In Cina e Asia – 20 aziende cinesi finiscono nella blacklist del Pentagono

In Notizie Brevi by Serena Console

Il Pentagono ha pubblicato un elenco di 20 società cinesi – compresi i colossi tecnologici Huawei e Hikvision – accusate di intrattenere stretti legami con l’esercito popolare di liberazione. Secondo il comunicato si tratta di “entità possedute, controllate o affiliate al governo, all’industria militare o alla difesa della Cina”. La decisione, prevista dal Defence Authorization Act del 1999 e da allora rimasta in sospeso, giunge mentre oltre la Muraglia è in corso un processo di fusione tra comparto civile e militare teso allo sviluppo di tecnologia dual use. Secondo gli esperti, la mossa del Pentagono ha una valenza soprattutto simbolica, considerando che due delle società in questione sono quotate al New York Stock Exchange e che Trump aveva già il potere di applicare sanzioni finanziarie ai sensi dell’International Emergency Economics Powers Act del 1977. Il tempismo tuttavia coincide con il rapido deterioramento delle relazioni tra Washington e Pechino. [fonte: Bloomberg]

È di nuovo scontro tra Cina e Giappone per le isole contese

Le isole contese nel Mar Cinese Meridionale sono al centro di un nuovo scontro tra Cina e Giappone. Nei giorni scorsi, l’amministrazione della città di Ishigaki, nella prefettura di Okinawa, ha cambiato il nome dell’area che include le isole Senkaku da Tonoshiro a Tonoshiro Senkaku, che invece sono nominate Diaoyu dalla Cina. Immediata la risposta di Pechino che ha rinominato 50 tra canyon, collinette e terrazze sottomarine, tra cui le stesse isole rivendicate dal Giappone e la Cina. La misura, che avrebbe lo scopo di standardizzare i nomi topografici, è stata resa nota con un avviso online pubblicato dal Ministero delle risorse naturali della Cina martedì notte. Il dicastero degli Esteri cinese non lesina minacce e accuse, giudicando la mossa giapponese una seria provocazione alla sovranità territoriale della Cina. Le tensioni sulla contesa degli isolotti di Diaoyu/Senkaku, distanti circa 200 km a sud-ovest dell’isola giapponese di Okinawa e a nord-est di Taiwan, sono aumentate dopo che il Giappone li ha portati sotto il controllo statale nel settembre 2012. Ma nel 2017, il primo ministro giapponese Shinzo Abe e il presidente cinese Xi Jinping hanno concordato di avviare un nuovo e pacifico dialogo sui rapporti bilaterali, accantonando la questione territoriale. [Fonti: SCMP]

Il liquore preferito di Mao Zedong vola in borsa

Quando Mao Zedong brindava con i compagni del Partito bevendo Moutai, di certo non immaginava che il liquore a base di sorgo e grano sarebbe diventato il più venduto e prezioso in Cina. La famosa bevanda alcolica, che costa circa 2.600 yuan a bottiglia, ha ricevuto l’attenzione del manager Wang Yihe, proprietario di una società di investimento di Shanghai. Wang, che consuma circa 200 bottiglie all’anno del prestigioso distillato, ha deciso di investire quasi un terzo delle sue totali azioni nella fabbrica Kweichow Moutai quotata a Shanghai, per evitare che le scorte di Moutai finiscano presto. “Ho intenzione di mantenere il mio stock di Moutai per il prossimo decennio perché ci sono decine di migliaia di bevitori come me in Cina”, ha dichiarato Wang. I consumatori e gli investitori al dettaglio come Wang hanno reso Kweichow Moutai il produttore di liquori più famoso del paese e il più proficuo del mondo, più grande di AB InBev, Diageo e Heineken messi insieme. La fabbrica ha registrato un aumento del 29% della produzione dal 2014 alla fine dello scorso anno. Nello stesso periodo il numero di persone benestanti in Cina, i principali consumatori di Moutai, ha superato i 2 milioni. [Fonte: FT]

Thailandia: sparite le statue dei leader della Rivoluzione Siamese

Alcune statue di personaggi storici sono scomparse in Thailandia. Secondo quanto riportato dalla Reuters, i monumenti spariti raffigurano i leader della rivoluzione, che nel 1932 portò alla fine della monarchia assoluta nel Regno del Siam, e che una volta erano ufficialmente onorati come eroi nazionali e simboli della democrazia. L’agenzia di stampa ha identificato almeno sei i siti commemorativi del Partito Popolare rimossi o distrutti nell’ultimo anno. Nella maggior parte dei casi non è noto chi sia il responsabile, ma i funzionari delle forze armate, del governo e del palazzo hanno rifiutato di rispondere alle domande poste da Reuters in merito. Centinaia di persone, ieri a Bangkok, hanno manifestato nel cuore della città per celebrare l’anniversario del 24 giugno 1932. Manifestazioni analoghe si sono tenute in altre 12 province: molti gruppi e movimenti, contrari all’attuale regime politico pro-monarchia guidato dall’ex generale golpista Prayut Chan Och, vivono con nostalgia il periodo che segnò la fine del potere dittatoriale del re. [fonte: Reuters]

Corea del Nord: Kim sospende le attività militari contro il Sud

La Corea del Nord, impegnata in queste settimane in una guerra a suon di propaganda e minacce con la Corea del Sud, ha fatto un passo indietro. Il leader nordcoreano Kim Jong-un, che nei giorni scorsi è stato adombrato dalla personalità della sorella Kim Yo-jong, nel corso di una riunione della Commissione militare centrale che si è tenuta in videoconferenza, ha ordinato di sospendere i piani per un’azione militare contro il Sud. Il leader Kim, che appare sempre più come il “poliziotto buono” del regima, sembra intenzionato a un’apertura al dialogo con il vicino nemico. Le guardie di frontiera sudcoreane, infatti, hanno confermato che i militari nordcoreani hanno smantellato gli altoparlanti installati al confine negli ultimi giorni come parte della minaccia di rilanciare le trasmissioni di propaganda contro il Sud. Una mossa che probabilmente mira ad allentare la tensione culminata con la distruzione dell’ufficio di collegamento intercoreano per mano nordcoreana e con il lancio di volantini contro Pyongyang, che i disertori del Sud inviano attraverso il confine. Solo una settimana fa, la sorella del dittatore aveva minacciato di interrompere definitivamente gli accordi tra Pyongyang e Seul e aveva definito il presidente sudcoreano, Moon Jae-in, un uomo disgustoso e folle. L’annuncio del dittatore Kim, inoltre, sembra tutt’altro che casuale: oggi, 25 giugno, è il 70° anniversario dell’inizio della guerra di Corea. [Fonte: NYT]

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