Domenica 18 dicembre i sottoscrittori di China Files hanno ricevuto il nostro e-book numero 17. Si tratta del dossier speciale di fine anno, dedicato a temi, tendenze e paesi del 2023 asiatico. Un numero per orientarsi nel continente già protagonista del nostro secolo
L’INDICE DELL’E-BOOK “IN CINA E ASIA 2023”
- Strategia Addio Covid – Lorenzo Lamperti
- Taiwan verso le presidenziali del 2024 – Lorenzo Lamperti
- Amici di comodo: Giappone e Corea verso un fronte comune – Lucrezia Goldin
- India: tra primato demografico e nuovo allineamento – Francesco Mattogno
- Presidenza Asean: le prospettive di Jacarta – Pierfrancesco Mattiolo e Francesco Mattogno
- Thailandia al voto, ma la sfida resterà endemica – Michelle Cabula
- Il regno infinito di Hun Sen – Lorenzo Lamperti
- Singapore: un’isola calma in acque turbolente – Fabrizia Candido
- La corsa nel mercato delle armi nell’Asia-pacifico – Agnese Ranaldi
- La diplomazia climatica resta “al verde” – Sabrina Moles
- Asian Games a Hangzhou: Cina superpotenza sportiva? – Veronica Strina
EDITORIALE
Una delle frasi fatte che si sentono ripetere più spesso, da politici, giornalisti, uomini d’affari, diplomatici e opinion maker è che “l’Asia rappresenta ormai un continente dal quale dipende anche il nostro futuro”. Vero. Il problema è che questa frase spesso rimane appesa e l’Asia rimane un oggetto quasi misterioso di cui si finisce per parlare solo come “riflesso” occidentale. Si parla di strategie americane, europee in Asia, ma non si parla quasi mai di cosa pensino gli asiatici a proposito.
L’Asia rimane un complesso di Stati – alcuni ritenuti giustamente più rilevanti (la Cina ad esempio) – di cui ci si occupa con la lente geopolitica: chi è alleato agli Usa, chi è un valido partner per contrastare la Cina, eccetera. Gli Stati asiatici diventano così i governi asiatici e di quanto accade all’interno di ogni singolo Stato poco importa. Quello che sembra contare è quanto a noi occidentali “sembra” che siano gli Stati asiatici. Questo e-book di China Files si prefigge di trattare l’Asia come la trattiamo da quando è nato questo progetto: un insieme di Stati, ciascuno con le proprie peculiarità culturali, politiche ed economiche e in costante evoluzione. Lo scopo è proprio quello di rifuggire una visione appiattita e restituire l’immagine di un continente dinamico e ricco di contrasti, che si risolvono poi in posture internazionali che non possono trascendere da cambiamenti interni e peculiarità storiche dell’area.
Il 2023 sarà ancora una volta l’occasione per osservare un mondo nuovo: se come tutti ci auguriamo potremo assistere a una de-escalation della guerra in Ucraina, il 2023 potrebbe essere l’anno successivo a un periodo tremendo tra pandemia e guerra, con gli echi delle rivolte in Iran e i mutamenti che stanno avvenendo all’interno di quel mondo – vario e variegato come l’Asia – che chiamiamo “Medio Oriente” e che sarebbe più corretto chiamare “Asia occidentale”. Il 2023 sarà anche l’anno nel quale, probabilmente, anche la Cina tornerà nell’alveo della normalità per quanto riguarda il Covid con tutto quanto ne consegue: una rinnovata attività diplomatica già cominciata e un probabile tentativo di rimettere in sesto un’economia che ha provocato frustrazione e una sempre più evidente frattura nel corpo sociale del Paese. Ma il 2023 è anche un anno che prepara alle elezioni di Taiwan e tutto quanto cambierà – o meno – nella percezione dei rapporti dell’isola con Pechino e Washington, che misurerà l’India su palcoscenici mondiali e che porterà a verifica “asiatica” la strategia americana con vista sulle elezioni negli Stati Uniti del 2024. Un anno di transizione che ci dirà molto di come il continente si troverà ai nastri di partenza di una nuova fase storica: quella post Covid e – ci auguriamo – post guerra in Ucraina
Simone Pieranni
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