Tesla in Cina, un altro flop sulla sicurezza
Che l’opinione pubblica cinese su Tesla fosse peggiorata, questo era già noto da qualche settimana. Ora, dopo le notizie di incidenti stradali e la protesta inaspettata al salone dell’auto di Shanghai, Pechino prende l’iniziativa contro la nota azienda di veicoli elettrici e denuncia lacune sulla sicurezza. Nel mirino, secondo quanto riferito da Caixin, il sistema di pilota automatico che rischia di provocare incidenti per via delle brusche accelerazioni. L’azienda di Elon Musk dovrà ora aggiornare il sistema di quasi la totalità di veicoli prodotti e venduti in Cina: l’aggiornamento sarà gratuito, ha garantito l’impresa statunitense, e dovrebbe essere fattibile da remoto. L’Amministrazione statale per la regolamentazione del mercato ha dichiarato che l’azione coinvolge 211.256 veicoli Model 3 prodotti localmente e 35.665 veicoli importati, oltre a 38.599 Model Y fabbricati in Cina. La casa automobilistica californiana ha iniziato le consegne del veicolo sportivo Model Y solo a gennaio 2021, quindi il richiamo interesserà praticamente tutti i clienti che ne hanno acquistato uno.
Tesla ha pubblicato un post di scuse nell’account dedicato all’assistenza clienti su Weibo, affermando che “continuerà a migliorare la sicurezza in stretta conformità con i requisiti nazionali”. La sfortuna di Elon Musk in Cina non riguarda solo il settore delle vendite a privati. A marzo, le auto di Tesla sono state bandite da alcuni complessi militari e abitativi a causa delle preoccupazioni intorno alle telecamere integrate nei veicoli. Tesla si è immediatamente mossa per rassicurare le autorità, dicendo che tutti i dati raccolti in Cina sono archiviati nei server del paese, come d’altronde richiesto dalla normativa nazionale sulla sicurezza informatica. [fonte Caixin]
Cina e Russia ancora più vicine dopo il vertice Biden-Putin
Il presidente cinese Xi Jinping e la controparte russa Vladimir Putin si sono incontrati virtualmente lunedì 28 giugno per rinnovare il “legame di amicizia ventannale” che lega i due paesi, dopo che l’incontro tra il presidente russo e Joe Biden in Europa non ha entusiasmato gli osservatori. Stando agli annunci ufficiali i rapporti tra Pechino e Mosca sembrano vivere una nuova fase positiva, che lo stesso Xi ha definito “esempio di un nuovo tipo di relazioni internazionali”, dotate di “energia positiva per il mondo”. È la seconda volta in un mese: i due hanno sfruttato l’occasione per promettere di rinnovare il trattato di buon vicinato e cooperazione amichevole che scade il prossimo mese.
Putin aveva firmato il trattato al Cremlino con l’ex leader cinese Jiang Zemin nel luglio 2001. I due paesi si erano accordati per risolvere le loro storiche controversie sui confini e avevano stabilito di portare avanti una cooperazione strategica in diversi settori. Tra questi, in particolare, la cooperazione per la difesa. Il presidente russo ha affermato che le relazioni tra Cina e Russia erano al “punto più alto”, secondo quanto riferito all’agenzia di stampa russa Tass. “Attualmente, seguendo la lettera e lo spirito del trattato, siamo riusciti a portare le relazioni russo-cinesi a un livello senza precedenti, trasformandole in un esempio di cooperazione intergovernativa nel 21° secolo.” [fonte SCMP]
Chengdu ha un nuovo aeroporto, è la terza città cinese
La capitale del Sichuan, famosa in tutto il mondo per la protezione del panda gigante, è diventata la terza città cinese con due aeroporti. È decollato nella mattina cinese di questo lunedì 28 giugno il primo aereo parcheggiato presso l’aeroporto di Chengdu Tianfu e con destinazione Pechino. Capace di ospitare 60 milioni di passeggeri all’anno, si prevede che ridurrà significativamente l’onere per l’aeroporto Shuangliu della città, che lo scorso anno è stato il secondo più trafficato in Cina dopo Guangzhou, nonostante l’interruzione dei viaggi aerei causata dalla pandemia. Ad attirare nella città della Cina occidentale sono le attrazioni turistiche, non da ultimo la riserva per la protezione del panda gigante.
La costruzione dell’aeroporto è un’altra pietra miliare nella strategia di Pechino per l’ampliamento delle strutture dedicate al traffico aereo. Un rapporto pubblicato dalla China Civil Airports Association a marzo prevedeva che entro il 2035 il paese avrà circa 400 aeroporti rispetto ai 238 di fine 2019. Ciò significherebbe la costruzione di circa 10 aeroporti ogni anno e garantirebbe che chiunque viva in una città di medio-grandi dimensioni di accedervi entro un’ora. Tra i critici del nuovo aeroporto di Chengdu, c’è chi si lamenta della distanza, ma anche chi denuncia il rischio di boom nei prezzi degli immobili – una delle problematiche principali delle metropoli cinesi. [fonte SCMP]
India-Cina: ancora tensioni al confine
Un altro capitolo nella diatriba tra Pechino e Nuova Delhi: sarebbero 50 mila i soldati indiani inviati lungo il confine e che Pechino invita a retrocedere. Non è la prima volta, negli ultimi mesi sono arrivati spesso diversi contingenti nelle regioni più sensibili e dove lo scorso anno si sono più volte scontrate le due fazioni. Questa volta Pechino lancia ancora un allarme, dopo che un rapporto uscito lunedì 28 ha dimostrato un aumento del 40% dei contingenti indiani nelle zone più sensibili. L’ultimo incidente importante risale a giugno 2020, quando persero la vita 20 indiani. Secondo quanto riportato dal portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin, la situazione al confine è generalmente stabile e che le due parti stanno risolvendo il problema attraverso i colloqui. Senza nascondere un tono critico nei confronti di Nuova Delhi, Wang ha affermato: “Le parole e le azioni dei due paesi dovrebbero mirare a raffreddare la situazione e promuovere la fiducia reciproca, non il contrario“.
I colloqui sono ripresi lo scorso venerdì, con i funzionari dei rispettivi paesi che hanno concordato di “consolidare i risultati del disimpegno e risolvere adeguatamente i problemi rimanenti nella parte occidentale del confine”. Al centro della contesa, secondo gli analisti, anche la proiezione del potere dei due paesi attraverso le infrastrutture e l’occupazione del territorio. Anche se, come avverte Long Xingchun – esperto di affari dell’Asia meridionale e presidente dell’Istituto per gli affari globali di Chengdu – “la capacità della Cina di proiettare il potere è molto maggiore di quella dell’India”. Pechino, secondo Long, non si preoccuperebbe troppo degli sviluppi da parte indiana. [Fonte SCMP]
Ha collaborato Alessandra Colarizi
Formazione in Lingua e letteratura cinese e specializzazione in scienze internazionali, scrive di temi ambientali per China Files con la rubrica “Sustainalytics”. Collabora con diverse testate ed emittenti radio, occupandosi soprattutto di energia e sostenibilità ambientale.