Potente esplosione in un edificio residenziale a Liuzhou, nel Guangxi, dove sono morte sette persone a causa di pacchi bomba esplosi in diverse zone della città. L’economia rallenta, ma a Pechino si costruiranno 12 nuove linee della metro. Cauto ottimismo sull’economia cinese, mentre continua il dibattito sull’hard landing. Il perché delle purghe nordcoreane. CINA – 17 esplosioni in Guangxi
Una potente esplosione ha coinvolto questa mattina un edificio residenziale a Liuzhou, nella provincia di Guangxi, nel sud della Cina, dove ieri sette persone morte a causa di una serie di pacchi bomba esplosi in diversi punti della città. Lo riferisce l’agenzia di stampa ufficiale Xinhua spiegando che l’esplosione è avvenuta intorno alle 8:00 locali. Non ci sono al momento notizie di vittime. La polizia e i vigili del fuoco sono stati inviati sul posto. Nelle deflagrazioni di ieri, provocate da 17 esplosivi nascosti in pacchi recapitati in diversi punti della contea di Liucheng, almeno 51 sono state le persone rimaste ferite. Due ancora i dispersi. La polizia ha arrestato un ragazzo di 33 anni identificato solo con il cognome Wei che avrebbe assunto dei complici per aiutare a consegnare i pacchi bomba. Ancora ignoto il movente, ma ulteriori indagini sono in corso.
Cina – L’economia rallenta, 12 nuove linee metro a Pechino
Per il terzo mese consecutivo l’indice del manifatturiero è sceso sotto ai 50 punti, la soglia che divide un’economia in espansione da quella in recessione. I dati ufficiali – che molti mettono in dubbio – parlano di una crescita al 7 per cento. Non era così bassa dal 1990 quando la Cina subì le sanzioni internazionali a seguito del massacro di piazza Tian’anmen. Così la Cina ha deciso di tornare al vecchio metodo che l’ha salvata dalla crisi del 2008: investire nelle infratrutture. Nei prossimi 5 anni verranno costruite 12 nuove linee metropolitane a Pechino, 8 a Tianjin e 7 a Shenzhen.
CINA – Economia: cauto ottimismo
L’attività industriale ha tenuto o comunque è calata di poco tra agosto e settembre, il che lascia un certo margine di ottimismo agli analisti e anche ai mercati, che hanno reagito bene in tutta l’Asia, mentre le borse cinesi sono chiuse fino al 7 ottobre per la festa nazionale. Questi i dati che si traggono da due indagini parallele, quella del governo cinese e quella della autorevole rivista economica Caixin, i cui risultati sono stati resi noti oggi.
Continua così il dibattito tra i teorici del cosiddetto “hard landing” per l’economia cinese – l’atterraggio di schianto che significa crisi – e invece chi vede nei dati l’effetto della transizione messa in atto dal governo di Pechino, che dovrebbe trasformare l’economia manifatturiera e votata all’export in un sistema più evoluto, trainato da consumi e servizi ad alto valore aggiunto.
COREA DEL NORD – Le purghe non sono segno di instabilità
È una voce fuori dal coro quella di Cheong Seong-chang. In un recente rapporto per il Sejong Institute, l’analista ha cercato di confutare una delle conclusioni più comuni quando si parla di Corea del Nord, ossia che le purghe di alti funzionari siano il segno dell’instabilità del regime. Inoltre lo studioso critica le analisi sulla solidità della dinastia Kim basate sulla giovane età di Kim Jong Un.
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