In Cina e Asia – Amnesty contro la tortura in Cina

In by Gabriele Battaglia

Amnesty International denuncia la violenza del sistema giudiziario cinese. Bo Guagua, figlio di Bo Xilai e Gu Kailai ricompare in pubblico, alla presentazione di un libro sulla Cina. In Giappone la metà delle donne lavoratrici con contratto a tempo determinato subisce maternal harassment, dice un sondaggio del governo. L’ex numero 2 di Pyongyang non epurato ma in via di rieducazione. CINA – Amnesty denuncia il sistema legale cinese

“In un sistema dove anche gli avvocati finiscono per essere torturati dalla polizia che speranza hanno gli imputati ordinari?”. Così Patrick Poon, ricercatore specializzato sulla realtà cinese di Amnesty International commenta il rapporto della sua ong. "No end in sight" esce oggi denunciando la pratica ancora estremamente diffusa in Cina di estorcere confessioni ai sospettati anche attraverso metodi vicini alla tortura. Questo nonostante dal 2012 la leggi lo vieta nella maniera più tassativa. Una panoramica sulla situazione e sulle denunce documentate da Amnesty.

CINA – Riappare Bo Guagua

Studiava in Gran Bretagna e affrontava i paparazzi con disinvoltura prima che i suoi genitori fossero coinvolti nel più grande scandalo all’interno della nomenklatura politica cinese dai tempi di Tiananmen. Ma dal 2013, quando il padre Bo Xilai è stato condannato all’ergastolo e la madre Gu Kailai alla pena di morte sospesa era sparito. Si sapeva che stava proseguendo gli studi negli Stati Uniti, alla Columbia. Bo Guagua, ormai 27enne, si è mostrato in pubblico alla presentazione del libro The China Challenge: Shaping the Choices of a Rising Power. Non ha rilasciato interviste, ma si è lasciato fotografare.


GIAPPONE – Maternal harassment per metà delle lavoratrici a tempo determinato

Quasi la metà delle donne giapponesi con contratto di lavoro a tempo determinato hanno subito pressioni alle dimissioni dopo aver dato alla luce il primo figlio. È il risultato di un sondaggio del ministero del Lavoro di Tokyo — il primo sulla questione del "maternal harassment", in Giappone "matahara". Oltre il 48 per cento delle donne con contratto a tempo determinato sarebbe coinvolto dal problema, contro il 21 per cento delle lavoratrici con contratto a tempo indeterminato. Numeri destinati a dare qualche grattacapo al governo Abe che dal 2013 promette un Giappone in cui le donne "possano brillare" essendo più coinvolte nella società, e, d’altra parte, al piano del governo conservatore di fermare il crollo demografico.

COREA DEL SUD – Epurato, ma non troppo

Choe Ryong hae era considerato fino a non poco tempo fa il numero due del regime nordcoreano. Le voci di una sua possibile caduta rispetto alle preferenze del giovane leader Kim Jong Un si rincorrono già da alcuni mesi. Le ultime ipotesi al riguardo sono sorte per via della sua assenza durante i recenti funerali di un alto funzionario di regime. Choe, è l’ultima indiscrezione, sarebbe ora costretto a sedute di rieducazione. L’alto funzionario e militare, considerato uno dei nuovi uomini di contatto con la Cina, starebbe infatti seguendo "lezioni obbligatorie" alla scuola di Partito. Non una purga vera e propria, ma un modo per riallinearlo alle posizioni del leader. 

[Foto credit: ibtimes.com]