I titoli di oggi:
- Allerta sull’arsenale nucleare cinese secondo il Pentagono
- Cina: Nuovi obiettivi di riduzione del carbone entro il 2025
- Ue-Taiwan: focus sulle interferenze straniere
- Hong Kong: no a responsabilità penali in assenza di presenza fisica
- Robot antropomorfi nordcoreani che insegnano la matematica
- Due scienziati si aggiudicano il massimo premio scientifico cinese
Un rapporto del Pentagono rilasciato ieri stima che la Cina potrebbe quadruplicare le sue scorte nucleari, che attualmente si attestano a 200 unità, entro la fine del decennio, passando a 700 testate nucleari entro il 2027 e arrivando a 1.000 nel 2030. Si tratta di una previsione superiore rispetto a quelle documentate in precedenza dal dipartimento statunitense, secondo cui solo lo scorso anno Pechino era sulla buona strada per raddoppiare il suo stock. Il documento ha anche asserito che il paese asiatico potrebbe già vantare una “nascente triade nucleare”, dopo lo sviluppo di un missile balistico nucleare a lancio aereo, assieme alle sue armi nucleari terrestri e marine.
I progressi cinesi sollevano preoccupazioni sul fatto che la Cina si stia allontanando dalla sua politica di “deterrenza minima” nucleare, soprattutto nell’ottica delle tensioni con Taiwan. Ma se chiamato a farlo, ha precisato il generale Mark Milley, capo di Stato Maggiore degli Stati Uniti, l’esercito statunitense ha “assolutamente” la capacità di difendere l’isola da un attacco cinese. Il più alto generale del Pentagono ha anche sottolineato come il lancio di prova ad agosto di un missile ipersonico cinese in grado di girare attorno alla Terra a 6.200 chilometri orari è stato significativo quasi quanto il lancio del russo Sputnik, il primo satellite nello spazio nel 1957. Nel prossimo futuro, secondo Milley, si prospetta un enorme cambiamento in fatto di “potere geostrategico globale”.
Ma è importante mantenere un certo scetticismo sulla previsione del Pentagono, ha asserito Jeffrey Lewis, del Middlebury Institute of International Studies, aggiungedo, tuttavia, che “sembra abbastanza chiaro che i cinesi non sono più disposti ad accettare il primato nucleare degli Stati Uniti”. Secondo il rapporto “Nuclear Noteboook 2021” l’America dispone di 3.800 testate, di cui 1.800 già dispiegate. [Fonti: FT, Straits Times]
Cina. Nuovi obiettivi di riduzione del carbone entro il 2025
La Cina prevede di ridurre il consumo medio di carbone nelle centrali elettriche dell’1,8% entro il 2025. Lo ha annunciato ieri la Commissione nazionale per lo sviluppo e le riforme, incaricata di elaborare politiche di sviluppo economico per il paese, mentre sono ancora in corso i colloqui sul clima alla COP26. L’agenzia, che non ha fatto menzione dell’evento delle Nazioni Unite, ha sottolineato che le centrali elettriche a carbone del paese dovranno regolare il loro tasso di consumo a una media di 300 grammi di carbone standard per kWh. Nel 2020 il consumo medio nella produzione di energia si è aggirato attorno ai 305,5 grammi per kWh, in calo del 17,4% rispetto ai 370 grammi per kWh del 2005.
La transizione energetica deve essere “sana e ben ritmata”, ha detto il mese scorso il premier Li Keqiang, a indicare che il paese non ha intenzione di dire addio in maniera brusca al carbone. Una tabella di marcia pubblicata la scorsa settimana dalle autorità nazionali mostra infatti che il paese raggiungerà il picco delle emissioni di carbonio entro il 2030 e punterà alla neutralità entro il 2060. Pechino intanto punta a regolare i settori della generazione di energia e del riscaldamento, che rappresentano più del 40% delle emissioni di CO2 del paese. Il piano prevede che i nuovi progetti di centrali elettriche adottino unità che consumino carbone a un tasso medio inferiore a 270 grammi per kWh, e che le centrali che superano i 300 grammi per kWh che non possono essere migliorare siano gradualmente chiuse.[Fonte: Reuters]
Ue-Taiwan: focus sulle interferenze straniere
“Siamo venuti qui con un messaggio molto semplice e molto chiaro: non siete soli. L’Europa è al vostro fianco”. Lo ha dichiarato il deputato francese Raphael Glucksmann, alla guida della delegazione Ue che da ieri è in visita a Taiwan. Incontrando la presidente taiwanese Tsai Ing-wen, Glucksmann ha fatto presente che mentre la missione deve “essere considerata un primo passo importante” servirà “un’agenda molto concreta di incontri ad alto livello e passi concreti ad alto livello insieme per costruire un partenariato UE-Taiwan molto più forte”. La visita di tre giorni è stata organizzata da una commissione del Parlamento europeo sull’interferenza straniera nei processi democratici e sarà incentrata sui temi della disinformazione e degli attacchi informatici. “Taiwan è anche disposta a condividere la sua esperienza nella lotta alla disinformazione con i nostri amici europei. Ciò rafforzerà il nostro partenariato e contribuirà a salvaguardare lo stile di vita libero e democratico di cui godiamo”, ha affermato la leader del DPP. Dall’inizio del Covid, anche in Europa l’infodemia è diventata una problematica molto sentita, spesso in riferimento alla sospetta natura propagandistica di alcune interferenze cinesi nel dibattito online. [fonte Reuters, CNA]
Due scienziati si aggiudicano il massimo premio scientifico cinese
Lo scienziato nucleare Wang Dazhong e il progettista di aerei Gu Songfen si sono aggiudicati ieri il prestigioso Premio Nazionale per la Scienza e la Tecnologica cinese, assieme a 8 milioni di yuan (1,25 milioni di dollari) ciascuno, una somma che supera quella del Nobel di quest’anno.
Gu Songfen, professore novantunenne, ha ottenuto un riconoscimento tardivo per aver progettato il primo aereo militare cinese negli anni Cinquanta, oltre che in generale per il suo ruolo nel guidare i programmi di aviazione che hanno prodotto caccia stealth, droni alimentati dall’intelligenza artificiale e veicoli ipersonici. Nato in una famiglia ricca che lo voleva storico e calligrafo, Gu si è interessato all’aeronautica dopo che un aereo giapponese ha bombardato il suo quartiere. Negli anni Ottanta è stato messo a capo del progetto del primo jet supersonico cinese, riuscendo a sbloccare importanti finanziamenti governativi per il settore. L’ottantaseienne Wang, docente alla Tsinghua University, ha costruito il reattore nucleare più caldo del mondo, che potrebbe generare elettricità con un’efficienza senza precedenti. Negli anni Settanta, quando la tecnologia nucleare cinese era decenni indietro rispetto a quella dei paesi occidentali, Wang si è distinto per la costruzione del primo reattore nucleare capace di spegnersi automaticamente dopo un’interruzione di corrente, rifiutando anche alcune componenti offerte all’epoca dalla Germania Ovest, riponendo la fiducia nei materiali e nella forza lavoro cinese.
Tra i 260 gruppi ad aver vinto il prestigioso premio di quest’anno compaiono squadre che hanno fatto progressi nella nanotecnologia, nei materiali di carbonio, nella codifica video ad alta risoluzione e nell’energia pulita. E non solo cinesi: John Holdren, consigliere scientifico dell’ex presidente americano Barack Obama, ha vinto il premio per la cooperazione internazionale con altri sette scienziati stranieri per il lavoro clima e pandemia. [Fonte: SCMP ]
Proteste Hong Kong: no a responabilità penali in assenza di presenza fisica
La Corte suprema di Hong Kong si è pronunciata contro il tentativo del governo locale di perseguire le persone per disordini o riunioni illegali anche senza una presenza fisica sulla scena. Un collegio della Corte di appello finale, guidato dal giudice capo Andrew Cheung, ha respinto all’unanimità una precedente sentenza emessa da una Corte d’appello inferiore che attribuiva responabilità penali anche in assenza di presenza fisica, secondo la dottrina del diritto comune di “impresa comune”. Si tratta di una decisione che potrebbe ridurre la portata degli arresti che dall’inizio delle proteste del 2019 ammontano a oltre 10.000 persone. E’ anche un importante banco di prova per l’indipendenza giudiziaria nella regione amministrativa speciale sotto il motto “un paese, due sistemi” [fonte Reuters]
Robot antropomorfi nordcoreani che insegnano la matematica
Robot alti meno di un metro, muniti di accigliati occhi blu, grossi e affabili sorrisi e di una bandiera nordcoreana sul petto, mentre aiutano i bambini ad apprendere matematica, inglese e musica. Sono apparsi in un filmato trasmesso dalla televisione di stato KRT mentre si aggirano per un’aula universitaria a Pyongyang, in una dimostrazione dei nuovi strumenti in ambito educativo. Con voce femminile, uno dei robot dice che il suo scopo è quello di insegnare “la tecnologia educativa che migliora l’intelligenza dei bambini”. I professori e gli scienziati del paese che si sono dedicati al progetto – spinti, dicono, dalle recenti parole di Kim Jong-un sull’adozione dell’intelligenza artificiale nell’istruzione – hanno spiegato che si tratta di un ottimo strumento per promuovere l’istruzione. [Fonte: Reuters]
Di Vittoria Mazzieri; ha collaborato Alessandra Colarizi
Marchigiana, si è laureata con lode a “l’Orientale” di Napoli con una tesi di storia contemporanea sul caso Jasic. Ha collaborato con Il Manifesto, Valigia Blu e altre testate occupandosi di gig economy, mobilitazione dal basso e attivismo politico. Per China Files cura la rubrica “Gig-ology”, che racconta della precarizzazione del lavoro nel contesto asiatico.