La stampa statale ha annunciato le date dell’atteso quarto plenum del partito. I 400 delegati del Comitato centrale si riuniranno dal 28 al 31 ottobre per discutere come migliorare “il socialismo con caratteristiche cinesi” e la governance del partito. Secondo la liturgia comunista, la leadership è tenuta a condurre sette riunioni plenarie in cinque anni e la Costituzione del Pcc prevede che almeno un plenum debba riunirsi ogni anno. Finora, Xi Jinping ne ha convocati solo tre, di cui nessuno nel 2019. Questo vuol dire che sono intercorsi più di cinquecento giorni tra il terzo e il quarto plenum, la pausa più lunga dai tempi di Mao. Un ritardo che gli esperti imputano a un possibile disaccordo al vertice sul modo in cui gestire la trade war con Washington e il rallentamento economico. Ma che potrebbe anche essere più semplicemente attribuibile alla convocazione anticipata dell’ultimo incontro durante il quale è stata approvata la rimozione del limite dei due mandati presidenziali [fonte: SCMP, ISPI]
Hong Kong: Pechino pensa a un ricambio al vertice
Secondo fonti pechinesi, il partito comunista cinese sarebbe pronto a mettere in campo un piano che prevede, entro marzo prossimo, la rimozione dal suo incarico di Carrie Lam e la sua sostituzione con potenziali candidati.Immediata è arrivata la smentita da Pechino, ma di sicuro nelle stanze segrete di Zhongnanhai (il quartier generale del Pcc) da tempo si discute dell’affidabilità o meno di Carrie Lam e di come trovare una soluzione alla sua ormai sbiadita e sfiduciata leadership. Secondo il report del Financial Times il successore della chief executive di Hong Kong subentrerà da marzo del prossimo anno, e dovrebbe rimanere in carica fino a quella che è la scadenza del mandato di Lam nel 2022 (la carica dura 5 anni e Lam è stata nominata nel 2017).Tra i principali candidati alla successione di Lam le fonti del Ft indicherebbero “Norman Chan, a capo dell’Autorità monetaria di Hong Kong, e Henry Tang, figlio di un magnate del settore tessile, già segretario delle finanze e segretario capo per l’amministrazione di Hong Kong”. Questa testi non pare però potersi avverare, a causa della Basic Law che prevederebbe, in teoria, un iter diverso in caso di revoca del mandato della chief executive: se Carrie Lam non fosse in grado di adempiere alle proprie funzioni, “queste verrebbero temporaneamente assunte dal segretario amministrativo, dal segretario finanziario o dal segretario alla giustizia, in questo ordine”. [fonte: FT]
La Cina punta al mining nei fondali marini
La Cina si appresta a diventare il primo paese al mondo a sperimentare l’estrazione dei minerali dai fondali marini. Lo ha annunciato ieri il direttore dell’International Seabed Authority (ISA), l’ente intergovernativo con sede a Kingston, Giamaica, incaricato di formulare regole precise sul mining all’interno della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare. Un obiettivo previsto – nonostante possibili complicazioni – per il luglio 2020. Sono già 30 i contratti stipulati con governi, istituti di ricerca ed entità commerciali per la fase di esplorazione. Ben cinque quelli sottoscritti dalla Cina, che si afferma in cima alla graduatoria dei paese interessati. Non è difficile immaginare il perché. Nei fondali si nascondono noduli polimetallici contenenti nichel, rame, cobalto e manganese, tutti materiali fondamentali per la produzione di smartphone e batterie elettriche di cui l’industria hi-tch cinese necessita più che mai. [fonte: Reuters]
Lo sport come laboratorio per un’economia di mercato
Chi vuole capire in che direzione si sta muovendo l’economia cinese farebbe bene a tenere sott’occhio il settore sportivo. Calcio e basket stanno infatti diventando laboratorio per una maggiore inclusione del mercato nei processi decisionali. Dopo che per circa un secolo lo sport ha servito le politiche statali come emanazione di un’ascesa pacifica sul proscenio internazionale, la necessità di migliorare le performance e combattere la corruzione dilagante sta spingendo a un progressivo ripiegamento del governo dagli affari sportivi. Un primo grande balzo in avanti è stato compiuto nel 2017 con l’arrivo di “un privato” – nientemeno che il cestista Yao Ming – alla guida della Chinese Basketball Association, passata in proprietà ai vari team. Qualcosa di simile accadrà entro la fine dell’anno nel mondo del pallone con la cessione della Chinese Super League ai club calcistici che attraverso una commissione professionale si occuperanno della “gestione day-to-day”. Secondo il presidente della China Football Association, l’obiettivo è quello di assicurare che i club diventino “finanziariamente indipendenti” [fonte: Bloomberg]
Xinjiang: Arrestato capo della polizia contrario alla rieducazione
Il capo della polizia di Ucha, prefettura di Aksu, nel Xinjiang, è stato arrestato per aver pubblicamente espresso preoccupazione nei confronti della campagna di detenzione di massa dispiegata contro le minoranze musulmane che popolano la regione autonoma. Himit Qari, 45 anni, si trova tutt’oggi in stato di detenzione con l’accusa di aver “diffuso segreti di stato”. Secondo fonti di Radio Free Asia, il funzionario avrebbe fatto riferimento alla morte di “molte persone” in uno dei campi di rieducazione nella contea di Kuchar mentre si trovava con degli amici. Sebbene non confermata, la notizia segue le voci della costruzione di nuove “strutture per la gestione delle sepolture”. Presentato come una soluzione al problema del terrorismo islamico, il sistema della rieducazione forzata è stato accusato da vittime e parenti di violazione dei diritti umani. [fonte: RFA]
Sri Lanka: il capo dell’intelligence resposnabile per l’attacco di Pasqua
Nilantha Jayawardena, capo dell’intelligence srilankese è il principale responsabile per l’attacco terroristico di Pasqua, in cui sono morte 269 persone. E’ quanto stabilito da una commissione parlamentare incaricata di indagare sull’incidente. In un rapporto pubblicato mercoledì, la commissione ha affermato che Jayawardena era stato informato di un possibile attentato già il 4 aprile, 17 giorni prima degli attacchi suicidi. Ma il ritardo nella condivisione delle informazioni con le altre agenzie governative è risultato fatale, nonostante il leader del gruppo terroristico in questione, Mohamed Zahran, fosse nel mirino dell’intelligence da quasi un anno. [fonte: Guardian]
China Files propone alle aziende italiane interessate alla Cina servizi di comunicazione quali: newsletter, aggiornamenti su specifici settori e gestione dei contenuti web sui social network locali, oltre a progetti formativi e approfondimento ad hoc. Contattaci a info@china-files.com
Classe ’84, romana doc. Direttrice editoriale di China Files. Nel 2010 si laurea con lode in lingua e cultura cinese presso la facoltà di Studi Orientali (La Sapienza). Appena terminati gli studi tra Roma e Pechino, comincia a muovere i primi passi nel giornalismo presso le redazioni di Agi e Xinhua. Oggi scrive di Cina e Asia per diverse testate, tra le quali Il Fatto Quotidiano, Milano Finanza e il Messaggero. Ha realizzato diversi reportage dall’Asia Centrale, dove ha effettuato ricerche sul progetto Belt and Road Initiative. È autrice di Africa rossa: il modello cinese e il continente del futuro.