essere sufficienti per risolvere i problemi attuali, potrebbero rendere gli acquirenti sempre più impazienti nell’attesa della consegna delle case: un rapporto della banca d’investimento giapponese Nomura stima la presenza di circa 20 milioni di case pre-vendute non ancora costruite o incomplete. Secondo Nomura, il settore immobiliare deve ancora toccare il fondo.

Pianificatore statale cinese intende attrarre nuovi investimenti stranieri

Pechino punta ad attrarre investimenti stranieri e stimolare i consumi. Lo ha dichiarato ieri la Commissione nazionale per lo sviluppo e la riforma (NDRC), secondo la quale sono previste politiche per promuovere l’ingresso di capitali stranieri in Cina. Il programma prevede anche la collaborazione con enti governativi per rimuovere le barriere nei settori dell’economia che sono off-limits per gli investimenti stranieri. Le affermazioni ribadiscono quanto detto la scorsa settimana dal ministro del Commercio Wang Wentao, che a Xinhua ha promesso nuove misure per incentivare i consumi e promuovere una ripresa economica sostenuta. Alla China International Import Expo che si è tenuta a Shanghai dal 5 al 10 novembre, inoltre, il premier cinese Li Qiang ha promesso che il paese lavorerà per ampliare l’accesso al mercato cinese “con una maggiore inclusione e condivisione dei benefici”, al tentativo di “proteggere i diritti e gli interessi degli investitori stranieri in conformità con la legge”. 

Cina e Giappone annunciano la creazione di un nuovo quadro per il dialogo commerciale

I ministri del Commercio cinese e giapponese, rispettivamente Wang Wentao e Yasutoshi Nishimura, hanno annunciato che Pechino e Tokyo sono d’accordo nel creare un nuovo quadro per il dialogo commerciale tra i due paesi. Come riportato dal Nikkei, uno degli argomenti al centro del programma di discussione riguarderà il controllo alle esportazioni di materiali chiave per la produzione dei chip o di altre nuove tecnologie. La Cina ha recentemente imposto delle restrizioni all’export di gallio e germanio, e a dicembre ha annunciato che farà lo stesso con la grafite, utilizzata per la fabbricazione delle batterie delle auto elettriche. I due ministri, che si sono incontrati in occasione dell’APEC di San Francisco, hanno poi raggiunto un accordo per tenere delle consultazioni sulla sicurezza del personale giapponese in Cina, una richiesta che segue diversi casi di detenzione di impiegati giapponesi nel paese. Nishimura ha infine chiesto al suo omologo di far rimuovere il divieto all’importazione di pesce dal Giappone, che il governo cinese ha imposto dopo la decisione di Tokyo di rilasciare nell’oceano le acque di raffreddamento della centrale nucleare di Fukushima Daiichi.

A cura di Vittoria Mazzieri, Francesco Mattogno, e Alessandra Colarizi