In Cina e Asia – All’Onu la Cina chiede uguaglianza nella definizione delle norme del cyberspazio

In Notizie Brevi by Serena Console

L’ambasciatore cinese alle Nazioni Unite ha invitato la comunità internazionale a uniformare le norme internazionali per il cyberspazio, rendendole libere da interferenze negli affari interni dei paesi. L’appello è stato lanciato da Zhang Jun durante una riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite martedì scorso. Per l’ambasciatore tutte le nazioni dovrebbero sostenere il multilateralismo e stabilire un meccanismo di governance della sicurezza informatica, accettato da tutti senza cedere spazio all’influenza di “piccoli gruppi politici”. Per Zhang, che sembra essersi rivolto innanzitutto agli Stati Uniti, l’egemonia tecnologica dovrebbe essere contrastata e i paesi dovrebbero adottare politiche più “coordinate” e “inclusive” per promuovere lo sviluppo equo delle tecnologie, dell’informazione e della comunicazione a livello globale. “È essenziale rispettare i diritti di tutti i paesi di scegliere in modo indipendente il percorso di sviluppo e il modello di gestione di internet e di partecipare alla governance del cyberspazio su un piano di parità”, ha detto Zhang durante il suo intervento. [fonte SCMP]

Didi debutta a Wall Street

Il colosso cinese Didi Chuxing, società di ride-hailing, ha debuttato martedì in Borsa a New York. Alla chiusura della giornata delle negoziazioni di ieri, le azioni della “uber cinese” sono state vendute per 14,14 dollari, l’1% in più rispetto al prezzo di offerta pubblica iniziale della giornata; il giorno del suo debutto invece il gigante cinese ha raggiunto il 28,6%. Didi ha raccolto 4,4 miliardi di dollari dalla vendita di azioni, meno della metà del suo obiettivo iniziale, rendendola però la più grande IPO cinese negli Stati Uniti dall’offerta di 25 miliardi di dollari ad Alibaba nel 2014. Al prezzo di chiusura della giornata di ieri, Didi ha registrato un valore di quasi 70 miliardi di dollari. Didi è conosciuta per essere riuscita a far uscire dal mercato cinese Uber cinque anni fa, vincendo nella guerra dei prezzi. Ora il colosso cinese ha una posizione predominante in Cina e si sta allargando in Europa e Sudamerica. La società ha deciso però di entrare a Wall Street in un momento delicato: da qualche mese il colosso fondato da Cheng Wei nel 2012 è finito nel mirino delle autorità antitrust cinesi. A marzo, Didi è stata una delle 12 società multate dall’Amministrazione statale per la regolamentazione del mercato della Cina per comportamenti monopolistici illegali e concorrenza sleale. [fonte CNN, CNBC]

Sondaggio Pew, pochi hanno una visione positiva della Cina

Otto persone su dieci ritengono che il governo cinese non rispetti le libertà personali del suo popolo. È questo il risultato di un ampio sondaggio realizzato dal Pew Research Center, che ha intervistato i cittadini di 17 paesi diversi, di cui 15 hanno una visione negativa della leadership cinese. La rivelazione ha preso in esame diversi paesi industrializzati d’Europa, America e Asia, come Italia, Grecia, Australia, Canada e Regno Unito, Usa, Giappone e Corea del Sud. Già nel 2018 la maggioranza di tutti i paesi intervistati riteneva che la Cina non rispettasse le libertà personali del suo popolo. Ma quest’anno la percentuale di dissenso è aumentata notevolmente, come in Italia (+18 punti percentuali), Corea del Sud (+12), Grecia ( +9), Canada (+8), Australia (+8) e Regno Unito (+5). Solo in Francia l’opinione è cambiata nella direzione opposta, anche se l’83% dei francesi crede ancora che la Cina non rispetti le libertà personali del suo popolo. Invece solo in due dei luoghi esaminati, Grecia e Singapore, circa la metà dei rispondenti ha una visione favorevole della Cina. La grande maggioranza negli altri paesi presi in esame ha opinioni molto negative sulla Cina, come l’88% delle persone in Giappone, l’80% nei Paesi Bassi e in Svezia e il 78% delle persone in Australia. Secondo il sondaggio di Pew, le opinioni negative sulla Cina sono rimaste sostanzialmente invariate dallo scorso anno. In alcuni paesi, tuttavia, la visione della Cina è peggiorata sulla scia delle tensioni bilaterali e della pandemia di COVID-19. Ma l’istituto di ricerca non ha dubbi: le opinioni sulla Cina sono scese ai minimi storici. Se la cavano meglio gli Stati Uniti, che hanno registrato un’impennata di consensi con l’arrivo alla Casa Bianca di Joe Biden: solo lo scorso anno, il presidente cinese Xi Jinping e l’ex omologo Usa Donald Trump occupavanoentrambi le posizioni più basse. La sola Svezia ha visto un aumento di 70 punti percentuali di fiducia per il presidente degli Stati Uniti dallo scorso anno. [fonte Al-jazeera, PEW]

Shenzhen vuole disciplinare l’uso dei sistemi di videosorveglianza

Dove si possono installare le telecamere di sorveglianza? È la domanda che si pongono le autorità di Shenzhen, che stanno discutendo una legge per regolamentare l’ambito delle installazioni di telecamere di sorveglianza nelle aree pubbliche, nonché la gestione dei filmati acquisiti. La misura è finalizzata quindi a proteggere la privacy e i diritti di proprietà dei cittadini. La municipalità di Shenzhen è la prima in Cina a voler disciplinare la presenza delle telecamere abilitate per il riconoscimento facciale nei luoghi pubblici. Secondo l’ultima bozza di legge del Congresso del popolo municipale di Shenzhen, le telecamere di sorveglianza in luoghi come camere d’albergo, reparti ospedalieri, dormitori, bagni pubblici e camerini saranno vietate. La legge, delineata per la prima volta in una bozza a marzo, fornisce un elenco dettagliato dei luoghi valutati e classificati in base alla tutela della privacy dei cittadini e alla sicurezza delle strutture in cui sono presenti i dispositivi. Per esempio, aeroporti, stazioni della metropolitana, banche, musei e centri commerciali sono considerati “spazi e strutture pubbliche importanti che coinvolgono la sicurezza pubblica” e, per questo, deve essere presente un sistema di sorveglianza. Luoghi come i reparti ospedalieri, i camerini e le infermerie pubbliche sono invece considerati “strutture e aree che violano la privacy dei cittadini” e, quindi, non è consentito installare telecamere. Secondo il disegno di legge, le aree che invece non rientrano in nessuna di queste categorie devono installare solo sistemi di sorveglianza finalizzate a soddisfare le esigenze di sicurezza. La norma mira anche a disciplinare la gestione dei filmati raccolti dalle telecamere. Chi è responsabile della manutenzione dei sistemi di sorveglianza non deve vendere, modificare o diffondere il filmato. In caso di acquisizione del filmato da parte delle autorità per motivi di sicurezza, durante il processo devono essere presenti almeno due membri del personale della struttura in cui sono installate le telecamere e l’operazione deve essere registrata. Ma sono previste anche delle sanzioni per i trasgressori che hanno diffuso dati sensibili dei cittadini, con multe che vanno dai 10mila a 1 milione di yuan. [fonte SCMP]