I titoli di oggi:
- A Pechino proteste contro Xi e Zero-Covid
- Nessuna fine in vista per la Zero-Covid
- Estesa la licenza a TSMC per esportare componenti per chip in Cina
- In Utah le coppie LGBT+ cinesi si sposano su Zoom
- Il CICA diventa un’organizzazione internazionale
Diversi striscioni con slogan di protesta contro il governo cinese appeso su un ponte a Pechino sono stati rimossi dalle autorità locali. “Non vogliamo test Covid, vogliamo mangiare; non vogliamo lockdown, vogliamo essere liberi”, recita uno striscione. Altre scritte nominavano direttamente il presidente cinese Xi Jinping, chiedendo la sua espulsione dal governo e un trattamento più umano: “come cittadini, non come schiavi”. Le immagini delle scritte sono presto arrivate sui social, e oltre ai banner mostrano del fumo provenire dal ponte su cui erano posizionati. Pronta la risposta dei censori cinesi, che in poche ore hanno rimosso hashtag relativi all’argomento e ristretto alcuni account Wechat che hanno diffuso le immagini. Sulla piattaforma di microblogging Weibo invece, le parole “ponte”, “Pechino”, “Haidian” e “coraggiosi” risultano tuttora censurate. Proteste del genere sono piuttosto rare in Cina, dove gli apparati di sicurezza tendono a intervenire preventivamente. Ancora più rilevante è che siano avvenute nella capitale cinese e a pochi giorni dal Congresso del pcc.
Nessuna fine in vista per la Zero-Covid
Senza lockdown localizzati e controlli a tappeto come previsto dalla strategia “Zero-Covid” il sistema sanitario cinese collasserebbe, e le morti da Coronavirus sarebbero ingenti. È ancora questa la posizione del governo cinese circa la prevenzione della pandemia all’interno del paese, dove misure quali quarantene prolungate e isolamento forzato per contatti non diretti con contagiati sono ancora all’ordine del giorno. Contrariamente a quanto auspicato da alcune voci in circolazione che prevedevano possibili allentamenti e riaperture per il 2024, all’atto pratico non esiste ancora in Cina una dichiarata via d’uscita dall’approccio Zero-Covid. A confermarlo è anche il funzionario a capo del Gruppo di Risposta alle Epidemie della Commissione Nazionale per la Salute cinese, Liang Wannian, che a proposito della strategia di prevenzione pandemica ha dichiarato che non è “scientificamente possibile” dare una data di scadenza alla Zero-Covid.
Estesa la licenza a TSMC per esportare componenti per chip in Cina
TSMC potrà continuare a impiegare attrezzatura americana per la produzione di chip anche nei progetti di espansione in Cina per ancora un anno. Lo scorso venerdì gli Stati Uniti hanno imposto nuove rigide misure di controllo alle esportazioni verso la Cina con lo scopo di frenare lo sviluppo del settore dei semiconduttori nel paese. La misura coinvolge direttamente l’azienda taiwanese leader del settore TSMC, in quanto non sarà più autorizzata ad utilizzare tecnologie e attrezzatura impiegate nella produzione di chip con brevetto statunitense nei prodotti venduti alla Repubblica Popolare Cinese. Secondo quanto riporta Bloomberg, di recente anche l’olandese ASML, che nella filiera di produzione dei chip possiede i macchinari a raggi ultravioletti necessari per la realizzazione dei wafer, ha invitato i propri dipendenti a cessare ogni rapporto di lavoro con clienti cinesi.
In Utah le coppie LGBT+ cinesi si sposano su Zoom
“Yes, i do”. Le coppie LGBT+ cinesi si sposano, sì, ma in inglese e in streaming su Zoom. Tutto merito dello stato dello Utah, negli Stati Uniti, la cui legislazione non prevede requisiti di residenza o cittadinanza per le licenze di matrimonio. Lo spopolare delle piattaforme per incontri e riunioni in streaming dovuto al covid ha fatto il resto. Dal 2020 lo Utah ha quindi iniziato a consentire cerimonie di matrimonio virtuali, sposando coppie da più di 100 paesi. Circa 600 matrimoni sono stati celebrati tra due persone cinesi: di questi, il 29% del totale riguardava coppie dello stesso sesso. Il Wall Street Journal riporta la storia di Baird Zhu e Justin Gong, che hanno spiegato di aver scelto questa modalità di matrimonio per risparmiare sul viaggio all’estero – la cerimonia è costata solo 105 dollari – ed evitare contemporaneamente le quarantene dovute al ritorno in patria. La Cina non considera più l’omosessualità un disturbo mentale dal 2001, ma non permette alle coppie dello stesso sesso di sposarsi. “Spero di farlo di nuovo quando sarà consentito in Cina”, ha detto Zhu nei suoi voti. Per ora le coppie LGBT+ cinesi che hanno deciso di sposarsi in Utah sono inferiori di numero solo a quelle israeliane, al terzo posto vengono le coppie filippine.
Aerei militari nordcoreani lambiscono il confine con il Sud
La Corea del Nord ha messo a segno il 41esimo test missilistico dall’inizio dell’anno. Il collaudo è avvenuto all’01:49 di venerdì nell’area di Sunan, vicino alla capitale nordcoreana, Pyongyang. Secondo le autorità sudcoreane il vettore ha volato per circa 700 km a un’altitudine di 50 km a una velocità di Mach 6. Il lancio ha seguito di poche ore l’operazione aerea di 10 velivoli da guerra nordcoreani che si sono spinti a una distanza di 12 km a nord del confine marittimo e 25 km a nord della Linea di demarcazione militare col Nord. L’aviazione sudcoreana ha risposto con “una sortita di emergenza con la sua forza aerea superiore, incluso l’F-35A”, fanno sapere da Seul. Resta quindi alta la tensione intorno alla penisola, mentre si avvicina la data in cui secondo gli analisti Kim Jong-un potrebbe effettuare il primo test nucleare dal 2017.
Il CICA diventa un’organizzazione internazionale
Il Kazakistan sosterrà fermamente la Belt and Road Initiative e lavorerà con la Cina per consolidare continuamente il partenariato strategico comprensivo tra i due paesi. Lo ha dichiarato ieri il presidente kazako Kassym-Jomart Tokayev incontrando Wang Qishan a margine della Conference on Interaction and Confidence Building Measures in Asia (CICA), che si è aperta mercoledì ad Astana. Il vicepresidente cinese, dal canto suo, ha esortato i paesi partecipanti a sostenere il rispetto e la fiducia reciproca, ad attuare l’Iniziativa di sicurezza globale (GSI), a perseguire una sicurezza comune, globale, cooperativa e sostenibile ea mantenere la pace e la stabilità in Asia. Wang ha affermato che i partecipanti alla CICA dovrebbero rafforzare la solidarietà e il coordinamento, affrontare adeguatamente le sfide e sforzarsi di costruire “una comunità asiatica dal futuro condiviso”. Al termine del summit è stata adottata una dichiarazione sulla trasformazione della conferenza in una vera e propria organizzazione internazionale. Il forum, nato nel 1992, comprende 27 paesi membri che rappresentano il 90 per cento del continente asiatico e due terzi del prodotto interno lordo globale.
La visita di Wang Qishan segue la trasferta di Xi Jinping ad Astana e giunge in un momento di ribilanciamento degli equilibri regionali. L’invasione russa dell’Ucraina preoccupa le ex-repubbliche centroasiatiche ora più che mai intenzionate a prendere le distanze da Mosca. La Cina le aspetta a braccia aperte.
A cura di Lucrezia Goldin e Alessandra Colarizi; ha collaborato Francesco Mattogno