In Cina e Asia – 6,9%: Pechino rallenta, ma meno del previsto

In by Gabriele Battaglia

Ecco i numeri della crescita cinese nel terzo trimestre 2015: 6,9 per cento. Sicurezza marittima: la Cina punta a cooperare per controllare le crisi. Corruzione nel settore dell’aviazione civile. Espulso un uomo dell’ex zar della sicurezza Zhou Yongkang in relazione all’esplosione di Tianjin. Due stupri a Delhi, arrestati due diciassettenni. Coprifuoco in Kashmir dopo un nuovo linciaggio. Il premier giapponese Shinzo Abe invia un omaggio rituale al santuario conteso Yasukuni. CINA – Il numero è: 6,9 per cento

Sono usciti i tanto attesi dati sulla crescita cinese nel terzo trimestre 2015. Il Pil del Dragone è cresciuto del 6,9 per cento, cioè meglio delle più funeree previsioni. Almeno, secondo Pechino. Continuano le pressioni al ribasso nel settore immobiliare e delle esportazioni, “ma i consumi robusti e le infrastrutture hanno impedito un rallentamento più marcato, anche se le preoccupazioni circa i dati persisteranno”, recitano i media di Stato. Nel secondo semestre, era stato invece il settore dei servizi a tenere botta. La Cina ritiene anche che la crescita rallenterà ulteriormente anche nel 2016, ma il dato ufficiale che rivela le aspettative del governo sarà diffuso solo all’inizio del prossimo anno. “In un simile scenario – aggiunge China Daily – ci aspettiamo misure monetarie e fiscali più incrementali”.

CINA – Controllo delle crisi

Non si punta a eliminare le ragioni dei conflitti, quanto a gestire i conflitti stessi senza che divengano violenti. È questa la conclusione che si può trarre dai due giorni di lavori del forum di Xiangshan, dove la Cina si è incontrata con altri Paesi dell’area per parlare di controllo delle crisi e sicurezza marittima. Si è discusso anche di pirateria e risorse, ma il Mar Cinese Meridionale ha tenuto banco: è una corsia strategica di navigazione – hanno convenuto i partecipanti – quindi le dispute territoriali hanno molti sul bordo. La conclusione, che a orecchie occidentali potrebbe apparire una non-soluzione, rientra invece tipicamente nello stile diplomatico cinese: una situazione non risolta è già una soluzione.

CINA – Mazzette per le rotte migliori

Nuovo capitolo della campagna anticorruzione cinese, con funzionari dell’aviazione civile che avrebbero preso tangenti per favorire alcune compagnie aeree nella scelta di orari e slot.
Alcuni dirigenti della China Civil Aviation Administration sono indagati per avere chiesto “enormi tangenti” da compagnie aeree. Gravi casi di corruzione sono stati rilevati anche nelle aziende incaricate della compravendita di attrezzature per il settore aeronautico.
In Cina, gli slot per l’aviazione civile sono merce pregiata, perché le rotte militari e quelle civili si sovrappongono, con la precedenza che è data alle prime. In caso di problemi e ritardi, tutto il sistema si inceppa. Chi ha gli slot migliori, parte avvantaggiato.

CINA – Esplosione di Tianjin: espulso uomo di Zhou

Zhou Yongkang, l’ex zar dei servizi di sicurezza condannato per corruzione, è ormai il Belzebù della politica cinese. Per le esplosioni di Tianjin che ad agosto hanno provocato una strage, l’agenzia anticorruzione del Partito comunista ha infatti annunciato l’espulsione dal partito stesso di un alto funzionario addetto alla sicurezza industriale: è Yang Dongliang che, guarda caso, era un alleato di Zhou. Quanto questi personaggi legati all’ex mammasantissima dei servizi siano davvero colpevoli e quanto invece si colga l’occasione per farli fuori, non è dato sapere.

INDIA – Due bambine violentate a Delhi, arrestati due diciassettenni

Lo scorso venerdì due bambine di, rispettivamente, 2 e mezzo e 5 anni, sono state rapite e violentate in due episodi distinti nella capitale indiana. Entrambe sono sopravvissute e stanno ricevendo cure in ospedale.
Le autorità di Delhi, dopo un giorno e mezzo di indagini, hanno arrestato diversi uomini tra cui due diciassettenni, entrambi conosciuti dalle rispettive famiglie delle vittime. Le comunità di provenenza delle due bambine (ovest ed est di Delhi) hanno protestato contro le forze dell’ordine, incolpandole di non fare abbastanza nela battaglia contro le violenze sessuali nella capitale. Nella polemica si è infilato anche l’Aam Aadmi Party, che con Arvind Kejriwal è a capo del governo locale di New Delhi, protestando contro l’inefficienza del governo centrale (che a Delhi, unicum in tutta l’India, gestisce e coordina la polizia) del Bjp, ridando voce alle richieste di dare al governo locale la gestione delle autorità di sicurezza «almeno per un anno».

INDIA – Nuovo linciaggio in Kashmir, il governo impone il coprifuoco

Il 9 ottobre un camionista kashmiro è stato attaccato dalla folla e linciato in seguito al ritrovamento, nel suo mezzo, di tre carcasse di mucca. L’uomo, dopo dieci giorni, è morto per le percosse subite. La risposta della politica locale del Kashmir non si è fatta attendere, con diversi leader separatisti che hanno indetto uno sciopero totale per la giornata di oggi. Il governo locale – un partito in coalizione col Bjp – ha imposto il coprifuoco in tutto lo stato e messo in arresto preventivo i principali leader separatisti locali.
L’omicidio del camionista si inserisce nella sequenza di violenze di stampo estremista hindu contro la popolazione musulmana, che nell’ultimo mese hanno registrato un preoccupante aumento prendendo come pretesto la macellazione e il consumo di carne di mucca.

COREA DEL SUD – Seul nega il visto allo scrittore sgradito 

Proprio nel mezzo delle polemiche per la scelta di adottare libri di storia unici e governativi nelle scuole, la Corea del Sud ha deciso di negare il visto a uno scrittore di origine coreana noto tra gli altri per libro sul massacro di Jeju del 1948, uno dei temi controversi della storia sudcoreana.Kim Sok Pom che vive e scrive in Giappone, avrebbe adovuto partecipare alla presentazione della traduzione di un suo libro. Per i suoi sostenitori, lo scrittore si è visto negare il visto per le critiche anche recenti alla repressione delle proteste nell’isola di Jeju, di quasi settant’anni fa.

GIAPPONE – Abe manda offerta al santuario conteso

È più forte di lui. In un momento in cui le relazioni con i vicini asiatici (Corea del Sud e Cina) sembravano rasserenarsi – entro il mese prossimo è infatti previsto il primo meeting trilaterale tra i tre paesi – il premier giapponese Shinzo Abe ha inviato un’offerta rituale al santuario Yasukuni dove sono infatti onorate le anime dei caduti di tutte le guerre del Giappone, compresi alcuni gerarchi della Seconda guerra mondiale dichiarati criminali di guerra dal tribunale di Tokyo nel ’45. "È naturale" per i leader del paese visitare il santuario aveva detto Abe a febbraio del 2015. Non c’è solo la personale convinzione del premier, dichiarato nazionalista e negazionista. Secondo alcuni osservatori, tutto rientra nel contesto di un revival dello Shinto, la religione imperiale, diventata di stato a partire dalla restaurazione imperiale della fine del 1800, e del patriottismo su cui il governo conservatore di Tokyo insiste da alcuni anni. 

[Foto credit: bbc.com]