I titoli di oggi:
- Puniti i funzionari per la gestione delle alluvioni nello Henan
- Pechino paga influencer stranieri per promuovere l’immagine delle Olimpiadi
- Nel 2021 la Cina ha punito 627mila funzionari
- Aumenta la disoccupazione ad Hong Kong a causa della legge sulla sicurezza nazionale
Puniti i funzionari per la gestione delle alluvioni nello Henan
Circa 100 persone tra funzionari del partito e dirigenti d’azienda sono statate accusate di aver gestito in modo inappropriato le devastanti alluvioni che hanno colpito l’intera provincia dello Henan la scorsa estate, dove diverse centinaia di persone hanno perso la vita. Secondo il Consiglio di Stato, i membri del partito hanno sottostimato il numero di persone che sono morte o sono scomparse durante il tragico evento. Inizialmente, il bilancio delle vittime si aggirava intorno a 100 decessi, ma grazie a un’indagine recente del gabinetto cinese, il numero dei morti e dispersi ammonta a 398 persone, con 380 vittime riscontrate solo a Zhengzhou. Il rapporto attribuisce gli effetti devastanti delle inondazioni soprattutto alla negligenza e alla risposta lenta dei funzionari, accusati di aver insabbiato alcuni dati sulla reale portata del disastro. Per questo Xu Liyi, capo del Partito comunista nella città di Zhengzhou, capoluogo provinciale, è stato rimosso dal suo incarico. Xu sarà sostituito da An Wei, ex segretario della vicina città di Zhoukou.
Pechino paga influencer stranieri per promuovere l’immagine delle Olimpiadi
In vista delle Olimpiadi invernali, Pechino ha assoldato un esercito di influencer sui social media occidentali, con centinaia di migliaia di follower su TikTok, Instagram o Twitch, per diffondere una narrazione positiva della Cina. Nel mese dei giochi olimpici e paralimpici, gli influencer devono seguire una strategia dettagliata. Fino al 13 marzo, al termine delle Paralimpiadi invernali, ciascun influencer dovrà produrre dai tre ai cinque contenuti realizzati su un target di pubblico ben preciso: circa il 70% dei contenuti riguarderà la cultura, inclusa la storia della Cina e della capitale, gli stili di vita moderna e le nuove tendenze; la restante percentuale, sarà dedicata alle questioni diplomatiche, in particolar modo alla celebrazione delle relazioni e cooperazioni tra Cina e Usa.E per ciò, Pechino non bada a spese e ha pagato ingenti somme di denaro a varie agenzie estere di comunicazione e intrattenimento. Vipinder Jaswal, fondatore della Vippi Media ed ex dirigente di Fox News e HSBC, ha firmato un contratto con il Consolato generale cinese a New York di 300mila dollari. Jaswal, che sostiene di essere al corrente delle controversie riguardanti il governo cinese, giustifica l’accordo economico come strumento per dare risalto all’integrità delle Olimpiadi di Pechino, affermando inoltre di non sostenere il boicottaggio diplomatico adottato da diversi paesi occidentali.
Nel 2021 la Cina ha punito 627mila funzionari
Il Partito Comunista Cinese usa il pugno duro con i funzionari accusati di aver “violato la disciplina e le leggi del Partito”. Secondo i dati diffusi dalla Commissione centrale di controllo della disciplina del Partito comunista cinese e dalla Commissione nazionale di Supervisione, Pechino nel 2021 ha punito 627mila funzionari di livello inferiore per aver violato le regole della politica “Zero Covid” e della gestione della pandemia, ma anche per episodi di natura economica. Si tratta del numero più alto di provvedimenti disciplinare da quando il presidente Xi Jinping è salito al potere nel 2012. Gran parte della repressione si è concentrata sui funzionari ai livelli più bassi del partito: circa 414.000 membri operavano in villaggi agricoli o in aziende.Ma è alta l’attenzione del Partito sui casi di corruzione: Pechino ora concentra l’interesse sul settore tecnologico, in particolare sulle piattaforme digitali, e promette “nessuna pietà” per i corrotti.
Aumenta la disoccupazione ad Hong Kong a causa della legge sulla sicurezza nazionale
La legge sulla sicurezza di Hong Kong, introdotta nell’estate del 2020, ha determinato una stretta sul dissenso da parte del governo che ha colpito la società civile: almeno 1.562 posti di lavoro sono andati persi e circa 65 organizzazioni, tra cui testate giornalistiche, sindacati, enti politici e gruppi religiosi e per i diritti umani si sono sciolte nell’ultimo anno. La disoccupazione è aumentata non solo perché molti giovani scelgono di lasciare la città per la difficile condizione politica, ma anche per le crescenti sfide che Hong Kong deve affrontare a causa della pandemia di coronavirus. La condizione dell’ex colonia britannica, che ha adottato la strategia “Covid Zero” della Cina – nella speranza che Pechino dia il via libera all’apertura delle frontiere – ha sollevato interrogativi sul futuro finanziario e politico della città. Le aziende mediatiche hanno pagato il prezzo più alto: circa il 71 per cento dei giornalisti e dipendenti nel settore dell’informazione hanno perso il lavoro nell’ultimo anno. E non va meglio al sindacato locale di categoria. L’Associazione dei giornalisti di Hong Kong sarà sottoposta a indagini da parte dell’ufficio del Registro dei sindacati, al quale dovrà fornire informazioni sulle sue operazioni finanziarie aggiuntive, oltre ai rendiconti presentati annualmente. Al sindacato sono state chieste informazioni sui post pubblicati sui social media durante le proteste e i disordini contro il disegno di legge per l’estradizione del 2019 e su come fossero in linea con gli obiettivi dell’associazione. Il presidente del sindacato, Ronson Chan Ron-sing, ostenta tranquillità. Chan ha dichiarato di non aver nulla da nascondere e di non temere, al momento, la messa al bando dell’associazione. Le prime tensioni tra il sindacato dei giornalisti e il governo di Hong Kong risalgono al 2019, quando numerosi cronisti avevano denunciato un trattamento ostile e violento da parte della polizia mentre coprivano le proteste pro democratiche.
A cura di Serena Console
Sanseverese, classe 1989. Giornalista e videomaker. Si è laureata in Lingua e Cultura orientale (cinese e giapponese) all’Orientale di Napoli e poi si è avvicinata al giornalismo. Attualmente collabora con diverse testate italiane.