I titoli di oggi:
- Xi tiene simposio sul ruolo della cultura nella Nuova Era
- Stretta sulle big tech, decollano i licenziamenti
- Prodotti scaduti negli Starbucks di due città cinesi
- Cina: Una nuova serie tv porta l’omosessualità sul piccolo schermo
- La Russia rafforza la presenza in Asia
- Cina e Usa tra schiaffi e gesti distensivi
- Corea del Nord: Morto a 101 anni il fratello di Kim Il-sung
A sette anni dal primo simposio sulle arti, Xi Jinping ieri è tornato a parlare del ruolo dell’industria culturale cinese nella Nuova Era. Secondo il presidente, la letteratura e l’arte hanno una funzione educativa e politica: devono contribuire alla “rinascita della Nazione” e diffondere “immagini culturali più globalmente riconoscibili della Cina” così da presentare il Paese in modo “vivace e multidimensionale al resto del mondo”. Particolare enfasi viene data alla necessità di utilizzare uno “stile distintivo cinese” e all’importanza dei nuovi mezzi di diffusione. La scienza e la tecnologia, soprattutto l’AI servono – secondo Xi – a potenziare l’impatto del messaggio culturale; un messaggio che sembra sempre più diretto verso l’esterno. Nelle stesse ore in cui nella Grande Sala del Popolo si teneva il Congresso, il NYT pubblicava l’ennesimo inchiesta sulla disinformazione con caratteristiche cinesi. Dal report emerge ancora più chiaramente come l’impiego di blogger e youtuber stranieri (prezzolati e supportati dai media statali) sia centrale nella controffensiva mediatica lanciata da Pechino per respingere le accuse dell’occidente in merito alla repressione di Hong Kong e delle minoranze etniche nello Xinjiang. Questa tendenza della propaganda cinese verso l’outsourcing è riscontrabile anche nell’arruolamento di società di comunicazione straniere. E’ questo il caso di Vippi Media, assoldata dal consolato cinese di New York per assumere influencer sulle piattaforme più popolari, come Instagram e Tik Tok. L’accordo vale 300.000 dollari, secondo il quotidiano conservatore Free Beacon.
Stretta sulle big tech, decollano i licenziamenti
Non allenta la morsa sulle big tech cinese. Di ieri la notizia che Weibo, il Twitter cinese, è stato costretto a pagare una multa per l’equivalente di 470.000 dollari. Motivo? Secondo la l’Amministrazione per il Cyberspazio, il colosso di internet avrebbe violato diverse leggi, tra cui i regolamenti sulla protezione dei minori. E non è la prima volta. Nell’ultimo anno ammontano a oltre 2 milioni di dollari le sanzioni amministrative comminate a Weibo, che ha fatto immediatamente mea culpa: “Accettiamo sinceramente le critiche”. Mentre le motivazioni della stretta statale hanno una loro logica, il clima teso rischia di provocare non pochi effetti collaterali. ByteDance, il rivale Kuaishou e la piattaforma di videostreaming hanno tutte annunciato preoccupanti tagli del personale, un po’ in risposta al rallentamento economico, un po’ per giocare di anticipo in previsione di nuove incertezze sul versante normativo. Da inizio mese iQiyi, per esempio, ha rimosso oltre il 30% dei posti nei dipartimenti ad alto costo, come marketing e distribuzione. Quello del tech è un settore noto per i duri orari di lavoro, ma anche per i compensi sopra la media. Mantenere stabile sotto controllo la disoccupazione rimane una delle priorità per l’agenda politica del 2022. Un obiettivo che il giro di vite sui colossi del web rende più difficile da raggiungere.
Prodotti scaduti negli Starbucks di due città cinesi
Si allunga la lista delle azienda occidentale presenti in Cina a finire nei guai. Ultima in ordine di tempo Starbucks, costretta a ispezionare circa migliaia di punti vendita dopo che un’inchiesta del Beijing Times ha scoperto pratiche igieniche discutibili e violazioni delle norme sulla sicurezza alimentare in alcuni negozi nella città di Wuxi, nel Jiangsu. A indignare l’opinione pubblica è stato soprattutto l’utilizzo di prodotti scaduti, Ma, secondo l’Amministrazione per la supervisione del mercato in tutto sono stati riscontrati 15 problemi in 82 sedi, tra cui il mancato utilizzo degli appositi cappelli tra i dipendenti, il posizionamento disordinato di articoli nelle aree di lavorazione e registri sulle vendite e gli acquisti incompleti. La compagnia ha confermato le infrazioni e chiesto pubblicamente scusa. Ma il caso potrebbe assumere portata nazionale dopo che ieri irregolarità analoghe sono state evidenziate anche in 18 punti vendita nella città di Suzhou. Quello della sicurezza alimentare è un tema molto sentito in Cina, travolta negli ultimi anni da gravi scandali che hanno compromesso soprattutto la credibilità dei marchi locali. Il caso di Starbucks dimostra come siano sempre più spesso i brand stranieri a finire sotto la lente. Nel 2014 furono McDonald’s, KFC e Pizza Hut ad avviare verifiche sull’utilizzo di carne avariata, acquistata da un fornitore locale.
Cina: Una nuova serie tv porta l’omosessualità sul piccolo schermo
Intitolata “Delicious Romance“, la serie si concentra sulla vita personale e professionale di tre donne, tematica che ha guadagnato popolarità negli ultimi anni, dopo il successo di Ode alla Gioia. Diretto dai registi taiwanesi Leste Chen e Hsu Chao Jen, la commedia in 20 episodi è stata presentata in anteprima sul sito di streaming Tencent Video il mese scorso, ottenendo una valutazione di 8,4 su 10 sulla piattaforma di recensioni Douban. In tempi di rettificazione dei costumi, Chen è Hsu sono riusciti a sdoganare il tema dell’omosessualità con velate allusioni al dramma vissuto da molti cinesi, costretti a nascondere il proprio orientamento sessuale con la pratica dei “matrimoni finti”. I commenti del pubblico sono stati perlopiù positivi. “È davvero raro che i film discutano di queste cose”, commenta un utente su Douban, la piattaforma nota per ospitare contenuti femministi e gay-friendly rimossa dagli app store di recente (ufficialmente) per aver violato le norme sulla raccolta dati. Tuttavia, c’è anche chi ha criticato la serie proprio perché raccontando la storia da una prospettiva omosessuale trascura il calvario vissuto dall’altra parte: le mogli etero che si ritrovano al fianco un marito che non le desidera.
La Russia rafforza la presenza in Asia
Mentre cresce la tensione lungo il confine con l’Ucraina, la Russia continua a rafforzare la sua presenza militare anche a Oriente. Secondo quanto riportato a inizio mese dal ministero della Difesa, Mosca ha dispiegato il suo sistema missilistico Bastion sull’isola di Mutua, una parte remota dell’arcipelago delle Curili conteso con il Giappone fin dalla seconda guerra mondiale, e dove sono già posizionate infrastrutture missilistiche dal 2016. La postura muscolare di Mosca trova sostegno nel crescente allineamento con Pechino. Per la seconda volta dall’inizio dell’anno Xi Jinping e Putin si sono confrontati durante una videocall per ribadire il proprio allineamento sui principali dossier internazionali. Secondo quanto precedentemente annunciato dal Cremlino, oltre a discutere dell’aggressività degli Stati uniti e della Nato in Europa, i due uomini forti si sono confrontati su vari temi, dall’energia, agli scambi commerciali, passando per gli investimenti. Mentre la partnership sino-russa appare all’esterno granitica, gli esperti tendono a descriverla come un matrimonio d’interesse. Tra i punti di frizione c’è la storica amicizia tra Mosca e Nuova Delhi, sostanziata dal recente accordo per fornitura all’India del sistema di difesa missilistica terra-aria S-400 a lungo raggio. Uno smacco per la Cina, che si è vista negare la stessa tecnologia acquisita nel 2014 dopo gli scontri alla frontiera tra il Tibet e la regione indiana del Ladakh dello scorso anno. In questa danza diplomatica si inseriscono gli Stati uniti. Da qualche tempo Washington ha mostrato la chiara intenzione di voler portare avanti un dialogo con entrambe le potenze rivali, onde evitare che l’amicizia sino-russa si trasformi in una vera e propria alleanza.
Cina e Usa tra schiaffi e gesti distensivi
Ieri sono ricominciate le consultazioni marittime tra il Comando Pacifico degli Stati Uniti e la marina cinese. Altro gesto distensivo è la proposta da parte dell’ambasciatore cinese all’Onu per il disarmo di un accordo internazionale per regolamentare lo sviluppo delle armi intelligenti. “I paesi, in particolare le grandi potenze, dovrebbero esercitare moderazione nello sviluppo di sistemi d’arma AI”, ha affermato Li Song, “la Cina si oppone all’uso delle tecnologie dell’intelligenza artificiale per cercare la superiorità militare assoluta e minare la sovranità e la sicurezza territoriale di altri paesi”.
Intanto Xi Jinping ha inviato a Biden un messaggio di cordoglio per le vittime e i danni provocati dai tornado che hanno colpito sei Stati americani. Parlando a nome del popolo e del governo, Xi ha espresso “profonda solidarietà e sincere condoglianze al popolo americano”. La Cina si è detta inoltre disposta a fornire assistenza umanitaria alle aree colpite dal disastro. E’ un tentativo di allentare la tensione dove possibile, forse per disinnescare una rischiosa escalation militare dopo le reciproche incursioni intorno allo stretto di Taiwan e nel Mar cinese. Ma la rottura sembra insanabile quando si prendono in esame questioni sensibili come le violazioni dei diritti umani e i rischi per la sicurezza nazionale. Mentre il Congresso si appresta ad approvare una legge che vieta quasi completamente le importazioni dallo Xinjiang, secondo il FT, i colossi tecnologici cinesi DJI e Megvii, tra gli altri, saranno inseriti in una blacklist sugli investimenti stilata dal Tesoro, indipendente rispetto all’entity list del dipartimento del Commercio, che limita la fornitura di tecnologia americana. Anche quest’ultima potrebbe allungarsi già giovedì con l’inserimento di una ventina di nuove aziende cinesi.
Corea del Nord: Morto a 101 anni il fratello di Kim Il-sung
Kim Yong Ju, il fratello più giovane del fondatore della Repubblica popolare democratica di Corea, Kim Il-sung, è morto all’età di 101 anni. I media statali hanno annunciato il decesso stamattina, dicendo che “dedicabilmente ha lottato per attuare le linee e le politiche del partito e ha dato un contributo all’accelerazione della costruzione socialista”. Secondo l’agenzia di stampa ufficiale, Kim Jong Un ha inviato una corona funebre ed espresso profonde condoglianze. Il defunto Kim è noto soprattutto per aver condotto i negoziati con Seul che nel 1972 portarono alla firma del primo comunicato congiunto Nord-Sud. In quegli anni, ottenuto l’incarico di vicepremier, fu inizialmente prescelto per succedere al fratello, salvo infine venire tenuto come ruota di scorta nel caso Kim Jong-il si fosse dimostrato inadeguato a svolgere il ruolo di leader supremo. Cosa che non è avvenuta.
A cura di Alessandra Colarizi
Classe ’84, romana doc. Direttrice editoriale di China Files. Nel 2010 si laurea con lode in lingua e cultura cinese presso la facoltà di Studi Orientali (La Sapienza). Appena terminati gli studi tra Roma e Pechino, comincia a muovere i primi passi nel giornalismo presso le redazioni di Agi e Xinhua. Oggi scrive di Cina e Asia per diverse testate, tra le quali Il Fatto Quotidiano, Milano Finanza e il Messaggero. Ha realizzato diversi reportage dall’Asia Centrale, dove ha effettuato ricerche sul progetto Belt and Road Initiative. È autrice di Africa rossa: il modello cinese e il continente del futuro.