I titoli di oggi:
- Nuova ondata di contagi Covid in Cina
- 43 aziende nella lista nera Usa per minaccia sicurezza nazionale e addestramento di piloti cinesi
- Screening per gli studenti cinesi che vogliono studiare nei Paesi Bassi
- Le università cinesi superano gli istituti occidentali nella qualità della ricerca
- Aerei cinesi hanno monitorato esercitazioni navali di Stati Uniti, Francia, Canada e Giappone
- Ex dirigente Samsung accusato di furto per creare un impianto di chip in Cina
Nuova ondata di contagi Covid-19 in Cina
Il rapporto a cadenza mensile condiviso domenica dal Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie riporta 2800 casi gravi e 164 decessi a maggio. L’età media dei deceduti è di 79,4 anni, e più della metà delle morti è stata causata da condizioni presente combinate con il virus. I dati includono anche le visite degli ambulatori in tutto il paese, che sono state 360 mila a metà maggio per poi scendere a 290 mila alla fine del mese. Mancano i numeri dei contagi totali, ma il South China Morning Post riporta le stime dei mesi scorsi fornite della società inglese di dati sanitari Airfinity, secondo cui a giugno la Cina avrebbe dovuto registrare un picco di 11 milioni di casi a settimana. Secondo il report, tuttavia, i casi gravi e i decessi sono stati “molto inferiori” rispetto al picco dello scorso inverno, quando gli ambulatori per la febbre hanno registrato 2,86 milioni di visite. In risposta alle preoccupazioni nate all’indomani dell’abolizione della Zero Covid sono emerse affermazioni rassicuranti: il medico a capaco del diparimento di malattie infettive dell’ospedale Youan di Pechino, Li Tongzeng, ha dichiarato che il sistema sanitario è in grado di gestire l’epidemia.
43 aziende nella lista nera Usa per minaccia sicurezza nazionale e addestramento di piloti cinesi
L’amministrazione Biden ha aggiunto 43 entità a un elenco di controllo delle esportazioni per aver addestrato piloti militari cinesi e condotto altre attività che minacciano la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Tra le aziende sanzionate figurano Frontier Services Group Ltd, la società di sicurezza e aviazione fondata da Erik Prince, e la Test Flying Academy of South Africa, una scuola di volo indagata dalle autorità londinesi per il reclutamento in Cina di ex piloti militari britannici. L’inclusione nell’elenco preclude l’importazione di prodotti americani per attività ritenute contrarie agli interessi nazionali. Secondo il Dipartimento del Commercio, oltre a reclutare piloti occidentali per addestrare i colleghi dell’Esercito popolare di liberazione, alcune aziende cinesi sono state aggiunte all’elenco per aver acquisito articoli di origine statunitense a sostegno della modernizzazione militare cinese (compreso lo sviluppo di armi ipersoniche e di modelli di volo ipersonico), nonché per aver importato tecnologia utilizzata nello Xinjiang, la regione dove si sospettano gravi violazioni dei diritti umani.
Screening per gli studenti cinesi che vogliono studiare nei Paesi Bassi
Lunedì 11 giugno un portavoce del ministero dell’Istruzione dei Paesi Bassi ha dichiarato che il paese sta valutando la possibilità di introdurre uno screening per gli studenti stranieri. Secondo quanto affermato si tratterebbe di misure che coinvolgono tutti gli studenti non europei interessati a corsi in ambito tecnologico, al fine di contrastare i rischi per la sicurezza. Ma il paese – come gli Stati Uniti – è preoccupato soprattutto che gli investitori e gli studenti cinesi possano trasferire tecnologia avanzata a Pechino. Lo scorso aprile l’agenzia di intelligence olandese AIVD ha avvertito che le università olandesi sono un “bersaglio attraente” per lo spionaggio e che la Cina è la minaccia maggiore. Nel contempo il governo ha detto di voler rafforzare i controlli per i programmi universitari che ricevono finanziamenti stranieri. A destare maggiori timori, come dichiarato al Financial Times dal ministro dell’Istruzione Robbert Dijkgraaf, è il programma China Scholarship Council: pare che i beneficiari delle borse di studio diretti nei Paesi Bassi debbano giurare fedeltà al Partito comunista e tornare in Cina entro due anni dal completamento degli studi. Ad oggi alcuni istituti del paese stanno già limitando l’accesso agli studenti cinesi, una tra tutte l’Università tecnica di Eindhoven.
Le università cinesi superano gli istituti occidentali nella qualità della ricerca
La rivista accademica Nature ha pubblicato la classifica degli atenei mondiali sulla base della produzione di ricerca scientifica dell’ultimo anno, e le università cinesi ricoprono posizioni molto alte. Nei primi dieci posti, sette sono occupati da istituti della Repubblica popolare: università di grandi dimensioni come l’Accademia cinese delle scienze (CAS), ma anche più ridotte come l’Università della Scienza e della Tecnologia della Cina (USTC). Le prestigiose Università di Nanchino, l’Università di Pechino e l’Università Tsinghua conquistano rispettivamente il quarto, quinto e sesto posto. L’Università Sun Yat-sen di Guangzhou si attesta al decimo posto e ha contribuito il 22% in più alla ricerca mondiale rispetto all’Università di Oxford (che è al sedicesimo. Cambridge, invece, al diciannovesimo). L’andamento della Cina nella lista nel corso degli anni mostra come la quota di ricerca di istituti cinesi abbia superato quella delle università statunitensi: se nel 2015 le università cinesi hanno prodotto il 37% della ricerca accademica Usa, ad oggi la quota di Pechino ha superato quella di Washington del 20%.
Aerei cinesi hanno monitorato esercitazioni navali di Stati Uniti, Francia, Canada e Giappone
Domenica scorsa il quotidiano cinese Global Times ha riferito che Pechino ha schierato una variante dell’aereo da carico Y-9 nelle acque del Pacifico a est di Taiwan e avrebbe raccolto informazioni su una esercitazione congiunta tra le marine militari di Stati Uniti, Giappone, Francia e Canada. Da quanto dichiarato da Washington le esercitazioni sono iniziate venerdì della scorsa settimana. Il Global Times ha aggiunto che due portaerei Usa, la USS Nimitz e la USS Ronald Reagan, hanno operato intorno alle isole Ryukyu (nel Mar delle Filippine), di cui fa parte Okinawa, che Pechino rivendica come proprio territorio. Nell’ambito dell’aumento dell’assertività cinese, una legge del 2021 concede alla sua guardia costiera il diritto di usare la forza letale contro le navi straniere nelle acque reclamate dalla Repubblica popolare. Come riporta un lungo approfondimento del New York Times, in un solo decennio la Cina ha accumulato la più grande flotta di guardie costiere del mondo. Le imbarcazioni sfoggiano la scritta China Coast Guard sulle fiancate e con cannoni da 76 mm e missili antinave sono più grandi dei cacciatorpedieniere della Marina Usa. Non sono propriamente forze militari, ma ricadono sotto il controllo dell’esercito di Pechino. Ad oggi la Cina ne conta circa 150, a fronte delle 70 del Giappone e delle 60 degli Stati Uniti.
Ex dirigente Samsung accusato di furto per creare un impianto di chip in Cina
Un ex dirigente di Samsung avrebbe rubato dei progetti per cercare di replicare un intero impianto di semiconduttori in Cina. Lo hanno dichiarato i procuratori della Corea del Sud in un comunicato di ieri, dove si dà notizia dell’arresto di un 65enne per l’accusa di furto di segreti commerciali avvenuto tra il 2018 e il 2019. L’uomo avrebbe pianifico di riprodurre un impianto di chip nella città di Xi’an, sostenuto da capitali di una società taiwanese non identificata. Una questione che si inserisce nei tentativi degli Stati Uniti di tenere le capacità avanzate dei semiconduttori fuori dall’azione delle società cinesi. Ma il caso potrebbe anche innescare tensioni tra Seoul e Taipei, centri importanti nella catena dei chip e alleati di Washington.
A cura di Vittoria Mazzieri; ha collaborato Alessandra Colarizi
Marchigiana, si è laureata con lode a “l’Orientale” di Napoli con una tesi di storia contemporanea sul caso Jasic. Ha collaborato con Il Manifesto, Valigia Blu e altre testate occupandosi di gig economy, mobilitazione dal basso e attivismo politico. Per China Files cura la rubrica “Gig-ology”, che racconta della precarizzazione del lavoro nel contesto asiatico.