Nuovi scontri lungo il confine sino-indiano. Secondo fonti militari di India Today, i tafferugli sarebbero avvenuti la scorsa settimana nella regione indiana del Sikkim in seguito alla tentata intrusione delle truppe cinesi. Nella colluttazione sarebbero rimasti feriti 20 soldati cinesi e quattro indiani. Al momento la situazione “è tesa, ma stabile”. La versione del magazine indiano è stata poco fa bollata dal Global Times “fake news”. L’area coinvolta si trova nel fazzoletto di terra tra il Bhutan e il Nepal, più a sud rispetto alla regione del Ladakh, dove la scorsa estate si sono consumati i peggiori scontri dal 1975. Mesi di negoziati non sembrano aver portato chiarezza lungo il confine poroso. Negli scorsi giorni i media indiani hanno accusato Pechino di aver costruito un nuovo villaggio 4,5 km all’interno del territorio indiano nell’Arunachal Pradesh, una zona che il governo cinese considera sua come parte del Tibet meridionale. [fonte India Today SCMP, BBC]
La Cina pianifica il lancio della sua prima missione sul Sole
Si chiama Advanced Space-based Solar Observatory (ASO-S) la prima sonda che la Cina invierà a monitorare il Sole, orbitando a 720 km sopra la Terra per monitorare 24 ore su 24 la superficie solare.Secondo quanto affermato da Gan Weiqun, scienziato a capo della missione, ASO-S decollerà nella prima metà del 2022 e resterà in orbita almeno 4 anni, equipaggiata di un rilevatore magnetico, un telescopio solare ed uno scanner a raggi X per tracciare i campi magnetici del Sole. La sonda sarà capace, inoltre, di identificare le tempeste solari ben 40 ore prima del loro arrivo, facilitando così la previsione di eventuali danni all’ambiente elettromagnetico della Terra, responsabili di numerosi malfunzionamenti non solo di astronavi e satelliti, ma anche delle apparecchiature generatrici di corrente sulla Terra. Proposta per la prima volta nel 2011 ed ufficialmente approvata dall’Accademia cinese delle scienze nel 2017, la missione solare è solo l’ultimo progetto dell’intenso programma spaziale cinese degli ultimi anni: sulla Luna, Pechino mira a stabilire una stazione di ricerca permanente entro il 2030, mentre a maggio è previsto l’atterraggio di una sonda su Marte. Sempre nel 2030, la Cina ambisce a riportare sulla terra alcune rocce provenienti da Marte, nonché ad inviare sonde su Giove e i suoi satelliti. Più di 70 satelliti di esplorazione solare sono stati lanciati a livello globale dagli anni ’60, ma mai finora dalla Cina: stando al Global Times, i test del prototipo del veicolo spaziale ASO-S, compresi gli esperimenti sull’ambiente e sulla resistenza al calore, dovrebbero terminare entro la fine di gennaio. [fonte SCMP]
La Cina autorizza la guardia costiera a sparare su navi straniere
Venerdì scorso, il comitato permanente del Congresso Nazionale del Popolo ha approvato una legge che per la prima volta consente esplicitamente alla guardia costiera cinese di aprire il fuoco contro navi straniere che solcano le acque nazionali. Tra i poteri concessi al personale della guardia costiera, la legge cita quello di demolire le strutture di altri paesi costruite sulle barriere coralline rivendicate da Pechino, nonché la possibilità di approcciare ed ispezionare le navi straniere che navigano in acque rivendicate dalla Cina. Il disegno di legge ha immediatamente suscitato le critiche delle altre potenze regionali, che la considerano un malcelato tentativo da parte di Pechino di aumentare la sua assertività nelle acque contese del Mar Cinese Meridionale. A preoccupare i vicini è in particolare un articolo della legge che permette alla guardia costiera di creare, temporaneamente ma in modo quasi arbitrario, zone vietate al transito di altre navi. Rispondendo alle critiche, la portavoce del ministero degli esteri cinese Hua Chunying ha dichiarato venerdì che la norma è “in linea con le pratiche internazionali”. La nuova legge- il cui primo articolo cita la necessità salvaguardia della sovranità, sicurezza e diritti marittimi della Cina – è stata promulgata sette anni dopo l’incorporazione delle forze marittime civili sotto l’ufficio della guardia costiera, passato a sua volta sotto il comando della Polizia Armata Popolare nel 2018. [fonte Reuters]
Shanghai: stop ai falsi divorzi per acquistare proprietà
Secondo un avviso emanato giovedì scorso dallo Shanghai Housing Bureau, gli individui che hanno divorziato da meno di tre anni non saranno più considerati idonei per l’ottenimento dei benefici destinati agli acquirenti di prima casa.La scarsità di opzioni di investimento immobiliare ha stimolato la creatività della classe media cinese, che ha elaborato schemi sempre più ingegnosi per assicurarsi il miglior affare nella giungla dell’immobiliare: nello schema dei falsi divorzi, una delle parti rivendicava la proprietà della propria casa, lasciando l’altra qualificata per l’indennità di ipoteca sulla prima casa. Ciò permetteva ai neo-divorziati di beneficiare degli stessi diritti degli acquirenti della prima casa, che potevano finora prendere in prestito fino al 65% del valore della loro proprietà, tasso che scende al 50% per la seconda casa e fino a zero per la terza proprietà. Accanto alla nuova norma, Shanghai ha inoltre introdotto un’imposta sul valore aggiunto del 5,3% sulla vendita di proprietà residenziali, che sarà applicata per un periodo di cinque anni dalla data di acquisto. Shanghai non è la prima città a chiudere la scappatoia dei falsi divorzi allo scopo di acquistare case, e, stando a numerosi esperti nel settore, non sarà l’ultima: una misura simile è stata introdotta a luglio scorso a Shenzhen ed i numerosi governi locali manterranno la tendenza ad inasprire le regolamentazioni sulla speculazione immobiliare in tutte le città ad alta tensione immobiliare. Per quanto draconiane, gli esperti rimangono scettici sull’efficacia delle nuove misure nel calmare il folle mercato immobiliare del più importante hub finanziario della Cina. Nel 2020, a Shanghai il prezzo medio delle nuove case è aumentato del 3,2% , raggiungendo i 55,739 yuan (circa 7000 euro) al metro quadrato, mentre il valore delle proprietà di seconda mano è cresciuto del 10,3% i 42.400 yuan al metro quadro. [fonte SCMP]
Arrestato ad Amsterdam il “Pablo Escobar” asiatico
Elencato come uno dei fuggitivi più ricercati al mondo, il presunto narcotrafficante Tse Chi Lop – cittadino canadese nato in Cina – è stato detenuto venerdì scorso all’aeroporto Schiphol di Amsterdam, dopo una fuga durata quasi un decennio.La polizia federale australiana ritiene che il cartello della droga di Tse, anche come Sam Gor Syndicate, sia all’origine del 70% di tutte le droghe illegali che entrano nel paese. Secondo un’indagine del 2019 lanciata da Reuters citando stime delle Nazioni Unite, le entrate del cartello generate dalle sole vendite di metanfetamine avrebbero raggiunto ben 17 miliardi di dollari nel 2018. L’operazione che ha condotto all’arresto di Tse, denominata “operazione Kungur”, è stata capitanata dalle forze federali australiane, con il coinvolgimento di altre 20 agenzie provenienti da tutto il mondo, tra cui anche l’Interpol. Tse Chi Lop aveva trascorso nove anni in prigione dopo essere stato arrestato con l’accusa di traffico di droga negli Stati Uniti negli anni ’90: detenuto grazie ad un mandato emesso nel 2019, ora sarà estradato in Australia, dove affronterà un processo. [fonte BBC]
Ha collaborato Alessandra Colarizi
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Classe ’94, valdostana, nel 2016 si laurea con lode in lingua cinese e relazioni internazionali presso l’Università cattolica del sacro cuore di Milano. Nonostante la sua giovane età, la sua passione per la cultura cinese e le lingue la portano a maturare 3 anni di esperienza professionale in Italia, Svezia, Francia e Cina come policy analyst esperta in Asia-Pacifico e relazioni UE-Cina. Dopo aver ottenuto il master in affari europei presso la prestigiosa Sciences Po Parigi, Sharon ora collabora con diverse testate italiane ed estere, dove scrive di Asia e di UE.